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Recensione de "La camminatrice e la resistente" di Maria Zaffira Secchi, terza tappa del blogtour promosso da Le Mezzelane Casa Editrice

18 sabato Nov 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 6 commenti

Tag

Camminatrrice, corrispondenza, donna, emozioni, gente, Le Mezzelane Casa Editrice, libro, love, Maria Zaffisa Secchi, on the road, pazienza, persone, recensione, resistente, romanzo, romanzo epistolare, storia, tramacarteggio, universo, vita

camminatrice

Buongiorno amici lettori, eccoci qui per un nuovo appuntamento del blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, questa volta dedicato all’intenso romanzo di Maria Zaffira Secchi, “La Camminatrice e la Resistente“.

Sinossi: Il libro narra di un carteggio tra due donne nascosto in una grotta. Le loro vite così diverse hanno in comune lo stesso rigoroso senso del rispetto, la fatica del movimento verso la comprensione, la percezione di essere un tutt’uno con l’universo. La natura, le stagioni, ma soprattutto i fiori, di tutte le sfumature del blu, sono il filo conduttore di questo scambio epistolare che è dialogo e monologo, narrazione e riflessione, scoperta ed esposizione profonda dell’alterità delle donne, del loro vero essere interiore, così spesso snaturato e violato.

Dalle prime pagine, ho provato subito una fortissima comunione con questo testo perchè mi ha ricordato alcuni tratti della mia Tessitrice, e alcuni elementi in comune con la mia raccolta di racconti “Lo spazio nel mezzo” (edito da Le Mezzelane Casa Editrice).
L’autrice ci regala una perla corposa per la ricchezza di contenuti, e allo stesso tempo un testo delicato e prezioso come un diamante. Un testo che chiede tanto in cambio, perché chi lo scrive mette se stesso in discussione e chiede tanta riflessione a chi lo legge. La bellezza di questo processo di dare e ricevere creato da scrittura e lettura è che in ogni caso, da questa battaglia con se stessi si esce sempre arricchiti.

Mi piace che sia un testo contagioso: mi ha fatto venir voglia di iniziare una corrispondenza epistolare come si usava fare quando ero piccola, di lettere scritte e spedite e attese con i lentissimi tempi delle poste italiane; una corrispondenza che ti fa sognare nel tempo dell’attesa e ti insegna la pazienza.

Ho la sensazione, leggendo, che queste due donne che si scrivono da una certa incalcolabile e imprecisa stanza, siano in realtà due facce della stessa donna, due anime della stessa persona, due momenti della stessa identità: essa, nei panni della Resistente, vive pazientemente la sua vita e la sua sosta nel luogo che abita e con ciò di cui fa esperienza; scrive a quella parte di sé che anela partire, e fare nuova esperienza della natura che col tempo ha imparato ad ascoltare e conoscere; dall’altro lato vi è la Camminatrice, quella parte di sé che ha trovato il coraggio e colto il tempo della partenza, del viaggio, dell’esperienza sul campo di tutto ciò che aveva incanalato prima. Non a caso, le lettere della Resistente sono lunghe e dettagliate nella descrizione di sensazioni e vicende, mentre quelle della Camminatrice sono brevi, ermetiche, quasi che tutto ciò che c’era da dire ormai è stato detto e questo è il momento della vita.

La Resistente sembra scrivere per accompagnare un viaggio che poi vorrà fare, e ricordare a se stessa le cose che contano davvero, le motivazioni che hanno determinato quella scelta.
La Camminatrice accoglie e vive e ancora impara e fa esperienza di qualcosa di nuovo. Due aspetti, dunque, della stessa donna; due donne di cui prendersi cura, e due voci che ne fanno una e ci ricordano la forza e la profondità dell’ animo femminile; la forza e l’intensità della sensibilità donna. La forza che la donna dimostra anche nella solitudine.

Il viaggio della Camminatrice e della Resistente è ricco e mi ha toccata nel profondo. Vi ho trovato una comunione di intenti che ho espresso nella mia stessa scrittura e per questo mi è stato facile e naturale entrare in empatia con i personaggi, con le loro voci e con la sensibilità dell’autrice.

Un libro che si legge e secondo me va letto e riletto e gustato a fondo in ogni poetica parola e immagine di cui Maria ci fa dono.

Vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel blogtour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( Link) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autrice e l’acquisto del libro http://www.lemezzelane.altervista.org/maria-zaffira-secchi.html

 

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Recensione de "Il cerchio" di Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone terza tappa del blogtour promosso da Le Mezzelane Casa Editrice

08 domenica Ott 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 3 commenti

Tag

blogtour, cerchio, consapevolezza, desiderio, donarsi, dono, emozioni, eros, erotica, erotismo, fantasia, freni, gente, giochi, il cerchio, la stanza segreta, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, lettere, libertà, libri, limiti, morale, paura, pregiudizi, pudore, recensione, romanzo, sacrificio, scrittura, universo, vita

Blog Tour «Il cerchio»

Nuovo blogtour organizzato da  Le Mezzelane Casa Editrice che ci conducono nella loro stanza segreta per incontrare Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone e accogliere le parole che segnano il loro debutto letterario con “Il cerchio“.

