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"La fragilità è un pregio" di Arcangelo Caiazzo 

07 giovedì Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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amore, Arcangelo Caiazzo, difficoltà, femminicidio, forza, fragilità, La fragilità è un pregio, poesia, pregio, romanzo, Spring Edizioni, storia d'amore, violenza sulle donne

Prima

La Spring edizioni di Caserta, attraverso le penna di Arcangelo Caiazzo, ci regala una storia d’amore che è anche un viaggio di crescita. “La fragilità è un pregio” è un romanzo d’amore e di formazione in cui i due protagonisti, Clara e Alessandro, troveranno forza e insegnamento dal loro incontro e confronto.

Ci troviamo di fronte a due personaggi molto diversi tra di loro per fragilità, esperienze personali, per il background, ma sono due persone che hanno in comune gli anni dell’adolescenza.
Entrambi si sono trasferiti in una nuova città per inseguire un sogno e una crescita professionale. Entrambi vengono da un passato che ha fatto provare loro una sofferenza anche se per motivi diversi: Alessandro ha ancora difficoltà a superare il lutto della madre, mentre Clara si trova a dover affrontare un amore finito con una persona violenta che non vuole lasciarla andare.

La storia di Clara è spunto per l’autore per sensibilizzare l’attenzione del lettore verso una problematica attuale quale quella della violenza sulle donne e il femminicidio, ma la storia narrata non approfondisce questo punto, né ci riserva un’evoluzione in questo senso. Serve, invece, ad accompagnare il lettore in una riflessione sulla crescita personale delle persone, aldilà di fatti più o meno traumatici che possono accadere. L’autore vuole, attraverso i suoi personaggi, sottolineare quanto sia importante il pensiero positivo per raggiungere i propri obiettivi; quanto sia importante credere e avere fiducia nelle proprie capacità e nei propri sogni ; quanto sia importante concedere fiducia e lanciarsi nelle nuove avventure per darsi delle opportunità.

“La fragilità è un pregio” è una storia d’amore, racconta la storia di due persone che si trovano e si innamorano, di due persone che devono superare le proprie paure per donarsi all’altro, e due persone che si stupiscono di quanto riescono a provare l’uno verso l’altro, ma anche di quanto sia importante essere uniti e non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che si possono incontrare, dagli ostacoli che inevitabilmente vengono a trovarsi lungo il cammino. I due protagonisti con la loro storia vogliono insegnarci che le difficoltà possono diventare opportunità per voltare pagina e scegliere nuove direzioni.

Arcangelo Caiazzo ci presenta un romanzo leggero dal ritmo veloce, che nonostante l’approccio, l’avvicinamento e l’accenno di alcune problematiche più difficoltose, si rivela una lettura facile, e conduce con leggerezza verso l’ultima pagina.

Per info sull’autore http://springedizioni.it/prodotto/la-fragilita-e-un-pregio/

Per acquistare il libro La fragilità è un pregio

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"Salve amici della notte, sono Porzia Romano" di Rita Angelelli

13 lunedì Feb 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

amici, bellezza, cicatrici, condivisione, coraggio, corpo deturpato, dolore, femminilità, fondo, forza, forza d'animo, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, lettere, libri, malasanità, messaggi, on the road, Porzia Romano, recensione, Rita Angelelli, romanzo, scrittura, sofferenza, viaggio, vita

immagine

Chissà a voi altri lettori cosa vi ispirano l’immagine di copertina e il titolo di questo lavoro di Rita Angelelli, “Salve amici della notte, sono Porzia Romano“, edito da La Mezzelane Casa Editrice.
A me personalmente, preannunciava un giallo, e immaginavo che Porzia Romano fosse una detective alle prese con la soluzione di un omicidio.

Ma mi sbagliavo.

Prima ancora dell’introduzione, il libro si apre con una poesia dell’autrice, una poesia profonda, tagliente, struggente, parole che lacerano prima ancora di sapere quale sarà la storia. Una vera e propria lettera a cuore aperto che ci rivela che il racconto che stiamo per leggere è basato su fatti realmente accaduti che hanno segnato la vita di chi scrive.
È la lettera sofferta di una donna di cui si intuisce la forza e la determinazione al di là di tutte le sofferenze affrontate.

Porzia Romano è, quindi, solo una speaker radiofonica che fa da ascoltatrice per la vera protagonista di questo libro, che è, invece, una donna che viaggia nella notte verso Modena dove dovrà sottoporsi ad una ennesima serie di esami e controlli medici. La protagonista, spinta da un impulso che ha il sapore di un bisogno di raccontarsi, decide di intervenire telefonicamente durante la trasmissione di Porzia e si definisce Anonima, anche se poi si prepara a mettersi a nudo e raccontare tanto di sé.

