Il lavoro, quello che dovrebbe essere diritto di tutti. Quello che è inganno e nasconde sfruttamento. Il lavoro faticoso che è scommessa iniziando un nuovo progetto. Quello sudato, inseguito, conquistato. Il lavoro che nasce dalla forza e dalla rabbia e spesso è sottovalutato. Quello che è un mezzo di sostentamento per permetterci di vivere le nostre passioni. Quello nero che deve rimanere segreto; quello di cui ci si vergogna perché è un compromesso che non permette di sfruttare pienamente le proprie capacità; quello che è una facciata per sopravvivere. Il lavoro oggi che è difficile da ottenere, che qualche volta si deve elemosinare; che si accetta per non perdere la propria dignità… quella che invece esso dovrebbe onorare.
.48.
11 mercoledì Giu 2014
Posted duemilaQ
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Cara Maria Rosaria, nel tuo scritto, stavolta, sento amarezza, amarezza che scivola da un intelletto poetico e arriva al cervello, alle mani e agli occhi. Hai scelto un soggetto che oggi, come quasi tutto, è ingiustizia. E’ difficile far parlare il sentimento su un’ingiustizia, verrebbe fuori solo rabbia e tu sei stata così brava da non farla trapelare. Un abbraccio,
Giovanna
Cara Giovanna, per me spendi sempre delle parole meravigliose e dei contributi che mi emozionano profondamente….
Mi rende felice sapere di arrivare in questo modo al cuore tuo e di chi legge come te….
L’argomento in questo caso è veramente attuale, condiviso, ampio e difficile da trattare senza farsi trasportare da rabbia e frustrazione…
A te, ancora grazie