Per entrare in questa stanza però bisogna essere pronti e sapere che quella che andremo a fare non sarà una passeggiata, ma una vera e propria esperienza che ci chiederà qualcosa in cambio. A dire il vero, penso che in genere ogni volta che si intraprende una lettura erotica si debba lasciare qualcosa fuori da quella stanza: lasciare stare i pregiudizi, il pudore e forse anche un po’ della morale a cui il buon costume ci ha abituati.

Sinossi: Melissa è una ragazza semplice che conduce una vita comune, ma l’incontro inaspettato e che si scoprirà non essere del tutto casuale con Roberto, sconvolgerà la sua normalità e la proietterà in una nuova “filosofia”. Roberto, infatti, è un cultore delle pratiche BDSM (Bondage, Dominazione, SadoMaso) e in lei ha subito individuato la donna da plasmare ed educare affinché acquisisca le doti necessarie per diventare la sua schiava. La storia di un Amore a volte incredibile, dove la mente può essere forgiata e resa malleabile, pronta a un percorso complicato, dove la figura femminile viene rivestita della sua libertà e rispettata fino in fondo, dove si fanno scelte che non sono univoche.

Il libro si apre con una presentazione diretta dei nostri protagonisti, dei loro caratteri e del modo di porsi rispetto al mondo. Subito si passa al racconto del loro primo incontro, e, senza perdere tempo, si entra in quel cerchio di cui si assaggeranno l’esistenza e la consistenza quando lo si sarà accolto è vissuto senza freni, limiti o paure.

Non è importante la trama, a dire il vero non c’è. In questo genere di letture quel che vuole l’occhio, quello che cercano i sensi sono le sensazioni che stimolano la mente, l’immaginazione e la fantasia. Quello che quindi conta al di là delle scene di erotismo (molto spesso estremo) sono le implicazioni psicologiche che coinvolgono i personaggi e i concetti su cui si basa tutta la loro relazione.

Non è convenzionale il legame tra Melissa e Roberto. Non è un amore fatto di routine comune, ma è un amore estremo vissuto nella stanza dei giochi con forti implicazioni emotive. Quello che sfocia nell’atto fisico è quindi il risultato di nodi psicologici sciolti e sostituiti da altri legami indelebili.

Appartenenza, sacrificio, il dono, mia, sua sono i concetti di base, da cui scaturisce un senso di benessere e serenità e libertà che nell’evoluzione psicologica del personaggio di Melissa segna la sua crescita e la sua rinascita.
L’appartenenza che si costruisce attraverso il dolore. E le attese sofferte che sono costanti, ritmo che cadenza il rapporto tra Melissa e Roberto.

Una lettura che personalmente trovo impegnativa e sofferente, perché, al di là dell’erotismo, mi spinge a pormi molte domande sui rivolgimenti psicologici dei personaggi coinvolti.
Il controllo del padrone sulla mente della schiava, così forte da scatenare reazioni fisiche impetuose. Non è facile. Non solo chiede una predisposizione alla letteratura erotica, ma anche apertura verso la filosofia del BDSM, un ramo che personalmente mi suscita sempre tante domande.

Il romanzo di Antonella e Pierpaolo, quindi, non è solo la storia di una relazione sessuale ma un vero e proprio lavoro di costruzione e rivelazione psicologica di una mente e di un cuore che si aprono e si donano ad un mondo nuovo, scoprendolo proprio.

Il punto di vista e quello di Melissa, della donna razionale e sempre attenta nell’esporsi sentimentalmente, che si metterà in totale discussione e cambierà sguardo su ogni cosa dopo l’incontro con Roberto, riuscendo così a scoprire nuove parti di se stessa.

Un altro dei concetti che avvolgono questa storia è quello del sacrificio: il donarsi all’altro diventa un vero e proprio sacrificio di sé, della propria libertà fisica e mentale, ma tutto avviene sempre a partire da una scelta consapevole. Il padrone istiga, induce; la schiava accoglie e si dona.

Preparatevi dunque a tenere il fiato sospeso: questo romanzo non è un respiro di fresco sollievo. È una guerra dei sensi, un conflitto interiore, un confronto con una realtà che è una scelta filosofica di vita. Una vera e propria esperienza letteraria che chiede al lettore totale apertura mentale e il compromesso dell’accettazione fino a che non verrà scritta la parola fine.

