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Recensione de "La camminatrice e la resistente" di Maria Zaffira Secchi, terza tappa del blogtour promosso da Le Mezzelane Casa Editrice

18 sabato Nov 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

Camminatrrice, corrispondenza, donna, emozioni, gente, Le Mezzelane Casa Editrice, libro, love, Maria Zaffisa Secchi, on the road, pazienza, persone, recensione, resistente, romanzo, romanzo epistolare, storia, tramacarteggio, universo, vita

camminatrice

Buongiorno amici lettori, eccoci qui per un nuovo appuntamento del blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, questa volta dedicato all’intenso romanzo di Maria Zaffira Secchi, “La Camminatrice e la Resistente“.

Sinossi: Il libro narra di un carteggio tra due donne nascosto in una grotta. Le loro vite così diverse hanno in comune lo stesso rigoroso senso del rispetto, la fatica del movimento verso la comprensione, la percezione di essere un tutt’uno con l’universo. La natura, le stagioni, ma soprattutto i fiori, di tutte le sfumature del blu, sono il filo conduttore di questo scambio epistolare che è dialogo e monologo, narrazione e riflessione, scoperta ed esposizione profonda dell’alterità delle donne, del loro vero essere interiore, così spesso snaturato e violato.

Dalle prime pagine, ho provato subito una fortissima comunione con questo testo perchè mi ha ricordato alcuni tratti della mia Tessitrice, e alcuni elementi in comune con la mia raccolta di racconti “Lo spazio nel mezzo” (edito da Le Mezzelane Casa Editrice).
L’autrice ci regala una perla corposa per la ricchezza di contenuti, e allo stesso tempo un testo delicato e prezioso come un diamante. Un testo che chiede tanto in cambio, perché chi lo scrive mette se stesso in discussione e chiede tanta riflessione a chi lo legge. La bellezza di questo processo di dare e ricevere creato da scrittura e lettura è che in ogni caso, da questa battaglia con se stessi si esce sempre arricchiti.

Mi piace che sia un testo contagioso: mi ha fatto venir voglia di iniziare una corrispondenza epistolare come si usava fare quando ero piccola, di lettere scritte e spedite e attese con i lentissimi tempi delle poste italiane; una corrispondenza che ti fa sognare nel tempo dell’attesa e ti insegna la pazienza.

Ho la sensazione, leggendo, che queste due donne che si scrivono da una certa incalcolabile e imprecisa stanza, siano in realtà due facce della stessa donna, due anime della stessa persona, due momenti della stessa identità: essa, nei panni della Resistente, vive pazientemente la sua vita e la sua sosta nel luogo che abita e con ciò di cui fa esperienza; scrive a quella parte di sé che anela partire, e fare nuova esperienza della natura che col tempo ha imparato ad ascoltare e conoscere; dall’altro lato vi è la Camminatrice, quella parte di sé che ha trovato il coraggio e colto il tempo della partenza, del viaggio, dell’esperienza sul campo di tutto ciò che aveva incanalato prima. Non a caso, le lettere della Resistente sono lunghe e dettagliate nella descrizione di sensazioni e vicende, mentre quelle della Camminatrice sono brevi, ermetiche, quasi che tutto ciò che c’era da dire ormai è stato detto e questo è il momento della vita.

La Resistente sembra scrivere per accompagnare un viaggio che poi vorrà fare, e ricordare a se stessa le cose che contano davvero, le motivazioni che hanno determinato quella scelta.
La Camminatrice accoglie e vive e ancora impara e fa esperienza di qualcosa di nuovo. Due aspetti, dunque, della stessa donna; due donne di cui prendersi cura, e due voci che ne fanno una e ci ricordano la forza e la profondità dell’ animo femminile; la forza e l’intensità della sensibilità donna. La forza che la donna dimostra anche nella solitudine.