Il dolore ha segnato non solo il suo l’animo, ma anche la sua pelle con cicatrici profonde, “tante che già sembra la superficie della Luna“. L’argomento è la femminilità, quella di una donna il cui corpo è stato deturpato dalla malattia e dalla malasanità. La sofferenza di una donna che non solo ha visto il suo corpo colpito da una atroce malattia, ma ha sperimentato anche le profonde ferite dell’animo di una persona che non riesce più a sentirsi desiderabile, amabile perché sfigurata nel corpo dall’incompetenza e dalla superficialità di chi invece dovrebbe prendersi cura della nostra salute.

Rita racconta in queste pagine la sua storia di vita personale, la sua storia di dolore, malasanità e femminilità distrutta. Il tono stanco e arrabbiato penetra dentro e contagia il lettore.
La telefonata a Porzia è intervallata da brevi testi in corsivo che sono veri e propri sfoghi di dolore e sfinimento in una lotta contro l’ingiustizia e contro il mal di vivere che segna il proseguimento della storia di vita di Anonima. Rita ci regala pensieri e parole intime nate dal suo dolore. Ci conduce per mano dal fondo della sofferenza fino alla luce della consapevolezza.

Come la protagonista stessa dice, scrivere la aiuta a sfogarsi, a parlare di sé. Viene quindi celebrata la funzione terapeutica della scrittura, e il dolore provato nell’intimo si trasforma in parole.

La voce di Anonima è la voce di chi vive una condizione vergognosa; la voce di una donna che ha sofferto tanto. La durezza del tono usato è indicativa di un percorso tortuoso di indignazione, di un’ingiustizia subita. Ci vuole coraggio a raccontarsi, così come ce ne vuole a spogliarsi, a spegnere la propria sensibilità per sopravvivere e ricostruirsi. Una storia che racconta una realtà purtroppo vera e purtroppo ingiusta che ti costringe a diventare duro, impassibile, insensibile. Cadere fino al fondo, oltre quel fondo dove le ingiustizie ti hanno spinto, restarci tutto il tempo necessario a rivestirsi di nuova pelle.

Ho avuto la fortuna di conoscere Rita personalmente, e mentre leggevo il libro la rivedevo nei miei ricordi con la sua energia, la sua instancabile passione. La rivedevo correre e pensare a tante cose da fare, al suo entusiasmo, e ho sentito di avere avuto accesso ad una parte intima di lei.
Ci vuole un’incredibile forza d’animo per affrontare tutte le ingiustizie, le sofferenze fisiche e morali subite da lei e narrate da Anonima, e pensare che si tratta di una storia veramente accaduta (come tante oggi) è agghiacciante.

Nulla è ancora risolto alla fine di queste pagine, non c’è un vero lieto fine, ma si apre uno spiraglio che nasce da dentro la voce che narra e vive tutta la vicenda in prima persona. Quella voce che oltre a condividere un pensiero e una terribile esperienza ci lascia un consiglio, un esempio.

Mi viene da pensare che la notte del titolo e anche del momento in cui avviene il viaggio con Porzia non sia una scelta casuale ma una intenzione voluta dall’autrice. La notte usata come metafora di una fase difficile e buia della propria vita, una prova senza luce da affrontare come l’ignoto nel quale non si hanno certezze. Una notte da cui non ci si può sottrarre se non attraversandola con coraggio. E il coraggio che mostra la nostra Anonima è proprio quello di spogliarsi, tirare giù la maschera e raccontarsi nell’intimo.

Rita ci permette di entrare nella sua vita e nella parte più scomoda di essa. Ci vuole coraggio a farlo così come ci vuole coraggio ad ammettere a se stessi che alcune prove a cui ci sottopone la vita dobbiamo affrontarle e superarle da soli. Solo in questo modo potremmo guardare in faccia i nostri demoni e sconfiggerli.

Credo che “Salve amici della notte, sono Porzia Romano” sia un libro che dovrebbero leggere in molti, soprattutto chi ha bisogno di essere ascoltato, chi ha bisogno di essere spronato ad urlare il proprio dolore, la propria rabbia.

Per informazioni su Rita Angelelli http://lemezzelane.altervista.org/rita-angelelli.html
Per info e acquisto libro http: Salve amici della notte, sono Porzia Romano
oppure //www.lemezzelane.altervista.org/negozio/index.php?id_product=3&controller=product

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.242.

31 martedì Mag 2016

Posted by mrosf in duemilaQ

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adrenalina, fiducia, forza, idee, mrosariaferrara, passione, pensieri fissi, scrittura, tarli

I Tarli. Quelli che stanno lì a rosicchiare e intaccare la superficie fino al fondo. Quelli come pensieri fissi, messi in testa dalle persone quando vaghi nella confusione; quando è facile rimuginare e fraintendere, e ti spingono in un vortice che ruota verso il basso. Quelli, come idee improvvise, che alimentano l’adrenalina e l’energia e ti spingono ad agire, a rialzarti forte e fiducioso. I tarli che rovinano le cose lentamente e a volte te ne accorgi troppo tardi. I tarli che logorano e distorcono i pensieri e i ragionamenti, e possono determinare delle conseguenze irreparabili. Quelli da schiacciare con urla e calci per tornare a respirare e proteggere qualcosa di prezioso. I tarli da scacciare per poter procedere verso qualunque meta senza affanno.

