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Recensione di "Mai e sempre" di Bruno Sebastiani, terza tappa del blog tour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice 

23 sabato Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Blog Tour «Mai e Sempre» di

Consueto appuntamento con il blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, che questa settimana dedica il suo spazio al romanzo “Mai e sempre” di Bruno Sebastiani.

Sinossi: Il romanzo racconta la storia del giovane Emil Koldau, nato nel 1980 a Moritzburg, un paese non lontano da Dresda, nel tempo in cui la Germania è ancora divisa in due blocchi contrapposti. Per i primi tre anni Emil Koldau cresce con la sensazione di vivere in un regno di cui lui n’è il principe e suo padre n’è il re. Ma suo padre muore e il suo cadavere viene ritrovato con quattro proiettili di  Kalashnikov AK-47 in pieno petto. Il caso viene archiviato lasciando aperto un dilemma: Heinrich Koldau è rimasto ucciso nel momento di compiere un reato, oppure perché testimone di un reato commesso da altri? Il tempo passa, il piccolo Emil Koldau cresce, lascia Moritzburg e va a vivere nel settore est di Berlino. Nel 1989, cade il muro, la città di Berlino si riunifica e la Germania azzera i decenni più disastrosi della sua storia per ricominciare daccapo. Nel fervore della riunificazione tutto sembra possibile, ma per Emil la morte misteriosa di suo padre è come un angolo buio nella sua mente, lui non ci pensa, ma a volte accade qualcosa che lo costringe a pensarci. Difatti una sera, per la suggestione ricavata dalla visione di un film, decide che è venuto il tempo di far luce sulla morte di suo padre.

“Mai e sempre” è un saggio storico nelle vesti di romanzo. Attraverso la storia di Emil e della sua famiglia, Sebastiani ci racconta la storia che dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri ha caratterizzato la Germania e la città di Berlino.

L’incipit è molto intrigante, e fa pensare ad un mistero da svelare. L’attenzione quindi vieni subito catturata. Attraverso vari passaggi temporali che riguardano non soltanto il protagonista Emil ma anche la sua famiglia, l’autore può raccontare gli eventi storici che hanno interessato la Germania e il mondo in quel periodo storico.

Le sue spiegazioni sono tutt’altro che noiose, anzi si tratta di un racconto così attento e sentito che il lettore non può fare a meno di fermarsi un attimo e ricordare che si sta parlando di qualcosa che realmente è accaduto. Quindi, al di là di ciò che vivono i personaggi, protagonista principale del romanzo accanto a Emil è sicuramente la storia.

Quello che ho notato nella lettura è una malinconia costante nella scrittura, nei toni utilizzati per le descrizioni e le spiegazioni. Nulla di inappropriato però visto che si parla di un momento storico che è stato assolutamente difficile per l’umanità, e che ha segnato la storia stessa di una città e della sua popolazione.

Nel descrivere le vicende che accadono ad Emil e alla sua famiglia, supportato da gli eventi storici, Sebastiani costruisce dei personaggi e l’evolversi delle vicende attraverso le decisioni che questi prendono, delle azioni che questi svolgono, tutte assolutamente coerenti con ciò che è storicamente avvenuto. Il lettore quindi può dirsi soddisfatto di questo legame che viene a costruirsi tra lui e l’autore attraverso la scrittura, un rapporto di onestà di fatti citati e vicende verosimili.

La scrittura di Sebastiani ha un modo gentile anche se malinconico di riscrivere i fatti, e quindi di presentarmi una storia che comunque io conosco in un modo empatico. Credo che questo sia un importante pregio di un autore che vuole raccontare dei fatti avvenuti nella storia dell’umanità. E credo che questo libro possa aiutare molti giovani ad avere una certa consapevolezza di alcune vicende che forse vengono attualmente trascurate, come la maggior parte dello studio proprio della storia.

Mentre la prima parte del libro fa diversi salti temporali all’indietro per raccontare il passato della famiglia di Emil e della Germania che lui vive, tutta la seconda parte si concentra sul 2006, anno di ambientazione della vicenda principale, quindi quella che riguarda il giovane. Da questo punto inizia la ricerca che lo porterà a far riaffrontare ancora una volta la questione irrisolta della morte di suo padre e il desiderio di conoscere quest’uomo che lui ricorda vagamente; di farlo attraverso il racconto dei suoi amici e delle persone che lo hanno conosciuto e vissuto per più tempo.

Non può immaginare che questo desiderio di dare una vera fisionomia a suo padre, questo desiderio di dare una spiegazione alla sua morte, lo porterà invece ad affrontare delle verità che forse non avrebbe voluto mai sentire.

Quello che con questo romanzo Sebastiani ci vuole raccontare è il coraggio che ci vuole ad affrontare e accettare la verità, che non sempre è piacevole.

