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"Lo strano caso dei tre nubiani" di Francesco Signor

18 lunedì Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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amici, emozioni, Francesco Signor, gente, giovani, ironia, lavoro precario, libri, mistero, ninfomania, nuovi autori, romanzo, round midnight edizioni, sarcasmo, sesso, tre

strano caso

La ‘Roundmidnight Edizioni presenta il romanzo di Francesco Signor, “Lo strano caso dei tre nubiani”, in un formato delizioso e comodo da poter portare dovunque; ottimo per le vacanze estive e per qualunque viaggio. Un piccolo scrigno che contiene come sempre ottima compagnia è ottima ricchezza da cui attingere.

Sin dalle prime pagine il tono è simpatico e allegro, a tratti surreale, soprattutto per quanto riguarda il personaggio protagonista nonché voce narrante della vicenda.

Anna è una ragazza “facile”, e definirla facile e poco. Direi piuttosto che è una ninfomane e ogni azione, ogni scena, ogni suo pensiero rimanda ad allusioni esplicite, a rapporti sessuali e al sesso in generale.

Ovviamente l’autore presente il tutto in modo simpatico, con un ritmo veloce.

In sottofondo, sin dall’inizio ci si sente in presenza di un mistero o qualcosa di losco da svelare. Si ha l’impressione che Anna sarà protagonista di una vicenda insolita.

Come sempre, per quanto riguarda molti dei libri della ‘roundmidnight edizioni, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un lavoro di ironia, scritto con un ritmo incalzante che rende la lettura interessante e piacevole.

Al di là della storia assurda, e delle vicende ironiche che sono vissute della protagonista, abbiamo sullo sfondo la denuncia di una situazione lavorativa purtroppo molto nota ai giovani di questa generazione, ovvero la realtà di chi fa dei lavori precari e che, pur di mantenere un minimo di entrata, accetta una situazione di semi-schiavitù.
Questo aspetto viene denunciato “quasi in sordina”, ma io l’ho sentito con molta forza e credo che sia in grado di creare un legame di empatia tra l’autore e quei lettori che si sono trovati in situazioni lavorative simili. Ci troviamo di fronte alla denuncia sarcastica di una realtà lavorativa quale quella dei precari che fa da sottofondo a tutto il racconto ma che comunque è narrata in tutta la sua tragicità e quindi non risparmia indignazione.

“Lo strano caso dei tre nubiani” è una storia in cui aleggia costantemente un mistero inspiegabile che non sono sicura si risolva alla fine del libro ma è motivo di evoluzione della storia. La nostra protagonista non si tira indietro (in ogni senso e in ogni situazione direi), ma nel momento più difficile riscopriamo che è una persona comunque dolce e tenera che crede nei sentimenti e nell’amicizia, e che anche nel momento più difficile non perde il suo senso dell’umorismo.

L’autore vuole non soltanto parlare di alcune problematiche ma anche invitarci a sorridere ironicamente sui guai che ci capitano tutti i giorni.

Un altro libro del catalogo ‘roundmidnight che non mi delude.

Per notizie sull’autore http://www.roundmidnightedizioni.it/book/lo-strano-caso-dei-tre-nubiani/

Per acquistare il libro Lo strano caso dei tre nubiani

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Elisa D'Andrea risponde a bruciapelo!

13 mercoledì Set 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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autrice, crescita, Elisa D'Andrea, emozioni, giovane, nuovi autori, oltre la realtà, paura, poesia, poetessa, reality, sentimenti, silloge, Spring Edizioni

Elisa

Buongiorno amici lettori,

ecco a voi l’intervista a bruciapelo di Elisa D’Andrea, giovane poetessa conosciuta in occasione della terza edizione di “Libri in mostra (e scrittori al seguito)“, autrice della silloge “Oltre la realtà – Beyond reality” edito da Spring edizioni.

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

La mia musa non è una persona ma sono le persone, partendo dai giovani adolescenti alle persone più anziane. Credo fortemente che ogni persona ha qualcosa da raccontare, che sia una storia o un semplice bizzarro episodio. Ed è grazie a loro, oltre alle mie esperienze personali che riesco a trasformare in una poesia ciò che narrano e ciò che vivo.