Potete seguire l’esperienza letteraria di Antonella e Pierpaolo sulla pagina fb: https://www.facebook.com/PierAnto.IlCerchio/?fref=ts

Inoltre vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( Link) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sugli autori: http://www.lemezzelane.altervista.org/cataldo-ardizzone.html

Per acquistare il libro: https://www.ibs.it/cerchio-ebook-pierpaolo-ardizzone-antonella-cataldo/e/9788899964078?inventoryId=49367238
o http://www.lemezzelane.altervista.org/negozio/index.php?id_product=10&controller=product

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Recensione di "Mai e sempre" di Bruno Sebastiani, terza tappa del blog tour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice 

23 sabato Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 2 commenti

Tag

1980, 1989, 2006, Berlino, blablabook2000, blog tour, blogtour, Bruno Sebastiani, Emil, emozioni, famiglia, gente, Germania, Le Mezzelane Casa Editrice, libri, mistero, muro, personaggi, persone, racconti, romanzo, storia, vita

Blog Tour «Mai e Sempre» di

Consueto appuntamento con il blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, che questa settimana dedica il suo spazio al romanzo “Mai e sempre” di Bruno Sebastiani.

Sinossi: Il romanzo racconta la storia del giovane Emil Koldau, nato nel 1980 a Moritzburg, un paese non lontano da Dresda, nel tempo in cui la Germania è ancora divisa in due blocchi contrapposti. Per i primi tre anni Emil Koldau cresce con la sensazione di vivere in un regno di cui lui n’è il principe e suo padre n’è il re. Ma suo padre muore e il suo cadavere viene ritrovato con quattro proiettili di  Kalashnikov AK-47 in pieno petto. Il caso viene archiviato lasciando aperto un dilemma: Heinrich Koldau è rimasto ucciso nel momento di compiere un reato, oppure perché testimone di un reato commesso da altri? Il tempo passa, il piccolo Emil Koldau cresce, lascia Moritzburg e va a vivere nel settore est di Berlino. Nel 1989, cade il muro, la città di Berlino si riunifica e la Germania azzera i decenni più disastrosi della sua storia per ricominciare daccapo. Nel fervore della riunificazione tutto sembra possibile, ma per Emil la morte misteriosa di suo padre è come un angolo buio nella sua mente, lui non ci pensa, ma a volte accade qualcosa che lo costringe a pensarci. Difatti una sera, per la suggestione ricavata dalla visione di un film, decide che è venuto il tempo di far luce sulla morte di suo padre.

“Mai e sempre” è un saggio storico nelle vesti di romanzo. Attraverso la storia di Emil e della sua famiglia, Sebastiani ci racconta la storia che dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri ha caratterizzato la Germania e la città di Berlino.

L’incipit è molto intrigante, e fa pensare ad un mistero da svelare. L’attenzione quindi vieni subito catturata. Attraverso vari passaggi temporali che riguardano non soltanto il protagonista Emil ma anche la sua famiglia, l’autore può raccontare gli eventi storici che hanno interessato la Germania e il mondo in quel periodo storico.

Le sue spiegazioni sono tutt’altro che noiose, anzi si tratta di un racconto così attento e sentito che il lettore non può fare a meno di fermarsi un attimo e ricordare che si sta parlando di qualcosa che realmente è accaduto. Quindi, al di là di ciò che vivono i personaggi, protagonista principale del romanzo accanto a Emil è sicuramente la storia.

Quello che ho notato nella lettura è una malinconia costante nella scrittura, nei toni utilizzati per le descrizioni e le spiegazioni. Nulla di inappropriato però visto che si parla di un momento storico che è stato assolutamente difficile per l’umanità, e che ha segnato la storia stessa di una città e della sua popolazione.

Nel descrivere le vicende che accadono ad Emil e alla sua famiglia, supportato da gli eventi storici, Sebastiani costruisce dei personaggi e l’evolversi delle vicende attraverso le decisioni che questi prendono, delle azioni che questi svolgono, tutte assolutamente coerenti con ciò che è storicamente avvenuto. Il lettore quindi può dirsi soddisfatto di questo legame che viene a costruirsi tra lui e l’autore attraverso la scrittura, un rapporto di onestà di fatti citati e vicende verosimili.

La scrittura di Sebastiani ha un modo gentile anche se malinconico di riscrivere i fatti, e quindi di presentarmi una storia che comunque io conosco in un modo empatico. Credo che questo sia un importante pregio di un autore che vuole raccontare dei fatti avvenuti nella storia dell’umanità. E credo che questo libro possa aiutare molti giovani ad avere una certa consapevolezza di alcune vicende che forse vengono attualmente trascurate, come la maggior parte dello studio proprio della storia.

Mentre la prima parte del libro fa diversi salti temporali all’indietro per raccontare il passato della famiglia di Emil e della Germania che lui vive, tutta la seconda parte si concentra sul 2006, anno di ambientazione della vicenda principale, quindi quella che riguarda il giovane. Da questo punto inizia la ricerca che lo porterà a far riaffrontare ancora una volta la questione irrisolta della morte di suo padre e il desiderio di conoscere quest’uomo che lui ricorda vagamente; di farlo attraverso il racconto dei suoi amici e delle persone che lo hanno conosciuto e vissuto per più tempo.

