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"Pistole, vita e mutande di gente perbene" di Salvo Barbaro

22 mercoledì Feb 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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autore, carneficina, condivisione, emozioni, enigmi, gente, gente perbene, Le Mezzelane Casa Editrice, libri, mutande, nuovi autori, nuovi libri, pistole, racconti, salvo barbaro, scrittura, vita

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Copertina accattivante, titolo che non lascia presagire nulla di romantico, La Mezzelane Casa Editrice ci presenta così la prima fatica letteraria di Salvo Barbaro, “Pistole, vita e mutande di gente perbene“. Una raccolta di tre racconti che trattato tematiche attuali, forti e scomode.

Il ritmo della scrittura è veloce, non lascia tempi morti o cose in sospeso; è essenziale, quasi giornalistico, talvolta può sembrare sbrigativo, ma è una particolarità che non toglie nulla alla narrazione. La voce narrante è molto distaccata e riesce ad essere cruda, obiettiva, spietata anche.

I primi due racconti sono storie di vite spezzate, in un paese malsano, malato, infettato da tradimenti, droga, malavita e prostituzione. Storie di vite che cercano uno spiraglio che dia loro voglia di continuare a trovare una salvezza, una svolta. Invece, nel ritmo veloce della narrazione, è tutto un vortice che tira verso il basso, verso la perdita e la morte.
È facile perdere le speranze dove non c’è neanche uno spiraglio e le persone vengono stroncate nei loro tentativi di redenzione.
Le tragedie che si susseguono nel giro di pochi giorni giustificano e rendono inevitabile l’alimentazione dell’odio che dà il titolo a questo primo racconto.
Ma è davvero tutto privo di speranza? È davvero tutto inutile?
Forse c’è un appiglio e la resa può sembrare smentita. I miracoli forse accadono.

Lo sfondo su cui si disegnano le vicende sono quelle di piccoli paesi di provincia dove il pettegolezzo regna sovrano tra coloro che fingono di non sapere.
Tra le righe tanti spunti di riflessione.

Salvo ci tiene sul pelo dell’acqua, con una scrittura schietta ed essenziale. Gli accadimenti si susseguono senza nemmeno avere tempo di metabolizzarli realmente, proprio come una raffica di pugni al volto e allo stomaco.
Ad ogni racconto concluso devi fermarti e prendere fiato, come se li avessi letti in apnea. E ti accorgi, sia nel primo che nel secondo racconto, che speravi in un lieto fine, a cui forse non credevi nemmeno tu veramente.

Un libro che è una carneficina continua, senza sosta, senza fiato. Una denuncia dell’ignoranza, della sete di potere del più forte, dell’assenza di reazione del più debole, del popolo che subisce come fosse la norma tutto quello che accade.
Tra questi spiccano quei personaggi coraggiosi, quei pochi che vogliono cambiare.
E il lettore si domanda se riusciranno mai a fare giustizia.

Il terzo racconto è quello che ho preferito tra tutti. E’ di più facile immedesimazione perché è il racconto di un ragazzo del Sud che ha vissuto l’adolescenza un po’ come me, in un posto come me, e che sta vivendo il dramma del precariato come me e i miei coetanei. La sua esperienza e i suoi stati d’animo sono comprensibili. Un vissuto semplice con argomenti molto attuali.

Ogni paragrafo fa un salto in un momento della sua vita diverso, ed è un vagare che non confonde, non disturba, anzi intenerisce.
È un racconto che trovo molto commovente proprio forse per la sua semplicità, per la sua onestà.
Mi piacciono questi salti nel tempo che mi permettono di affezionarmi al protagonista perché me lo fanno conoscere nei momenti più importanti della sua vita.

Ho amato questo racconto perché è stato come essere tirata al suo interno con eguale forza e delicatezza dalle parole e dai toni di Salvo. Sensazioni opposte, eppure tutte forti.
Ho condiviso tante delle vicende narrate, mi ci sono sentita io stessa protagonista. Troppe storie, troppi drammi, troppo tutto condiviso. Così come quella inspiegabile speranza che, nonostante le difficoltà e le bastardate a cui ti sottopone la vita, non smette di farti sentire fiducioso, andrà bene, questa è la volta buona.

La cosa più bella è l’onestà che trapela dalla penna di Salvo. Non ci sono giri di parole. Perché la vita, a un certo punto, nei ricordi diventa una serie di immagini incollate l’una all’altra dalle emozioni provate. Quelle sensazioni che tra le righe saltano fuori a seconda della sensibilità del lettore.
Salvo diventa voce di una parte dell’animo della generazione a cui appartengo, quella del lavoro galoppante e del mettersi sempre in gioco nonostante una stanchezza emotiva e fisica preoccupante che sfinisce, abbatte ma non uccide.
La sua storia diventa storia di tutti. E nonostante non sia una favola, è bello leggerla, lasciarsi cullare da quei nei che la affollano. Perché è verosimile, convincente e credibile. Perché è come la vita vera.

Per info sull’autore: http://www.lemezzelane.altervista.org/salvatore-barbaro.html

Per acquistare il libro: Pistole, vita e mutande di gente per bene
oppure http://www.lemezzelane.altervista.org/negozio/index.php?id_product=15&controller=product

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"Vangelo yankee" di Nicolò Gianelli

31 lunedì Ott 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

America, autore, dipartita, far west, Nicolò Gianelli, nuovi autori, on the road, passione, pionieri, romanzo, round midnight edizioni, scrittura, sogno americano, vangelo, vangelo yankee

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248 pagine in un piccolo scrigno formato 10×15, “Vangelo yankee” di Nicolò Gianelli è un gioiello prezioso confezionato dalla ‘round midnight edizione.