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

Fisicamente provo un miscuglio di emozioni diverse. A partire da un immensa gioia fino alla tristezza. Tutto dipende dal mio stato d’animo, ma non solo, anche da ció che le persone mi trasmettono, da ciò che decido di trasformare in versi. Ma un’emozione fisica ed anche mentale che provo sicuramente è la libertà. Quando scrivo mi sento libera ed è l’unica casa che non cambierò mai.

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

La passione per la scrittura è più un dono per me. Un dono divino non per tutti. É la mia salvezza, la mia ancora, il mio rifugio .

Per informazioni sull’autrice http://springedizioni.it/project/olre-la-realta-beyond-reality/

Per l’acquisto Oltre la realtà. Beyond reality. Ediz. multilingue

 

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Marco Mazzanti risponde a bruciapelo

31 mercoledì Mag 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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amici, emozioni, gente, intervista, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, libri, Marco Mazzanti, nuovi autori, on the road, TheCreationist, universo, vita

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Buongiorno cari lettori,

oggi per la nostra rubrica A Bruciapelo risponde Marco Mazzanti, autore, tra gli altri, del recente “Ragazzi di Carta” edito da Le Mezzelane Casa Editrice e di cui potete trovare la recensione a questo link

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

Un luogo? Il luna park di quando ero piccolo.
Una melodia? La colonna sonora del film Code 46, di Michael Winterbottom.
Un momento della giornata? Il tramonto.
Una persona? Non so rispondere.

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

Ho come la sensazione di essere travolto da milioni di caramelle colorate.

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

Né l’uno né l’altra. Direi una perdizione

Per informazioni e acquisto:
Le Mezzelane Casa Editrice sito http://lemezzelane.altervista.org/ pagina fb https://www.facebook.com/lemezzelane/?fref=ts
Ragazzi di carta pagina fb https://www.facebook.com/Ragazzi-di-carta-1256227714422306/?fref=ts
Marco Mazzanti https://www.facebook.com/profile.php?id=100012744602137&fref=ts

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Mario Bergamo risponde a bruciapelo!

24 mercoledì Mag 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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emozioni, fantasia, letteratura, libri, Mario Bergamo, messaggi, musa, nuovi autori, on the road, passione, Rapsodia Edizioni, rubrica, scrittura, SNY, Sognando New York, TheCreationist, universo

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Cari lettori,
oggi inauguriamo una nuova rubrica BlaBlaBook ospitando il giovane autore campano, Mario Bergamo, che risponderà per noi a tre domande a cui l’ho sottoposto A BRUCIAPELO.

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa? 

La mia musa ispiratrice è l’Amore stesso!
Mi piace scrivere dell’amore e di conseguenza penso che sia questo sentimento a rivelarsi a me, è lui stesso che mi ispira a scrivere storie.
Ho capito questa cosa proprio recentemente, perché stavo scrivendo qualcosa di diverso dal solito romanzo d’amore, ma dopo un po’ mi sono reso conto che non lo stavo facendo con lo stesso entusiasmo.
Così ho dovuto fermarmi.
Amo scrivere storie d’amore e partendo da qui tutto si sviluppa passando da momenti di giornate, da melodie di canzoni, a scrivere in determinati luoghi.
Affermo tutto questo senza voler essere presuntuoso, ma solo con la consapevolezza che davvero mi basta pensare all’amore, dentro di me nasce subito una storia da scrivere… prendendo ispirazione da qualsiasi cosa…

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

 All’inizio quando nasce un’idea dentro di me è tutto così bello!
Poi quando subito dopo inizio a fare una breve sinossi mi sento in fibrillazione, mi sento vivo, eccitato e dentro di me c’è una vibrazione così potente che mi sembra di manipolare la magia della scrittura, vivo un periodo di “illusione-reale”.
Il periodo seguente quello della prima stesura invece mi porta a dare tutto me stesso, mi azzero con il mondo reale, vivo con i miei protagonisti, entro nel libro con loro e questo inevitabilmente comporta che alla finire arrivo distrutto!!! Svuotato completamente sia a livello psicologico che fisico!!!
Tanto che nei giorni che seguono la fine della prima stesura non sono nemmeno in grado di scrivere una frase di senso compiuto!!!
Ci metto poi mesi a riavere un’idea brillante che di solito poi non si rivela neanche quella del mio lavoro successivo. 