Non può immaginare che questo desiderio di dare una vera fisionomia a suo padre, questo desiderio di dare una spiegazione alla sua morte, lo porterà invece ad affrontare delle verità che forse non avrebbe voluto mai sentire.

Quello che con questo romanzo Sebastiani ci vuole raccontare è il coraggio che ci vuole ad affrontare e accettare la verità, che non sempre è piacevole.

Una volta scoperta questa verità, il giovane sentirà di aver perso qualcosa, ma Sebastiani ci fa capire che è solo facendo spazio, solo liberandosi dei tormenti che possiamo accogliere davvero qualcosa di nuovo. Ed è così che infatti il romanzo termina.

Non vi sto svelando il finale, vi sto soltanto dicendo che il viaggio descritto dall’autore non ha un finale né lieto né triste, ma è una lezione che ancora una volta possiamo trovare dallo studio o dall’analisi della storia, da tutto ciò che gli uomini hanno fatto; una lezione da cui possiamo prendere spunto e con cui possiamo sentirci in comunione.

La vita, in effetti, è costituita da molte sfaccettature, e la gioia talvolta non è così chiara, non è così piena o comunque non lo è in modo immediato.

Il romanzo di Sebastiani è evidentemente scritto con trasporto e con passione, con maestria e consapevolezza: si nota uno studio attento del periodo analizzato e descritto; descrizione che non rallentano il ritmo della storia ma si intrecciano perfettamente con le vite dei personaggi.

L’unica pecca di questo romanzo, a mio avviso, è chi si sente molto la voce dello scrittore: una similitudine tra il modo di parlare della voce narrante e di quella dei personaggi, con un cambio di registro troppo lieve e velato. Ma nulla che disturbi, anzi, credo sia elemento distintivo dello stile dell’autore.

Per questo promuovo il libro e sottolineo una considerazione che ho fatto sin dalle prime pagine di lettura: le giovani generazioni dovrebbero leggerlo anche soltanto per ascoltare con un trasporto e un’attenzione diversi una parte del nostro passato, una parte del passato dell’umanità che è stata determinante per tante relazioni per tante questioni che sono ancora in ballo. Il nostro presente si costruisce sulla consapevolezza delle nostre radici, di ciò che accaduto alla storia di ciò che accaduto nel tempo all’uomo, e mi piace pensare che un libro come “Mai e sempre” possa essere una maniera trasversale di avvicinarsi a ciò che fa parte dell’umanità.

Vi invito quindi a leggere questo libro e vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel tour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( https://www.facebook.com/events/156995798194827/ ) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autore e acquistare il libro http://www.lemezzelane.altervista.org/bruno-sebastiani.html

oppure https://www.ibs.it/mai-sempre-libro-bruno-sebastiani/e/9788899964283?inventoryId=62912545

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Alessandra Montali risponde a bruciapelo!

20 mercoledì Set 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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Alessandra Montali, autori, Le Mezzelane Casa Editrice, mistero, racconti, romanzo

montali

Buongiorno cari amici lettori,

oggi risponde per noi a bruciapelo l’autrice Alessandra Montali, conosciuta dal nostro blog per la sua opera “Il mistero della vecchia scuola” edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

Mi ispira una melodia e molte volte anche il mio stato d animo.

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

Mentre creo sto benissimo persa nel mondo in cui sono.

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

La scrittura è un dono e anche maledizione perché soffro nei momenti in cui, per ragioni varie, non posso scrivere.

Per info sull’autrice: http://www.lemezzelane.altervista.org/alessandra-montali.html

Per acquisto https://www.ibs.it/mistero-della-vecchia-scuola-ebook-alessandra-montali/e/9788899964320

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"Lo strano caso dei tre nubiani" di Francesco Signor

18 lunedì Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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amici, emozioni, Francesco Signor, gente, giovani, ironia, lavoro precario, libri, mistero, ninfomania, nuovi autori, romanzo, round midnight edizioni, sarcasmo, sesso, tre

strano caso

La ‘Roundmidnight Edizioni presenta il romanzo di Francesco Signor, “Lo strano caso dei tre nubiani”, in un formato delizioso e comodo da poter portare dovunque; ottimo per le vacanze estive e per qualunque viaggio. Un piccolo scrigno che contiene come sempre ottima compagnia è ottima ricchezza da cui attingere.

Sin dalle prime pagine il tono è simpatico e allegro, a tratti surreale, soprattutto per quanto riguarda il personaggio protagonista nonché voce narrante della vicenda.

Anna è una ragazza “facile”, e definirla facile e poco. Direi piuttosto che è una ninfomane e ogni azione, ogni scena, ogni suo pensiero rimanda ad allusioni esplicite, a rapporti sessuali e al sesso in generale.

Ovviamente l’autore presente il tutto in modo simpatico, con un ritmo veloce.