Il viaggio della Camminatrice e della Resistente è ricco e mi ha toccata nel profondo. Vi ho trovato una comunione di intenti che ho espresso nella mia stessa scrittura e per questo mi è stato facile e naturale entrare in empatia con i personaggi, con le loro voci e con la sensibilità dell’autrice.

Un libro che si legge e secondo me va letto e riletto e gustato a fondo in ogni poetica parola e immagine di cui Maria ci fa dono.

Vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel blogtour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( Link) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autrice e l’acquisto del libro http://www.lemezzelane.altervista.org/maria-zaffira-secchi.html

 

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Recensione di "Mai e sempre" di Bruno Sebastiani, terza tappa del blog tour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice 

23 sabato Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

1980, 1989, 2006, Berlino, blablabook2000, blog tour, blogtour, Bruno Sebastiani, Emil, emozioni, famiglia, gente, Germania, Le Mezzelane Casa Editrice, libri, mistero, muro, personaggi, persone, racconti, romanzo, storia, vita

Blog Tour «Mai e Sempre» di

Consueto appuntamento con il blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, che questa settimana dedica il suo spazio al romanzo “Mai e sempre” di Bruno Sebastiani.

Sinossi: Il romanzo racconta la storia del giovane Emil Koldau, nato nel 1980 a Moritzburg, un paese non lontano da Dresda, nel tempo in cui la Germania è ancora divisa in due blocchi contrapposti. Per i primi tre anni Emil Koldau cresce con la sensazione di vivere in un regno di cui lui n’è il principe e suo padre n’è il re. Ma suo padre muore e il suo cadavere viene ritrovato con quattro proiettili di  Kalashnikov AK-47 in pieno petto. Il caso viene archiviato lasciando aperto un dilemma: Heinrich Koldau è rimasto ucciso nel momento di compiere un reato, oppure perché testimone di un reato commesso da altri? Il tempo passa, il piccolo Emil Koldau cresce, lascia Moritzburg e va a vivere nel settore est di Berlino. Nel 1989, cade il muro, la città di Berlino si riunifica e la Germania azzera i decenni più disastrosi della sua storia per ricominciare daccapo. Nel fervore della riunificazione tutto sembra possibile, ma per Emil la morte misteriosa di suo padre è come un angolo buio nella sua mente, lui non ci pensa, ma a volte accade qualcosa che lo costringe a pensarci. Difatti una sera, per la suggestione ricavata dalla visione di un film, decide che è venuto il tempo di far luce sulla morte di suo padre.

“Mai e sempre” è un saggio storico nelle vesti di romanzo. Attraverso la storia di Emil e della sua famiglia, Sebastiani ci racconta la storia che dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri ha caratterizzato la Germania e la città di Berlino.

L’incipit è molto intrigante, e fa pensare ad un mistero da svelare. L’attenzione quindi vieni subito catturata. Attraverso vari passaggi temporali che riguardano non soltanto il protagonista Emil ma anche la sua famiglia, l’autore può raccontare gli eventi storici che hanno interessato la Germania e il mondo in quel periodo storico.

Le sue spiegazioni sono tutt’altro che noiose, anzi si tratta di un racconto così attento e sentito che il lettore non può fare a meno di fermarsi un attimo e ricordare che si sta parlando di qualcosa che realmente è accaduto. Quindi, al di là di ciò che vivono i personaggi, protagonista principale del romanzo accanto a Emil è sicuramente la storia.

Quello che ho notato nella lettura è una malinconia costante nella scrittura, nei toni utilizzati per le descrizioni e le spiegazioni. Nulla di inappropriato però visto che si parla di un momento storico che è stato assolutamente difficile per l’umanità, e che ha segnato la storia stessa di una città e della sua popolazione.