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

 Un dono, assolutamente!!!
Penso che non ci sia una cosa più bella al mondo di scrivere una storia tutta tua.
Chi scrive romanzi o storie di ogni genere va oltre il mondo reale e vederlo non può essere una maledizione.
Non tutti riescono ad andare oltre la realtà  e seppur riescono ad andare oltre con l’immaginazione, poi non è detto che abbiano il “dono” di dargli vita, scrivendolo!
Tirare fuori tutto quello che si ha dentro, creare mondi e personaggi è un potere speciale.
Quando rileggo scene scritte da me, mi commuovo, perché penso che prima di allora non esisteva al mondo una cosa così.
Muovere personaggi, oggetti e tempo a proprio piacimento è pura magia.
Scrivere è davvero un dono magico, ed io ringrazio Dio ogni giorno per avermi fatto questo dono. Forse non scriverò mai un bestseller, però scriverò di sicuro fino a quando ne avrò la forza, perché scrivere mi fa sentire vivo!

Mario è alle prese con la sua prima fatica letteraria, “Sognando New York” edito nel 2016 da Rapsodia Edizioni.
Se volete conoscerlo meglio, vi invito a fare un salto sulla sua pagina facebook https://www.facebook.com/SognandoNewYork.2013/?fref=ts

Se invece volete acquistare il libro seguite il link Sognando New York

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"Pistole, vita e mutande di gente perbene" di Salvo Barbaro

22 mercoledì Feb 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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autore, carneficina, condivisione, emozioni, enigmi, gente, gente perbene, Le Mezzelane Casa Editrice, libri, mutande, nuovi autori, nuovi libri, pistole, racconti, salvo barbaro, scrittura, vita

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Copertina accattivante, titolo che non lascia presagire nulla di romantico, La Mezzelane Casa Editrice ci presenta così la prima fatica letteraria di Salvo Barbaro, “Pistole, vita e mutande di gente perbene“. Una raccolta di tre racconti che trattato tematiche attuali, forti e scomode.

Il ritmo della scrittura è veloce, non lascia tempi morti o cose in sospeso; è essenziale, quasi giornalistico, talvolta può sembrare sbrigativo, ma è una particolarità che non toglie nulla alla narrazione. La voce narrante è molto distaccata e riesce ad essere cruda, obiettiva, spietata anche.

I primi due racconti sono storie di vite spezzate, in un paese malsano, malato, infettato da tradimenti, droga, malavita e prostituzione. Storie di vite che cercano uno spiraglio che dia loro voglia di continuare a trovare una salvezza, una svolta. Invece, nel ritmo veloce della narrazione, è tutto un vortice che tira verso il basso, verso la perdita e la morte.
È facile perdere le speranze dove non c’è neanche uno spiraglio e le persone vengono stroncate nei loro tentativi di redenzione.
Le tragedie che si susseguono nel giro di pochi giorni giustificano e rendono inevitabile l’alimentazione dell’odio che dà il titolo a questo primo racconto.
Ma è davvero tutto privo di speranza? È davvero tutto inutile?
Forse c’è un appiglio e la resa può sembrare smentita. I miracoli forse accadono.

Lo sfondo su cui si disegnano le vicende sono quelle di piccoli paesi di provincia dove il pettegolezzo regna sovrano tra coloro che fingono di non sapere.
Tra le righe tanti spunti di riflessione.

Salvo ci tiene sul pelo dell’acqua, con una scrittura schietta ed essenziale. Gli accadimenti si susseguono senza nemmeno avere tempo di metabolizzarli realmente, proprio come una raffica di pugni al volto e allo stomaco.
Ad ogni racconto concluso devi fermarti e prendere fiato, come se li avessi letti in apnea. E ti accorgi, sia nel primo che nel secondo racconto, che speravi in un lieto fine, a cui forse non credevi nemmeno tu veramente.