Una volta scoperta questa verità, il giovane sentirà di aver perso qualcosa, ma Sebastiani ci fa capire che è solo facendo spazio, solo liberandosi dei tormenti che possiamo accogliere davvero qualcosa di nuovo. Ed è così che infatti il romanzo termina.

Non vi sto svelando il finale, vi sto soltanto dicendo che il viaggio descritto dall’autore non ha un finale né lieto né triste, ma è una lezione che ancora una volta possiamo trovare dallo studio o dall’analisi della storia, da tutto ciò che gli uomini hanno fatto; una lezione da cui possiamo prendere spunto e con cui possiamo sentirci in comunione.

La vita, in effetti, è costituita da molte sfaccettature, e la gioia talvolta non è così chiara, non è così piena o comunque non lo è in modo immediato.

Il romanzo di Sebastiani è evidentemente scritto con trasporto e con passione, con maestria e consapevolezza: si nota uno studio attento del periodo analizzato e descritto; descrizione che non rallentano il ritmo della storia ma si intrecciano perfettamente con le vite dei personaggi.

L’unica pecca di questo romanzo, a mio avviso, è chi si sente molto la voce dello scrittore: una similitudine tra il modo di parlare della voce narrante e di quella dei personaggi, con un cambio di registro troppo lieve e velato. Ma nulla che disturbi, anzi, credo sia elemento distintivo dello stile dell’autore.

Per questo promuovo il libro e sottolineo una considerazione che ho fatto sin dalle prime pagine di lettura: le giovani generazioni dovrebbero leggerlo anche soltanto per ascoltare con un trasporto e un’attenzione diversi una parte del nostro passato, una parte del passato dell’umanità che è stata determinante per tante relazioni per tante questioni che sono ancora in ballo. Il nostro presente si costruisce sulla consapevolezza delle nostre radici, di ciò che accaduto alla storia di ciò che accaduto nel tempo all’uomo, e mi piace pensare che un libro come “Mai e sempre” possa essere una maniera trasversale di avvicinarsi a ciò che fa parte dell’umanità.

Vi invito quindi a leggere questo libro e vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel tour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( https://www.facebook.com/events/156995798194827/ ) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autore e acquistare il libro http://www.lemezzelane.altervista.org/bruno-sebastiani.html

oppure https://www.ibs.it/mai-sempre-libro-bruno-sebastiani/e/9788899964283?inventoryId=62912545

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"Le parole accanto" di Michela Zanarella

18 martedì Apr 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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altrove, amici, amore, emozioni, famiglia, gente, interno poesia, la parole accanto, libri, liriche, luighi, michela zanarella, neve, passione, poesia, poeti, polvere, scrittura, silloge, terra

Le-parole-accanto

La casa editrice Interno poesia, con il sostegno popolare promosso attraverso una iniziativa di crowdfunding, ha dato luce alla nuova silloge di Michela Zanarella, “Le parole accanto“, un lavoro egregio di intensità e musicalità impareggiabili.

Il suo meraviglioso canto è limpido e chiaro. Una poesia diretta, cantata come una carezza per l’animo, dalla quale è facile farsi cullare, rendersi partecipi nella condivisione empatica di quello che viene scritto.

La Zanarella costruisce una silloge in due parti dedicando la prima ai luoghi delle origini e dell’infanzia, quelli della sua crescita come persona. Liriche rivolte da una donna che finalmente è diventata adulta, matura, consapevole dell’insegnamento ricevuto e del senso della vita.

Vi leggo tanta serenità, quella di chi raggiunge la chiarezza d’animo dopo tanti passaggi attraverso il buio. Impossibile non lasciarsi incantare. La bellezza delle metafore, degli attimi catturati è resa ancor più sublime dalla bella penna della poetessa, che con questo lavoro conferma l’unicità del suo dono.

Sole, alba, silenzio, luna: immagini che ritornano e si ripetono, insieme a quello di campagna, memoria, pelle, altrove.

Il tu a cui si rivolgono le poesie di Michela sembra essere una persona cara alla poetessa come il padre in alcuni casi, i fratelli in altri e le confidenze confessate alla madre. In ogni caso, qualcuno legato al passato e alla sua crescita, qualcuno che le ha insegnato molto; a cui lei rivolge pensieri nei quali restituisce il dono del sapere che ha ricevuto, ciò che ha compreso della vita anche grazie al loro aiuto, alla loro guida.

La silloge, come dicevamo, è divisa in due parti.
La prima si rivela l’intimo ritorno alle origini, con poesie cantate alle persone amate e alla terra natia, alla natura primordiale che ci fa nascere e ci forma con il suo contatto.