Nel descrivere le vicende che accadono ad Emil e alla sua famiglia, supportato da gli eventi storici, Sebastiani costruisce dei personaggi e l’evolversi delle vicende attraverso le decisioni che questi prendono, delle azioni che questi svolgono, tutte assolutamente coerenti con ciò che è storicamente avvenuto. Il lettore quindi può dirsi soddisfatto di questo legame che viene a costruirsi tra lui e l’autore attraverso la scrittura, un rapporto di onestà di fatti citati e vicende verosimili.

La scrittura di Sebastiani ha un modo gentile anche se malinconico di riscrivere i fatti, e quindi di presentarmi una storia che comunque io conosco in un modo empatico. Credo che questo sia un importante pregio di un autore che vuole raccontare dei fatti avvenuti nella storia dell’umanità. E credo che questo libro possa aiutare molti giovani ad avere una certa consapevolezza di alcune vicende che forse vengono attualmente trascurate, come la maggior parte dello studio proprio della storia.

Mentre la prima parte del libro fa diversi salti temporali all’indietro per raccontare il passato della famiglia di Emil e della Germania che lui vive, tutta la seconda parte si concentra sul 2006, anno di ambientazione della vicenda principale, quindi quella che riguarda il giovane. Da questo punto inizia la ricerca che lo porterà a far riaffrontare ancora una volta la questione irrisolta della morte di suo padre e il desiderio di conoscere quest’uomo che lui ricorda vagamente; di farlo attraverso il racconto dei suoi amici e delle persone che lo hanno conosciuto e vissuto per più tempo.

Non può immaginare che questo desiderio di dare una vera fisionomia a suo padre, questo desiderio di dare una spiegazione alla sua morte, lo porterà invece ad affrontare delle verità che forse non avrebbe voluto mai sentire.

Quello che con questo romanzo Sebastiani ci vuole raccontare è il coraggio che ci vuole ad affrontare e accettare la verità, che non sempre è piacevole.

Una volta scoperta questa verità, il giovane sentirà di aver perso qualcosa, ma Sebastiani ci fa capire che è solo facendo spazio, solo liberandosi dei tormenti che possiamo accogliere davvero qualcosa di nuovo. Ed è così che infatti il romanzo termina.

Non vi sto svelando il finale, vi sto soltanto dicendo che il viaggio descritto dall’autore non ha un finale né lieto né triste, ma è una lezione che ancora una volta possiamo trovare dallo studio o dall’analisi della storia, da tutto ciò che gli uomini hanno fatto; una lezione da cui possiamo prendere spunto e con cui possiamo sentirci in comunione.

La vita, in effetti, è costituita da molte sfaccettature, e la gioia talvolta non è così chiara, non è così piena o comunque non lo è in modo immediato.

Il romanzo di Sebastiani è evidentemente scritto con trasporto e con passione, con maestria e consapevolezza: si nota uno studio attento del periodo analizzato e descritto; descrizione che non rallentano il ritmo della storia ma si intrecciano perfettamente con le vite dei personaggi.

L’unica pecca di questo romanzo, a mio avviso, è chi si sente molto la voce dello scrittore: una similitudine tra il modo di parlare della voce narrante e di quella dei personaggi, con un cambio di registro troppo lieve e velato. Ma nulla che disturbi, anzi, credo sia elemento distintivo dello stile dell’autore.

Per questo promuovo il libro e sottolineo una considerazione che ho fatto sin dalle prime pagine di lettura: le giovani generazioni dovrebbero leggerlo anche soltanto per ascoltare con un trasporto e un’attenzione diversi una parte del nostro passato, una parte del passato dell’umanità che è stata determinante per tante relazioni per tante questioni che sono ancora in ballo. Il nostro presente si costruisce sulla consapevolezza delle nostre radici, di ciò che accaduto alla storia di ciò che accaduto nel tempo all’uomo, e mi piace pensare che un libro come “Mai e sempre” possa essere una maniera trasversale di avvicinarsi a ciò che fa parte dell’umanità.