Un libro che è una carneficina continua, senza sosta, senza fiato. Una denuncia dell’ignoranza, della sete di potere del più forte, dell’assenza di reazione del più debole, del popolo che subisce come fosse la norma tutto quello che accade.
Tra questi spiccano quei personaggi coraggiosi, quei pochi che vogliono cambiare.
E il lettore si domanda se riusciranno mai a fare giustizia.

Il terzo racconto è quello che ho preferito tra tutti. E’ di più facile immedesimazione perché è il racconto di un ragazzo del Sud che ha vissuto l’adolescenza un po’ come me, in un posto come me, e che sta vivendo il dramma del precariato come me e i miei coetanei. La sua esperienza e i suoi stati d’animo sono comprensibili. Un vissuto semplice con argomenti molto attuali.

Ogni paragrafo fa un salto in un momento della sua vita diverso, ed è un vagare che non confonde, non disturba, anzi intenerisce.
È un racconto che trovo molto commovente proprio forse per la sua semplicità, per la sua onestà.
Mi piacciono questi salti nel tempo che mi permettono di affezionarmi al protagonista perché me lo fanno conoscere nei momenti più importanti della sua vita.

Ho amato questo racconto perché è stato come essere tirata al suo interno con eguale forza e delicatezza dalle parole e dai toni di Salvo. Sensazioni opposte, eppure tutte forti.
Ho condiviso tante delle vicende narrate, mi ci sono sentita io stessa protagonista. Troppe storie, troppi drammi, troppo tutto condiviso. Così come quella inspiegabile speranza che, nonostante le difficoltà e le bastardate a cui ti sottopone la vita, non smette di farti sentire fiducioso, andrà bene, questa è la volta buona.

La cosa più bella è l’onestà che trapela dalla penna di Salvo. Non ci sono giri di parole. Perché la vita, a un certo punto, nei ricordi diventa una serie di immagini incollate l’una all’altra dalle emozioni provate. Quelle sensazioni che tra le righe saltano fuori a seconda della sensibilità del lettore.
Salvo diventa voce di una parte dell’animo della generazione a cui appartengo, quella del lavoro galoppante e del mettersi sempre in gioco nonostante una stanchezza emotiva e fisica preoccupante che sfinisce, abbatte ma non uccide.
La sua storia diventa storia di tutti. E nonostante non sia una favola, è bello leggerla, lasciarsi cullare da quei nei che la affollano. Perché è verosimile, convincente e credibile. Perché è come la vita vera.

Per info sull’autore: http://www.lemezzelane.altervista.org/salvatore-barbaro.html

Per acquistare il libro: Pistole, vita e mutande di gente per bene
oppure http://www.lemezzelane.altervista.org/negozio/index.php?id_product=15&controller=product

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"Vangelo yankee" di Nicolò Gianelli

31 lunedì Ott 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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America, autore, dipartita, far west, Nicolò Gianelli, nuovi autori, on the road, passione, pionieri, romanzo, round midnight edizioni, scrittura, sogno americano, vangelo, vangelo yankee

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248 pagine in un piccolo scrigno formato 10×15, “Vangelo yankee” di Nicolò Gianelli è un gioiello prezioso confezionato dalla ‘round midnight edizione.

Il romanzo racconta un viaggio strampalato on the road di un gruppo strampalato di ragazzi il cui cammino si incrocia a quello di personaggi surreali e insoliti. Le persone diventano tappe così come gli stati della costa occidentale dell’America del Nord. Strade immense e un viaggio che si vuole fare fuori da ogni schema (alla ricerca di Lui).