In sottofondo, sin dall’inizio ci si sente in presenza di un mistero o qualcosa di losco da svelare. Si ha l’impressione che Anna sarà protagonista di una vicenda insolita.

Come sempre, per quanto riguarda molti dei libri della ‘roundmidnight edizioni, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un lavoro di ironia, scritto con un ritmo incalzante che rende la lettura interessante e piacevole.

Al di là della storia assurda, e delle vicende ironiche che sono vissute della protagonista, abbiamo sullo sfondo la denuncia di una situazione lavorativa purtroppo molto nota ai giovani di questa generazione, ovvero la realtà di chi fa dei lavori precari e che, pur di mantenere un minimo di entrata, accetta una situazione di semi-schiavitù.
Questo aspetto viene denunciato “quasi in sordina”, ma io l’ho sentito con molta forza e credo che sia in grado di creare un legame di empatia tra l’autore e quei lettori che si sono trovati in situazioni lavorative simili. Ci troviamo di fronte alla denuncia sarcastica di una realtà lavorativa quale quella dei precari che fa da sottofondo a tutto il racconto ma che comunque è narrata in tutta la sua tragicità e quindi non risparmia indignazione.

“Lo strano caso dei tre nubiani” è una storia in cui aleggia costantemente un mistero inspiegabile che non sono sicura si risolva alla fine del libro ma è motivo di evoluzione della storia. La nostra protagonista non si tira indietro (in ogni senso e in ogni situazione direi), ma nel momento più difficile riscopriamo che è una persona comunque dolce e tenera che crede nei sentimenti e nell’amicizia, e che anche nel momento più difficile non perde il suo senso dell’umorismo.

L’autore vuole non soltanto parlare di alcune problematiche ma anche invitarci a sorridere ironicamente sui guai che ci capitano tutti i giorni.

Un altro libro del catalogo ‘roundmidnight che non mi delude.

Per notizie sull’autore http://www.roundmidnightedizioni.it/book/lo-strano-caso-dei-tre-nubiani/

Per acquistare il libro Lo strano caso dei tre nubiani

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Arcangelo Caiazzo risponde a bruciapelo!

07 giovedì Set 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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amore, Arcangelo Caiazzo, giovane autore, intervista, La fragilità è un pregio, romanzo, scrittore, scrittura, Spring Edizioni

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Salve amici lettori,

oggi conosciamo un altro degli ospiti della terza edizione di “Libri in mostra (e scrittori al seguito)“, con le nostre consuete domande a bruciapelo! Si tratta di Arcangelo Caiazzo, autore de “La fragilità è un pregio” (Spring edizioni) che presenterà il suo libro domenica 10 settembre presso Palazzo De Lucia, Via Appia Antica, 358, Santa Maria a Vico (CE).
Siete tutti invitati a partecipare!

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

Può sembrare strano, ma ho due muse che lottano tra di loro: l’empirismo della vita e la noia. Credo che le esperienze formino la nostra persona e volenti  o nolenti quando scriviamo inseriamo nella storia parti di queste. La noia, invece, è il quid che mi spinge a creare che sia arte visiva o scrittura. Ma in quest’opera ha influito molto anche l’amore. Non è una frase mielosa o scontata, ma questo sentimento mi ha avvicinato anni fa alla scrittura e anche alla realizzazione di questo libro.

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

La creazione dei miei libri nasce da una ricerca. Nella fase d’ideazione provo sia l’ansia e sia la voglia di non perdere il focus. Gli obiettivi sono la cosa più importante, qualsiasi sia la tua vocazione o desiderio di realizzare un sogno. Durante la stesura invece sono concentrato e persevero fin quando il mio lavoro non mi soddisfa a pieno.

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

Per rispondere a questa domanda ti cito a memoria qualcuno più bravo di me: ‘’Malattia e cura. Inferno e paradiso’’

Per info sull’autore http://springedizioni.it/prodotto/la-fragilita-e-un-pregio/

Per acquistare il libro La fragilità è un pregio

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"La fragilità è un pregio" di Arcangelo Caiazzo 

07 giovedì Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 1 Commento

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amore, Arcangelo Caiazzo, difficoltà, femminicidio, forza, fragilità, La fragilità è un pregio, poesia, pregio, romanzo, Spring Edizioni, storia d'amore, violenza sulle donne

Prima

La Spring edizioni di Caserta, attraverso le penna di Arcangelo Caiazzo, ci regala una storia d’amore che è anche un viaggio di crescita. “La fragilità è un pregio” è un romanzo d’amore e di formazione in cui i due protagonisti, Clara e Alessandro, troveranno forza e insegnamento dal loro incontro e confronto.

Ci troviamo di fronte a due personaggi molto diversi tra di loro per fragilità, esperienze personali, per il background, ma sono due persone che hanno in comune gli anni dell’adolescenza.
Entrambi si sono trasferiti in una nuova città per inseguire un sogno e una crescita professionale. Entrambi vengono da un passato che ha fatto provare loro una sofferenza anche se per motivi diversi: Alessandro ha ancora difficoltà a superare il lutto della madre, mentre Clara si trova a dover affrontare un amore finito con una persona violenta che non vuole lasciarla andare.