Vi invito quindi a leggere questo libro e vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel tour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( https://www.facebook.com/events/156995798194827/ ) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autore e acquistare il libro http://www.lemezzelane.altervista.org/bruno-sebastiani.html

oppure https://www.ibs.it/mai-sempre-libro-bruno-sebastiani/e/9788899964283?inventoryId=62912545

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"#mineviandanti sull'Appia antica" di Valentina Barile 

26 lunedì Giu 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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#mineviandanti, #mineviandanti sull'appia antica, emozione, fiesta, fotoreportage, incontri, Les Flaneurs, passato, persone, reportage, romanzo, tradizioni, Valentina Barile, Via Appia Antica, viaggio

mineviandanti

Les flâneurs edizioni propone tra le sue pubblicazioni di quest’anno #mineviandanti sull’Appia antica, della fotogiornalista Valentina Barile: un viaggio reportage sulla via Appia Antica intrapreso da Valentina e la sua amica Federica, in compagnia dell’immancabile libro “Appia” di Paolo Rumiz.

La prefazione del maestro, e l’introduzione di Valentina già si presentano come segnali accattivanti che preannunciano un’avventura interessante, e il primo capitolo ci fa subito salire in macchina e partire.

Quello proposto da Valentina è un viaggio alla ricerca del contatto umano e delle tracce della storia di questo cammino; di quanto siano state influenzate le persone che hanno vissuto e si sono avvicendate ai margini della via Appia; di ricerca di una dimensione quasi romantica che ci rimanda all’incontro tra ciò che è passato, il presente vissuto e la prospettiva futura.

Il viaggio –  e di viaggi se ne possono fare di tanti tipi: entrando a contatto con le persone o vedendo i luoghi sono tra quelli più frequenti ma anche più sottovalutati – non è fatto nel comfort di un’automobile super moderna o con l’ausilio dei mezzi di trasporto nazionali. La scelta ricade sulla Fiesta zero comfort di Valentina come per avere già da questo la sensazione di un tuffo indietro nel passato.

La nostra, insieme alla sua amica Federica, si mette dunque in viaggio sulla Appia Antica seguendo le indicazioni del libro di Rumiz, dalla sua esperienza fatta a piedi lungo la via Appia. Un’esperienza diversa che però ha ispirato il viaggio intrapreso dall’autrice.

Il lavoro di Valentina si concentra molto sugli incontri fatti e le sensazioni che questi suscitano nell’autrice; sulle emozioni che inevitabilmente si scatenano nell’animo delle due viaggiatrici e che pesano sulla loro convivenza durante questa avventura. Sono molti i passaggi che Valentina spende per esprimere disappunto riguardo alcune situazioni, e tante quelle che dedica alla poesia di un viaggio selvaggio e alla magia di un panorama lontano dal relax di un viaggio moderno.

Nella prima parte, il momento che mi è piaciuto più di tutti è l’arrivo a Capua, la visita all’anfiteatro e al Mitreo e il successivo passaggio a Benevento. Forse perché queste sono tutte zone che conosco molto bene e  ho potuto visualizzare con chiarezza mentre lei le descriveva.

Ho avuto l’impressione che il libro partisse con lentezza, per poi esplodere nella seconda parte, catturando l’attenzione, diventando più interessante. Qui Valentina mi conquista, facendomi affezionare ai personaggi, alla vicenda e al viaggio. Anche la sua scrittura diventa più carica di impressioni: mi permette di vedere con i suoi occhi ciò che nella prima parte del libro non riuscivo a fare con facilità.

Quello che vuole raccontare Valentina, quello che lei rivede nella via Appia, è un’anima vera e propria che non è fatta solo dei luoghi ma anche di persone e quindi di sensazioni. Queste si appiccicano alla pelle delle due ragazze, penetrano fino in fondo provocando finanche ostilità, silenzio, disappunto. Non è infatti un viaggio facile quello che descrive Valentina, non è sempre tutto rosa e fiori, sia per la difficoltà di una convivenza tra amiche durante un viaggio difficile e privo di comodità, sia per le sorprese e gli imprevisti che costellano il cammino, e che avvicinano molto l’avventura alla quotidianità della vita reale.