Il linguaggio, la scrittura hanno la stessa andatura di un giro sulle montagne russe: scalate e discese vertiginose che danno ritmo alla lettura.
Un viaggio a ritroso con i capitoli. Un vagare tra fatti verosimili e situazioni surreali che diventano metafore di un vagare, persi.
Le vicende e la loro narrazione emanano l’odore di una costante sbronza: interminabile, divertente, menefreghista. Accade tutto barcollando, ecco la sensazione: un simpatico e allegro capogiro da sbornia. E come tutte le ubriacature, ha un retrogusto amaro triste malinconico.

Nel tono si percepisce qualcosa che fa male, un tormento. E se il viaggio, questo vagare on the road nel sogno americano, fosse una fuga in cerca di una smentita dalla vita? Vita maledetta che fai tanto male per quanto sei bella!

La voce narrante a tratti sembra quella di un cowboy, quella dei vecchi film ambientati nel lontano west da conquistare. E a noi sembra di essere lettori pionieri; sembra di vivere le avventure di chi ha conti in sospeso da saldare. L’avventura, però, è quella di quattro ragazzi che inseguono, a bordo di una “balena bianca“, il moderno sogno americano con la stessa voce, lo stesso tono dei pionieri che seguivano quello della conquista di nuove terre.
Il loro viaggio ha una colonna sonora: ogni capitolo si conclude con il suggerimento del titolo di una canzone mandata dallo stereo della balena bianca. Canzoni che vi consiglio di cercare e ascoltare alla fine di ogni capitolo, come a sostare per far raffreddare il motore e lasciar decantare le emozioni, le immagini e le vicende lette; avvicinarsi, canzone facendo, al capitolo successivo, leggendo le pagine in corsivo che fanno da intermezzo (se siete troppo pigri, qui trovate la playlist che ho fatto per me https://youtu.be/GoA_zY6tqQw?list=PLgXOY6goL00BT9OC9l0yMAjDI1ZOyCcCj )

Nicolò Gianelli, con tono ironico e stile brillante, ha la notevole capacità narrativa di un poeta beat; diventa voce di una generazione alla ricerca di un sogno, alla ricerca di un riscatto; una generazione che intanto affoga in brevi sprazzi di oblio alcolico per trovare solo un sollievo momentaneo.
Nicolò trasforma ogni cosa in personaggi con le proprie personalità distinte: un cactus, una Cadillac, lo stesso lago diventano vivi e dotati di parole e pensieri. Ogni cosa è avvolta dal fascino cinematografico, come se le strade delle città americane fossero un enorme set. Tutto sembra pervaso da pericolo, tutto sembra losco, tutto può vestirsi di morte e contemporaneamente proseguire in modo normale. Ma mai in modo banale e anonimo. Nicolò trasforma il viaggio in un volo nell’universo.

Conclusa la lettura di “Vangelo Yankee” ho l’animo scombussolato, come fossi distesa sotto i morsi di una montagna di parole etiliche, di emozioni alcoliche; una sbornia colossale di sogni, con la vita che mi fa tremare le gambe, spaventate ed eccitate perché non so quale possibilità mi capiterà domani.
Finito di leggere Vangelo – che non è un Vangelo ma il racconto di un sogno non privo di dubbi e paure, reso solo più fantasioso per trovare un modo in grado di smorzare questa fottuta paura di vivere, questa vita che spaventa – ho la testa sognante, innamorata di questa favola. Adoro le favole irreali che non mi nascondono la realtà, anzi cercano di presentarla in modo bizzarro, che poi è il modo per dire alla vita “Guardami, io rido, riesco a trasformare in bellezza anche lo spavento che mi butti addosso. Sì, questa è bellezza. O forse vuoi negare che leggendomi non hai sorriso?”
Io ho sognato, anche se ho sentito tanta malinconia; ho sognato e amato tutti gli assurdi personaggi che prendono vita tra queste pagine.