La storia di Clara è spunto per l’autore per sensibilizzare l’attenzione del lettore verso una problematica attuale quale quella della violenza sulle donne e il femminicidio, ma la storia narrata non approfondisce questo punto, né ci riserva un’evoluzione in questo senso. Serve, invece, ad accompagnare il lettore in una riflessione sulla crescita personale delle persone, aldilà di fatti più o meno traumatici che possono accadere. L’autore vuole, attraverso i suoi personaggi, sottolineare quanto sia importante il pensiero positivo per raggiungere i propri obiettivi; quanto sia importante credere e avere fiducia nelle proprie capacità e nei propri sogni ; quanto sia importante concedere fiducia e lanciarsi nelle nuove avventure per darsi delle opportunità.

“La fragilità è un pregio” è una storia d’amore, racconta la storia di due persone che si trovano e si innamorano, di due persone che devono superare le proprie paure per donarsi all’altro, e due persone che si stupiscono di quanto riescono a provare l’uno verso l’altro, ma anche di quanto sia importante essere uniti e non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che si possono incontrare, dagli ostacoli che inevitabilmente vengono a trovarsi lungo il cammino. I due protagonisti con la loro storia vogliono insegnarci che le difficoltà possono diventare opportunità per voltare pagina e scegliere nuove direzioni.

Arcangelo Caiazzo ci presenta un romanzo leggero dal ritmo veloce, che nonostante l’approccio, l’avvicinamento e l’accenno di alcune problematiche più difficoltose, si rivela una lettura facile, e conduce con leggerezza verso l’ultima pagina.

Per info sull’autore http://springedizioni.it/prodotto/la-fragilita-e-un-pregio/

Per acquistare il libro La fragilità è un pregio

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"La vita a morsi" di Roberto D'Alessio 

07 lunedì Ago 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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chiesa, clone, domande, dubbi, esperimenti, genetica, giallo, ironia, mistero, quesiti, Roberto D'alessio, romanzo, sorriso, Stranamore edizioni

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La vita raccontata da Roberto D’Alessio nel suo romanzo “La vita a morsi“, edito per la Stranamore Editore, è letteralmente una vita presa a morsi dal protagonista, Francesco, che in una storia assurda e surreale si appropria dell’identità di un’altra persona – un suo omonimo – e la azzanna, la gusta entrando come protagonista a farne parte.

Sin dalle prime pagine ci troviamo di fronte ad una storia totalmente assurda e confusionaria, che proprio per questo tiene il lettore incollato alle pagine.

L’autore sceglie un tono che non ha nulla di serioso, e ciò rende il ritmo della lettura molto veloce. Il lettore è inevitabilmente incuriosito dalla vicenda, e inizia a sospettare quali possano essere le ragioni che muovono il comportamento del protagonista.

L’incipit ci lancia direttamente nel pieno, mostrandoci la scena in cui il protagonista si risveglia a casa sua e trova un cadavere seduto sulla poltrona nel suo soggiorno. Non conosce questa persona e non sa come questa sia arrivata lì. Non si preoccupa nemmeno di scoprire come ciò sia avvenuto, ma qualcosa lo spinge ad occultare il cadavere. L’occultamento è una delle scelte più assurde che fa il protagonista, perché non si limita a distruggere il corpo ma decide addirittura di mangiarlo. Non sappiamo per quale ragione decida di agire in questo modo, ma personalmente col procedere della storia ho iniziato a pensare che la scelta di ingerirlo fosse solo un modo metafisico per spiegare qualcosa di più profondo che riguarda il protagonista.

La situazione descritta diventa, pagina dopo pagina, più ingarbugliata. Sono i ragionamenti del protagonista a farsi più complessi, perché mentre assume e fa propria la personalità dell’uomo morto, il nostro protagonista ne acquisisce la vita e ne diventa protagonista. È come se avesse una seconda opportunità, ma nel procedere in questo processo dimentica chi è stato prima di incontrare il cadavere sulla sua poltrona.

Mi viene da pensare che non ci sia mai stato uno scambio, e che quindi il protagonista soffre di qualche disturbo mentale che lo porta a fingersi qualcun altro.

Quello che è divertente nel ritmo di questo libro è che, nell’immergersi totalmente nella vita dell’altro, il protagonista si trova a fare tutta una serie di scoperte che si presentano come dei veri e propri misteri da sbrogliare. Per questo il lettore si trova a leggere un libro che a tratti è un giallo, a tratti è un’analisi introspettiva con tanto di vere e proprie riflessioni e domande che lo stesso lettore può porre a se stesso, a tratti si trova di fronte ad un libro pulp. Non riesco quindi a classificare realmente il lavoro di Roberto D’Alessio.