Valentina vuole descrivere la vera e propria anima di questo percorso antico e tutto ciò che esso ha assorbito nel tempo e le ha trasmesso, passando da fasi di critica, ad esempio, verso l’inospitalità riscontrata in certe situazioni, e la magia di altri incontri. Passaggi talvolta così repentini che inizialmente mi avevano un po’ disorientata, ma che poi ho trovato funzionali e coerenti con il messaggio del testo: la vita reale è un viaggio che non si fa in un’unica direzione e non suscita una sola emozione. Bisogna essere obiettivi e ammettere che la bellezza sta proprio nella varietà di sfumature che si possono ammirare e sperimentare tutte in contemporanea in una stessa immagine.

E così si giunge alla parte finale del viaggio con una immedesimazione tale da voler caricare lo zaino in spalla e partire, ve lo assicuro!

Credo fosse questo l’intento di Valentina, non soltanto un omaggio ad una delle strade più antiche del mondo ma anche e soprattutto la voglia di trasmettere la ricchezza che può ottenersi nello spostamento, nel movimento e nel viaggio.

Per informazioni sull’autrice http://www.valentinabarile.it/

Per l’acquisto del libro mineviandanti. Sull’Appia Antica

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24 mercoledì Dic 2014

Posted by mrosf in duemilaQ

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aria, fiori, fragranza, naso, odore, pelle, persone, profumo, sensazione, tatto, udito

Il profumo, una nota unica in ogni persona; che veste di fascino e ammalia; che infastidisce. Quello inimitabile della propria pelle. Il profumo di un viaggio che costruisce nuovi ricordi. Il profumo di chi ami, nel quale vorresti accoccolarti come in un abbraccio; quello dei luoghi in cui sei cresciuto e racconta le tue radici. Il profumo che stordisce; quello che rende eleganti. Il profumo che mi parla di te anche quando sto ad occhi chiusi. Quello che si imprime nella memoria e parla a lungo dei colori a cui apparteneva. Quello che si risveglia inaspettatamente e ridesta il ricordo di qualcosa che non fa più parte del presente. Il profumo che sbiadisce col tempo, quello della tua pelle che cambia mentre cresci senza perdere l’essenza di te.

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.Da raccontare.

09 martedì Set 2014

Posted by mrosf in A certain shade of me

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comunicazione, coraggio, equilibrio, maledizione, mani, mano, mondo, percorso, persone, poesia, scia, scrittore, scrittrice, scrittura, scrivere, segreto, via

Quante storie da raccontare racchiude questo giorno?
Quanti riusciranno a leggerne le infinite possibilità?
Mi soffermo ad osservare
Vorrei cogliere l’avventura più avvincente e raccontarla a te
che frenetico corri verso un’invisibile meta
Non riesco a vedere il tuo premio
E forse dimentico anche quale ne sia il vantaggio
Quel che conta è il viaggio
il cammino fino al punto più buio della notte
dopo essere partiti dalla luce più tenue del mattino

Io osservo
le vite degli altri
E a volte mi soffermo tanto a scrutare chi mi passa accanto
da dimenticare di vivere il mio stesso percorso
Raccontare è vivere
Eppure dovrei vivere per raccontare
Ma io vivo nel momento in cui scrivo
E se parlo di te, racconto anche la mia storia

Il tempo passa
sembra procedere senza lasciare traccia
Io le colgo per te e per tutti
Ogni segno è una parola caduta come una briciola invisibile lungo il percorso
Ogni briciola segna la strada da seguire per tornare all’origine
alla fonte di ciò che siamo
Ricordare chi eri per celebrare chi sei
E io sono solo una mano che raccoglie le storie che il mondo lascia dietro di sé
mentre vive…

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