La lettera dei genitori e le parole della sua editor in chiusura del volume mi fanno comprendere che Nicolò ha deciso di intraprendere un viaggio estremo il 3 luglio 2015. Ed è davvero un peccato pensare che questo ragazzo non ci regalerà altre opere.
Vorrei quasi che questo viaggio non terminasse, e vorrei farti mille domande, Nicolò, per capire da dove nascono queste pagine e cosa le ha suscitate, perché è evidente che dietro vi si nasconde un universo tormentato.
Mi chiedo dove hai imparato a scrivere così, dove hai imparato a dominare con tanta maestria la tua penna che è così felice da alzarsi dal coro e distinguersi.
Mi piacerebbe chiederti a chi ti ispiri, chi ha nutrito la tua cultura. Il tuo stile mi ricorda quello degli autori beat, ma anche quello di Boris Vian che con “La schiuma dei giorni” mi ha fatto provare amore fino alle lacrime e sognare in un mondo di favole irrazionali, illudendomi che tutto fosse possibile.

Salgo di nuovo sulla balena bianca, metto su la compilation che tu mi hai suggerito strada facendo, e mi tuffo ancora un po’ nel tuo viaggio, mentre a te ti immagino a bordo della Dipartita in attesa di lanciarti in un nuovo tramonto.

Per info e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/vangelo-yankee/

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"Siamo tutti figli di Caino" di Paolo Battista

06 giovedì Ott 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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amore, Caino, degrado, droga, editoria, figli, libri, nuovi autori, Paolo Battista, passione, Roma, salvezza, scrittore, scrittura, tossicodipendenza, trainspotting

caino

Una speranza, sporcata da rabbia e frustrazione. La voglia di cambiare e la gabbia infame della droga. Il primo romanzo del poeta irpino Paolo Battista, “Siamo tutti figli di Caino” edito dalla AlterEgo Edizioni, è un racconto che ti strattona da subito e ti costringe ad entrare nella trama, senza delicatezza. Da subito si impone e ti agita, e ti appende sospeso tra lo schifo di una realtà crudele e bastarda e la voglia di vivere bene.

Con una scrittura ricca di poesia ma anche priva di filtri, Paolo trascina il lettore nel calderone dove si incontrano personaggi sbandati, ragazzi sbagliati con i sentimenti annebbiati dalla dipendenza. Il suo intento è quello di riportare l’attenzione su una realtà che non si conosce e si trascura; un problema sul quale non ci si sofferma a riflettere ed analizzare, ma si giudica dal’esterno.

Qui abbiamo tanti personaggi, tutti con caratteristiche molto forti che sembrano paradossalmente cadaveri confusi ricchi di emozioni, con il respiro affaticato dal degrado che è la loro quotidianità.

Tante, troppe storie, tutte di un malessere insuperabile sul ring della vita, dove si tenta di tenere alta la difesa ma si finisce per prendere solo tanti pugni in faccia. E chi sarà a vincere?

Questo libro è un urlo di protesta, una richiesta di attenzione rivolta alla società che non ascolta più i disperati e continua ad emarginarli; una lunga poesia beat di indignazione.

Il punto di forza sta proprio nella scrittura: sia quella che muove il protagonista che sogna di pubblicare i suoi scritti; sia quella del narratore che non risparmia immagini incantevoli con la sua arte.

Si sente la voglia di vivere e di farcela e di stare bene lontani dalla droga, si sente in ogni pagina e non lo risparmiano nemmeno i personaggi con le loro battute. Persone degradate che sono luoghi in una Roma frenetica, e che arrivano ogni giorno con le loro sfumature cariche di una vita che con loro è stata ed è crudele.

Ti aspetti una svolta ad ogni pagina, perché è forte anche il desiderio di cambiare e la speranza di riuscirci, ma, ad ogni pagina non sembra essere mai abbastanza e viene ogni volta è smentito.

Così si arriva all’ultima pagina col fiato sospeso e con un epilogo dalla bellezza disarmante!

Paolo Battista ci prende a pugni e apre in noi una breccia nella quale riesce ad infilare emozioni che ti scuotono e ti fanno pensare, ti fanno sentire!