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.129.

23 lunedì Mar 2015

Posted by mrosf in duemilaQ

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abbandono, abbraccio, coraggio, forza, profondo, solitudine, verità, vita

L’abbandono, che inizia silenziosamente molto prima che siano pronunciate le parole “vado via!”, e che logora senza che si sia consapevoli. L’abbandono di una strada sbagliata, di una persona nociva. Quello, fatto con dolore e coraggio, di una finta sicurezza a cui ci si adagia. L’abbandono di se stessi in un abbraccio che è come una resa. Quello che svuota per creare nuovo spazio da colmare. L’abbandono subito e quello scelto, necessario per ricominciare. L’abbandono che stordisce, disorienta, fa perdere la via prima di ritrovare quella giusta. L’abbandono che fa sentire soli, di una solitudine a volte necessaria per ascoltarsi nel profondo e riscoprirsi. L’abbandono che è come cadere, sgretolarsi, e poi ricostruirsi più forti.

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.Padrona del mio tempo.

14 martedì Ott 2014

Posted by mrosf in A certain shade of me

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coraggio, essenza, fiume, forza, mattino, ossigeno, paura, primavera, ria, sentire, solea, tempo

Perdonami
se non riesco a donarti il primo sorriso del mattino.
Perdonami
perché resto ancora un essere debole e arrendevole
Perdonami
perché non riesco ancora a vedere con gli occhi del mio volto
né lascio sentire quelli del mio cuore.

Quello che cerco è il sollievo
del mio spirito
e un sorriso carico di tutte le gioiose sorprese che custodisce un nuovo giorno
prima di farmene dono.

Vorrei passeggiare nei prati di primavera e raccogliere i colori più belli del mattino
scuoterli dalla rugiada che li avvolge dalla notte appena passata
e annusarne la calda essenza

Vorrei specchiarmi
nelle trasparenti acque del tempo che scorre e scoprire sul mio volto riflessi i segni felici dei ricordi più belli

Alzare lo sguardo verso la sorgente e scoprirmi l’essere meraviglioso che genera tuta questa felicità

Vorrei nuotare senza paura
ma con curiosa eccitazione
verso la foce del fiume e solcare le onde di un nuovo mare,
saperne leggere le immagini e scoprire di non avere paura di ciò che devo ancora affrontare,
scoprire che se giungo a quel momento con un sorriso vivrò un istante di felicità senza fine.

Perdonami
se ho paura di tuffarmi in queste acque buie
Trattengo il fiato da troppo tempo
e vorrei volare in alto tra le nuvole
per riempire il mio corpo si ossigeno e sentirmi leggera
mentre mi sollevo senza peso a fare capriole per solleticare il mio ego
Se potessi respirare senza sentire il peso del tempo sul mio cuore
Mi tufferei dalla cima più alta
e accoglierei il bagno blu di quelle acque
nel modo più degno per loro e per me
E tornerei ad essere padrona del mio tempo

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.Butterfly.

09 giovedì Ott 2014

Posted by mrosf in A certain shade of me

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ali, battere, capacità, coraggio, cuore, energia, farfalla, forza, impeto, petto, primavera, salto, sangue, scelta, scorrere, volo

Una lotta
per nutrire le proprie forze
e renderle più impetuose di qualunque ostacolo
Scalfire le preti del bozzolo e creare uno spiraglio
la via per fare entrare l’aria
la via per filtrare la luce
Indurre una crepa da rendere sempre più grande
e conquistare
con crescente determinazione
il proprio posto nel mondo

Sentire sulla schiena
quelle ali colorate che solleticano
urlano la propria volontà
di stendersi vigorose al sole
e ondeggiare leggere nel vento
E non riuscire a ignorare oltre il loro desiderio di volare
Accoglierlo come nuova energia
per continuare a colpire e lottare
lottare e conquistare
il diritto di sognare e realizzare il proprio sogno

Ciò che prima ti avvolgeva e
nel suo tepore
ti proteggeva
ora è un involucro soffocante
da sostituire con gli ampi spazi di uno sconfinato universo
L’idea della sua grandezza ti mozza il fiato
L’immagine della sua straordinaria e variegata esistenza
ti colma il petto di respiro
E nelle vene il sangue ribolle
batte negli arti, più robusti e solidi
tanto da indurre colpi secchi e fatali al tuo nido da abbattere

Lacrime e sudore
si mescolano sul tuo viso
Paura e sicurezza
lottano in un polverone confuso
Dietro te lasciano segni e cicatrici
Ma fuori il tuo animo si veste l’impetuosa e affascinante visione di ciò che senti di essere
e che sarai alla fine di questa lotta

Piccola grande farfalla
abbandoni finalmente quel che resta di quel che eri per il mondo
e voli via
a conquistare una nuova primavera
a costruire con le tue energie un disegno rinnovato
ignoto
ma scaldato dal tuo stesso sole
E a colorare
con la luce che attraversa le tue ali sottili
te stessa
il tuo percorso
tu.

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