Mentre voltiamo le pagine, il protagonista sembra aver capito, da tutti i ragionamenti a cui ha sottoposto la sua mente, di essere un clone, perché in effetti con l’avanzare della storia ci rendiamo conto che si perdono totalmente i legami con il presunto personaggio che è all’inizio del libro, quello che è prima di assumere la personalità e la vita dell’uomo trovato sulla poltrona. I ragionamenti lo portano a considerare l’eventualità di un complotto della Chiesa e della scienza per manipolare la genetica e creare dei cloni, di cui lui sarebbe un esemplare.

Un mistero così ingarbugliato che nemmeno lui sa come risolvere. Solo uno dei suoi zii potrebbe aiutarlo in questo, ma prima della fine del libro muore. E il nostro protagonista si ritrova ad assumere totalmente la vita dell’uomo morto e a scoprire di piacere questo nuovo ruolo. Almeno fino all’ultimo capitolo. Quando tutto sembra ormai risolto, il punto interrogativo si ripresenta lasciando il lettore con un sorriso ironico sulle labbra.

Credo che il libro di Roberto non sia un libro facile da scrivere, e sia ricco comunque di spunti di riflessione sulla natura umana, sulla morale umana e sulle possibilità, sul valore che l’uomo dà alla vita e tutto quello che fa.

In effetti il nostro protagonista sin dalle prime pagine mostra di non avere morale, di non avere limiti, mostra di avere molti dubbi su tutta la sua esistenza e anche sul valore e sull’essenza della vita umana. Ma il tono che Roberto ha scelto rende la lettura veloce e piacevole, interessante.

È un libro che si legge in pochi giorni perché la curiosità è tanta. E nonostante il susseguirsi veloce dello sviluppo delle vicende si può dire che ci troviamo di fronte ad un libro da leggere.

Per informazioni sull’autore https://www.facebook.com/roberto.dalessio.90?lst=716678250%3A1510418864%3A1500898678

Per l’acquisto La vita a morsi

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Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone rispondono a bruciapelo!

02 mercoledì Ago 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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Antonella Cataldo, eros, erotica, il cerchio, intervista, Le Mezzelane Casa Editrice, Pierpaolo Ardizzone, romanzo

pacailcerchio

Buongiorno amici lettori,

oggi intervista doppia per la nostra rubrica “A bruciapelo”! Risponde per noi la coppia di autori Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone, editi con il romanzo “Il cerchio” per Le Mezzelane Casa Editrice.

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

 Antonella: Mi ispiro quasi sempre a un momento della giornata che vivo.

Lascio fluire i pensieri liberi pasticciando i fogli, poi li elaboro rendendoli affini a me. Questo per quello che concerne i versi che mi aiutano a superare anche i momenti più difficili. Per la prosa, o per qualsiasi progetto di scrittura che voglio avere in cantiere mi ispiro a tutto quello che sento con i cinque sensi, provando a trasmettere più emozioni che posso.

Pierpaolo: Io mi ispiro a tutto quello che mi circonda, dalla gente che incontro per strada oppure anche solo dagli odori che mi porta un alito di vento. In questo momento, ad esempio, sto osservando  un campo coltivato a girasoli e il mio cuore li segue così come loro seguono i raggi del sole.

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

Antonella: Dipende da cosa creo, se si tratta di scrittura di getto provo agitazione, cancello e distruggo pagine di continuo. Amo ancora scrivere con la penna. Se si tratta di fare spazio nella mia psiche, quindi necessito di esprimermi provo una vera e propria goduria, soprattutto se chi legge si emoziona con me. Il progetto mi agita, la stesura mi rilassa.

Pierpaolo: I miei sbalzi d’umore spesso fungono da catalizzatore, sta molto al momento e all’argomento di cui sto scrivendo.

Pertanto posso provare nervosismo, mi si chiude lo stomaco e il respiro si blocca, euforia, per cui non riesco a star fermo in un punto solo, divento anche logorroico, oppure un mix di tutto, passando dalle risate a crepa pelle alle lacrime.

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

Antonella: La passione per la scrittura la vedo come un vero e proprio dono. Mi rifugio in essa per allontanarmi dal mondo e dalla realtà. E lo faccio spesso. Quindi imbratto fogli e qualche volta disegno per ispirarmi.

Pierpaolo: La passione per la scrittura secondo me è un dono maledetto, mi permette di stare tanto bene quanto male. Un dono quando riesco, attraverso le parole, a regalare emozioni intense, maledizione quando, pur servendomi di immagini particolari, esse mi causano chiusura, in quel caso lì non mi capirei da solo, però  per carattere necessito di ricominciare, e ricominciare ancora per ritrovare il mio “equilibrio”.