Per informazioni su Paolo Battista e i suoi scritti https://www.facebook.com/paolobattistalibri/?fref=ts
Per l’acquisto del romanzo http://www.alteregoedizioni.it/tutti-figli-caino/

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"Ragazzi di Carta" di Marco Mazzanti

29 giovedì Set 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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aditoria, Le Mezzelane Casa Editrice, libri, Marco Mazzanti, nuovi autori, passione, poesia, raccolta racconti, ragazzi di carta, scrittura

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Finalmente torna ad incantarci Marco Mazzanti con un suo nuovo libro, “Ragazzi di carta” edito dalla neonata “Le Mezzelane Casa Editrice“.

Con i suoi precedenti lavori, Marco ci ha abituati ad un mondo sospeso a metà strada tra la realtà e la fantasia, ricco di personaggi insoliti e situazioni magiche. La sua scrittura è sempre stata contrassegnata da uno stile fantasy che si differenzia da quello comune.

C’è da dire però che con questo lavoro, Marco annuncia un nuovo corso: si tratta infatti di un volume dal ritmo delicato dei racconti che si alternano alle poesie. E ciò che viene raccontato ed espresso in queste pagine sono emozioni di tutti, esperienze comuni esposte attraverso la lente dell’animo e dell’occhio sensibile.

Il formato del libro, l’immediatezza dei racconti e delle poesie suggerisce una lettura veloce, ma è un libro avvolgente da leggere dovunque, per strada, al mare o al luna park; da leggere lentamente per entrare in comunione con la voce narrante e i personaggi. Un testo nell’alone della luce soffusa, di una luce notturna e delicata, un testo sussurrato anche se poi tutto ciò che viene scritto da Marco Mazzanti è molto forte.

I ragazzi di carta siamo noi: giovani, uomini, donne che decidono di scrivere la vita sulla propria pelle, vivendola giorno dopo giorno. La pelle diventa carta per le emozioni da accogliere mentre si fa esperienza della vita. E le emozioni scandiscono gli istanti che scorrono col tempo dentro il nostro petto, nel nostro sentire, e finiscono per confluire sui segni che la vita scrive sulla nostra pelle.

Per informazioni e acquisto:
Le Mezzelane Casa Editrice sito http://lemezzelane.altervista.org/ pagina fb https://www.facebook.com/lemezzelane/?fref=ts
Ragazzi di carta pagina fb https://www.facebook.com/Ragazzi-di-carta-1256227714422306/?fref=ts
Marco Mazzanti https://www.facebook.com/profile.php?id=100012744602137&fref=ts

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"Gli approdi invisibili" di Argia Maina

23 venerdì Set 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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anna Giordano, approdi invisibili, Argia Maina, copertina, disegno, emozioni, libri, nuovi autori, passione, poesia, recensione, round midnight edizioni, scrittura, silloge

Gli approdi invisibili

Il piccolo volume di poesie edito (anche in questo caso) dalla ‘round midnight edizioni sembra chiedere al lettore di prenderlo e sfogliarlo, dargli l’opportunità di svelare il prezioso tesoro che contiene. La barca di carta disegnata sulla copertina (da una bravissima Anna Giordano) in balia di onde impazzite di un mare che ha il volto di una donna, ci suggerisce la fragilità e allo stesso tempo la semplicità di poesie che sanno farsi ascoltare e farsi spazio dentro di noi.

In questo nuovo lavoro di Argia Maina, le parole si trasformano in onde e dettano il ritmo del vagare in un mare di versi, seguendo i moti dell’animo, e lasciandosi impazzire da una luna che non è mai nominata ma che si manifesta come un approdo al quale giungere, e dal quale ripartire, dopo aver colmato la mano del palmo di un’altra mano, complice del nostro stesso sentire.
“Partenza”. “Attraverso”. “L’approdo”.
Sono le tre parti in cui è divisa la silloge; tre parole che a leggerle insieme ti danno il senso ultimo dell’intero volume: la destinazione non è mai il fine ultimo, ma a volte un approdo è solo la partenza per un nuovo viaggio.
C’è tanta maturità e tanta consapevolezza in questa voce che racconta e spiega e si offre nuda al destinatario di un messaggio intimo.
La poesia di Argia si conferma carezza per lo spirito; portavoce di un sentimento comune.

Per informazioni e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/gli-approdi-invisibili/

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