Il romanzo racconta un viaggio strampalato on the road di un gruppo strampalato di ragazzi il cui cammino si incrocia a quello di personaggi surreali e insoliti. Le persone diventano tappe così come gli stati della costa occidentale dell’America del Nord. Strade immense e un viaggio che si vuole fare fuori da ogni schema (alla ricerca di Lui).

Il linguaggio, la scrittura hanno la stessa andatura di un giro sulle montagne russe: scalate e discese vertiginose che danno ritmo alla lettura.
Un viaggio a ritroso con i capitoli. Un vagare tra fatti verosimili e situazioni surreali che diventano metafore di un vagare, persi.
Le vicende e la loro narrazione emanano l’odore di una costante sbronza: interminabile, divertente, menefreghista. Accade tutto barcollando, ecco la sensazione: un simpatico e allegro capogiro da sbornia. E come tutte le ubriacature, ha un retrogusto amaro triste malinconico.

Nel tono si percepisce qualcosa che fa male, un tormento. E se il viaggio, questo vagare on the road nel sogno americano, fosse una fuga in cerca di una smentita dalla vita? Vita maledetta che fai tanto male per quanto sei bella!

La voce narrante a tratti sembra quella di un cowboy, quella dei vecchi film ambientati nel lontano west da conquistare. E a noi sembra di essere lettori pionieri; sembra di vivere le avventure di chi ha conti in sospeso da saldare. L’avventura, però, è quella di quattro ragazzi che inseguono, a bordo di una “balena bianca“, il moderno sogno americano con la stessa voce, lo stesso tono dei pionieri che seguivano quello della conquista di nuove terre.
Il loro viaggio ha una colonna sonora: ogni capitolo si conclude con il suggerimento del titolo di una canzone mandata dallo stereo della balena bianca. Canzoni che vi consiglio di cercare e ascoltare alla fine di ogni capitolo, come a sostare per far raffreddare il motore e lasciar decantare le emozioni, le immagini e le vicende lette; avvicinarsi, canzone facendo, al capitolo successivo, leggendo le pagine in corsivo che fanno da intermezzo (se siete troppo pigri, qui trovate la playlist che ho fatto per me https://youtu.be/GoA_zY6tqQw?list=PLgXOY6goL00BT9OC9l0yMAjDI1ZOyCcCj )

Nicolò Gianelli, con tono ironico e stile brillante, ha la notevole capacità narrativa di un poeta beat; diventa voce di una generazione alla ricerca di un sogno, alla ricerca di un riscatto; una generazione che intanto affoga in brevi sprazzi di oblio alcolico per trovare solo un sollievo momentaneo.
Nicolò trasforma ogni cosa in personaggi con le proprie personalità distinte: un cactus, una Cadillac, lo stesso lago diventano vivi e dotati di parole e pensieri. Ogni cosa è avvolta dal fascino cinematografico, come se le strade delle città americane fossero un enorme set. Tutto sembra pervaso da pericolo, tutto sembra losco, tutto può vestirsi di morte e contemporaneamente proseguire in modo normale. Ma mai in modo banale e anonimo. Nicolò trasforma il viaggio in un volo nell’universo.

Conclusa la lettura di “Vangelo Yankee” ho l’animo scombussolato, come fossi distesa sotto i morsi di una montagna di parole etiliche, di emozioni alcoliche; una sbornia colossale di sogni, con la vita che mi fa tremare le gambe, spaventate ed eccitate perché non so quale possibilità mi capiterà domani.
Finito di leggere Vangelo – che non è un Vangelo ma il racconto di un sogno non privo di dubbi e paure, reso solo più fantasioso per trovare un modo in grado di smorzare questa fottuta paura di vivere, questa vita che spaventa – ho la testa sognante, innamorata di questa favola. Adoro le favole irreali che non mi nascondono la realtà, anzi cercano di presentarla in modo bizzarro, che poi è il modo per dire alla vita “Guardami, io rido, riesco a trasformare in bellezza anche lo spavento che mi butti addosso. Sì, questa è bellezza. O forse vuoi negare che leggendomi non hai sorriso?”
Io ho sognato, anche se ho sentito tanta malinconia; ho sognato e amato tutti gli assurdi personaggi che prendono vita tra queste pagine.

La lettera dei genitori e le parole della sua editor in chiusura del volume mi fanno comprendere che Nicolò ha deciso di intraprendere un viaggio estremo il 3 luglio 2015. Ed è davvero un peccato pensare che questo ragazzo non ci regalerà altre opere.
Vorrei quasi che questo viaggio non terminasse, e vorrei farti mille domande, Nicolò, per capire da dove nascono queste pagine e cosa le ha suscitate, perché è evidente che dietro vi si nasconde un universo tormentato.
Mi chiedo dove hai imparato a scrivere così, dove hai imparato a dominare con tanta maestria la tua penna che è così felice da alzarsi dal coro e distinguersi.
Mi piacerebbe chiederti a chi ti ispiri, chi ha nutrito la tua cultura. Il tuo stile mi ricorda quello degli autori beat, ma anche quello di Boris Vian che con “La schiuma dei giorni” mi ha fatto provare amore fino alle lacrime e sognare in un mondo di favole irrazionali, illudendomi che tutto fosse possibile.

Salgo di nuovo sulla balena bianca, metto su la compilation che tu mi hai suggerito strada facendo, e mi tuffo ancora un po’ nel tuo viaggio, mentre a te ti immagino a bordo della Dipartita in attesa di lanciarti in un nuovo tramonto.

Per info e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/vangelo-yankee/

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