Per info sugli autori: http://www.lemezzelane.altervista.org/cataldo-ardizzone.html

Per acquistare il libro Il cerchio

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"#mineviandanti sull'Appia antica" di Valentina Barile 

26 lunedì Giu 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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#mineviandanti, #mineviandanti sull'appia antica, emozione, fiesta, fotoreportage, incontri, Les Flaneurs, passato, persone, reportage, romanzo, tradizioni, Valentina Barile, Via Appia Antica, viaggio

mineviandanti

Les flâneurs edizioni propone tra le sue pubblicazioni di quest’anno #mineviandanti sull’Appia antica, della fotogiornalista Valentina Barile: un viaggio reportage sulla via Appia Antica intrapreso da Valentina e la sua amica Federica, in compagnia dell’immancabile libro “Appia” di Paolo Rumiz.

La prefazione del maestro, e l’introduzione di Valentina già si presentano come segnali accattivanti che preannunciano un’avventura interessante, e il primo capitolo ci fa subito salire in macchina e partire.

Quello proposto da Valentina è un viaggio alla ricerca del contatto umano e delle tracce della storia di questo cammino; di quanto siano state influenzate le persone che hanno vissuto e si sono avvicendate ai margini della via Appia; di ricerca di una dimensione quasi romantica che ci rimanda all’incontro tra ciò che è passato, il presente vissuto e la prospettiva futura.

Il viaggio –  e di viaggi se ne possono fare di tanti tipi: entrando a contatto con le persone o vedendo i luoghi sono tra quelli più frequenti ma anche più sottovalutati – non è fatto nel comfort di un’automobile super moderna o con l’ausilio dei mezzi di trasporto nazionali. La scelta ricade sulla Fiesta zero comfort di Valentina come per avere già da questo la sensazione di un tuffo indietro nel passato.

La nostra, insieme alla sua amica Federica, si mette dunque in viaggio sulla Appia Antica seguendo le indicazioni del libro di Rumiz, dalla sua esperienza fatta a piedi lungo la via Appia. Un’esperienza diversa che però ha ispirato il viaggio intrapreso dall’autrice.

Il lavoro di Valentina si concentra molto sugli incontri fatti e le sensazioni che questi suscitano nell’autrice; sulle emozioni che inevitabilmente si scatenano nell’animo delle due viaggiatrici e che pesano sulla loro convivenza durante questa avventura. Sono molti i passaggi che Valentina spende per esprimere disappunto riguardo alcune situazioni, e tante quelle che dedica alla poesia di un viaggio selvaggio e alla magia di un panorama lontano dal relax di un viaggio moderno.

Nella prima parte, il momento che mi è piaciuto più di tutti è l’arrivo a Capua, la visita all’anfiteatro e al Mitreo e il successivo passaggio a Benevento. Forse perché queste sono tutte zone che conosco molto bene e  ho potuto visualizzare con chiarezza mentre lei le descriveva.

Ho avuto l’impressione che il libro partisse con lentezza, per poi esplodere nella seconda parte, catturando l’attenzione, diventando più interessante. Qui Valentina mi conquista, facendomi affezionare ai personaggi, alla vicenda e al viaggio. Anche la sua scrittura diventa più carica di impressioni: mi permette di vedere con i suoi occhi ciò che nella prima parte del libro non riuscivo a fare con facilità.

Quello che vuole raccontare Valentina, quello che lei rivede nella via Appia, è un’anima vera e propria che non è fatta solo dei luoghi ma anche di persone e quindi di sensazioni. Queste si appiccicano alla pelle delle due ragazze, penetrano fino in fondo provocando finanche ostilità, silenzio, disappunto. Non è infatti un viaggio facile quello che descrive Valentina, non è sempre tutto rosa e fiori, sia per la difficoltà di una convivenza tra amiche durante un viaggio difficile e privo di comodità, sia per le sorprese e gli imprevisti che costellano il cammino, e che avvicinano molto l’avventura alla quotidianità della vita reale.

Valentina vuole descrivere la vera e propria anima di questo percorso antico e tutto ciò che esso ha assorbito nel tempo e le ha trasmesso, passando da fasi di critica, ad esempio, verso l’inospitalità riscontrata in certe situazioni, e la magia di altri incontri. Passaggi talvolta così repentini che inizialmente mi avevano un po’ disorientata, ma che poi ho trovato funzionali e coerenti con il messaggio del testo: la vita reale è un viaggio che non si fa in un’unica direzione e non suscita una sola emozione. Bisogna essere obiettivi e ammettere che la bellezza sta proprio nella varietà di sfumature che si possono ammirare e sperimentare tutte in contemporanea in una stessa immagine.

E così si giunge alla parte finale del viaggio con una immedesimazione tale da voler caricare lo zaino in spalla e partire, ve lo assicuro!

Credo fosse questo l’intento di Valentina, non soltanto un omaggio ad una delle strade più antiche del mondo ma anche e soprattutto la voglia di trasmettere la ricchezza che può ottenersi nello spostamento, nel movimento e nel viaggio.

Per informazioni sull’autrice http://www.valentinabarile.it/

Per l’acquisto del libro mineviandanti. Sull’Appia Antica

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