Michela racconta l’amore e i tormenti dell’anima, ma anche la conquista di una maturità e di una consapevolezza di sé che l’hanno resa la donna che è oggi.
Una poesia che è un grido d’amore verso le proprie origini, come il ritorno nelle proprie terre, alla propria nascita, per rinascere ancora.

Poesie nelle quali la polvere, altra immagine richiamata molto spesso insieme alla neve, non fa paura anche se copre sempre tutto. La polvere segna lo scorrere del tempo ma non è temuta, non porta nostalgia, è invece elemento che racconta il tesoro che abbiamo accumulato nel nostro animo con il tempo.

La seconda parte contiene poesie dedicate ai grandi poeti, come se Michela volesse rendere omaggio a chi l’ha formata e nutrita in questo suo dono meraviglioso. E qui, se possibile, le sue capacità poetiche sono elevate ancora di più per la sua grazia, la maestria con cui racconta l’essenza di questi. Qualcosa che meraviglia il lettore.

Mi viene da pensare che l’intera silloge sia un immenso ringraziamento della Nostra alla vita, alla sua famiglia che l’ha cresciuta come persona, e ai poeti che l’hanno educata come poetessa. La poesia di Michela è qualcosa che fa bene allo spirito, agli occhi e ai sensi. Il mondo ha bisogno, così come l’anima, di una voce come la sua. Il mio amore per la sua poesia è confermato e rinvigorito mentre leggo.

Questa raccolta ha un solo difetto, è troppo breve ! Vorrei continuare a leggerla ancora e farmi curare l’animo da questa penna meravigliosa unica come solo i grandi poeti sono.

Per informazioni sulla poetessa: http://www.michelazanarella.it/

Per acquistare una copia della silloge:

Le parole accanto

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.241.

30 lunedì Mag 2016

Posted by mrosf in duemilaQ

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città, esaltazione, famiglia, mistero, mrosariaferrara, paura, scrittura, stato

La città. La casa dove nasciamo e crescendo intrecciamo rapporti, forgiamo il nostro essere. Quella che amiamo e odiamo, e che quando iniziamo a conoscere desideriamo fuggire. La città che ad un certo momento del nostro cammino ci sta troppo stretta. Quella che desideriamo raggiungere, quella che vogliamo scoprire, quella alla quale vogliamo tornare. La città che ci soffoca sotto la sua frenesia; quella indifferente e fredda; quella che calza le misure esatte del nostro spirito e ci stimola, esalta le nostre qualità. Le città che creiamo nella nostra fantasia; quelle virtuali che favoriscono mendaci fughe. La città dei sogni e quella infernale che ci logora alimentando le nostre paure. Le città piccole come villaggi o come le famiglie; quelle enormi come stati di cui non riesci a scorgere i confini ad occhio nudo. Le città da abitare e sempre scoprire, come persone.

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.A proposito di pensieri sparsi…

06 domenica Lug 2014

Posted by mrosf in A proposito di me...

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amici, basta, famiglia, gruppi, gruppo, indifferenza, rabbia, sogni

.fb mi chiede a cosa sto pensando… a troppe cose:
penso alle leggi di mercato;
penso che mò basta con lo giustificare chi non se lo merita;
penso all’indifferenza con cui vengo trattata e a quella che rivolgo agli altri;
penso a quello che sbaglio;
penso a quello che ho seminato, a quello che dovrei seminare e a come dovrei imparare a scegliere meglio i terreni da coltivare;
penso che vorrei urlare e che forse un giorno scoppierò e farò tremare i vetri;
penso che dovrei smetterla di essere accondiscendente;
penso che dovrei mandare a fanculo, ma seriamente;
penso che merito di più e non ne sono consapevole;
penso che valgo di più e non ne sono consapevole;
penso che dovrò incominciare davvero a reinventarmi, che ho incominciato e ho una paura fottuta di sentirmi ancora persa;
penso che nessuno di quelli che conosco mi conosce davvero;
penso alla mia solarità, a come cozza con il buio che ho intorno (a volte) e penso che forse cerco il sole dove non c’è e che forse è il momento di guardare davvero nella direzione giusta (che poi è dove il sole batte talmente tanto forte da farti male gli occhi, perché la verità ti libera ma solo dopo averti fatto dannare e soffrire);
penso che penso troppo e parlo poco;
penso che se mi sento fuori da un gruppo di cui pensavo di far parte forse non ne sono mai stata parte e ho voluto crederlo io;
penso che se mi metto a pensare a tutte le cose che penso non finirò mai di scriverle tutte qui… magari dopo continuo, ma ora penso che la cucina di mia madre merita molto di più la mia attenzione che non tutto quello che mi delude e spaventa e mi fa stare male;
buona domenica a tutti

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.ogni tanto sento di dover condividere i pensieri che mi attraversano al mattino.

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