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"Sassi unplugged" di Giorgio Olmoti

07 martedì Nov 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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anfibi, canzoni, giorgio olmoti, matera, racconti, ritorni, round midnight edizioni, sassi unplugged, viaggio

sassi-unplugged-olmoti

La ‘round midnight edizioni non mi delude mai, conferma sempre delle scelte di pubblicazione di qualità con contenuti davvero bellissimi, meritevoli di attenzione, ricchi di emozioni, di messaggi, di sorrisi, di sudore, di sangue, di tutto ciò che è vita. Un catalogo che tutti dovrebbero leggerlo.

Nel caso di “Sassi Unplugged” di Giorgio Olmoti ci troviamo di fronte ad una innamorata descrizione di ciò che per l’autore è la città di Matera. Un viaggio che si fa a suon di musica, con una colonna sonora scandita dai titoli dei brevi capitoli in cui è suddiviso il libricino. In effetti sono delle canzoni che si sposano perfettamente con il tono dei vari capitoli, e, infatti, consiglio di cercare e ascoltare leggendo le canzoni indicate capitolo per capitolo; lasciarsi poi cullare da questa musica mentre scorrono le parole di Giorgio.

L’autore ha un tono molto bello, simpatico e ironico. Molto divertente. Ma allo stesso tempo riesce ad accarezzare l’animo con le sue descrizioni, con il racconto dei suoi viaggi che lo hanno portato in questi 30 anni nella città di Matera. In questi viaggi che hanno fatto diventare Matera non un posto da visitare ma una delle sue case.

Mi è piaciuto molto sentire anche il tempo storico raccontato in queste pagine,  quel sapore di passato che ormai non si vive più. E ha alimentato la mia curiosità e voglia di partire per la città descritta; alimentato anche una insolita malinconia dovuta alla consapevolezza che la Matera che io vedrò oggi non è la stessa che ha vissuto e visto lui 30 o 20 anni fa con i suoi viaggi: una Matera più selvaggia, più vicina al suo passato di quanto non lo sia adesso. Ecco, temo, io che non ho mai visitato quella città, di trovare una contaminazione troppo forte della modernità in un paesaggio che, sia dai suoi racconti sia dall’idea che mi sono fatta, dovrebbe invece essere un tratto d’unione tra il presente e il passato, così come mi affascina.

Da un punto di vista letterario e di scrittura, la lettura di “Sassi Unplugged” è senza dubbio consigliata. È una lettura piacevole, che ti trascina in viaggio con sé, quindi coinvolgente.

Credetemi quando dico che ho letto tutto il libro con il sorriso sulle labbra. Ho sorriso delle avventure di Giorgio. Ho sorriso della semplicità dei tempi passati di cui lui racconta. Ho sorriso della genuinità di alcune persone e di alcuni posti, caratteristiche che ora non si trovano più nelle persone e nei luoghi. Ho sorriso del suo amore per il viaggio, ho sorriso del suo amore per Matera e per la sua donna. Ho sorriso del suo amore per i cani, del suo amore per la zeppola; ho sorriso per il suo zaino, per i suoi anfibi indossati anche d’estate, per gli incontri che ha fatto, per i contrattempi e gli imprevisti e per gli svariati rischi a cui i suoi numerosi ritorni a Matera sono stati sottoposti.

E ho vissuto il libro con la calma, senza fretta, tipica dei tempi della mia infanzia.

Un libro che è un viaggio per il quale vi suggerisco di partire.

Per info su autore e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/sassi-unplugged/

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"Lo strano caso dei tre nubiani" di Francesco Signor

18 lunedì Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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amici, emozioni, Francesco Signor, gente, giovani, ironia, lavoro precario, libri, mistero, ninfomania, nuovi autori, romanzo, round midnight edizioni, sarcasmo, sesso, tre

strano caso

La ‘Roundmidnight Edizioni presenta il romanzo di Francesco Signor, “Lo strano caso dei tre nubiani”, in un formato delizioso e comodo da poter portare dovunque; ottimo per le vacanze estive e per qualunque viaggio. Un piccolo scrigno che contiene come sempre ottima compagnia è ottima ricchezza da cui attingere.

Sin dalle prime pagine il tono è simpatico e allegro, a tratti surreale, soprattutto per quanto riguarda il personaggio protagonista nonché voce narrante della vicenda.

Anna è una ragazza “facile”, e definirla facile e poco. Direi piuttosto che è una ninfomane e ogni azione, ogni scena, ogni suo pensiero rimanda ad allusioni esplicite, a rapporti sessuali e al sesso in generale.

Ovviamente l’autore presente il tutto in modo simpatico, con un ritmo veloce.

In sottofondo, sin dall’inizio ci si sente in presenza di un mistero o qualcosa di losco da svelare. Si ha l’impressione che Anna sarà protagonista di una vicenda insolita.

Come sempre, per quanto riguarda molti dei libri della ‘roundmidnight edizioni, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un lavoro di ironia, scritto con un ritmo incalzante che rende la lettura interessante e piacevole.

Al di là della storia assurda, e delle vicende ironiche che sono vissute della protagonista, abbiamo sullo sfondo la denuncia di una situazione lavorativa purtroppo molto nota ai giovani di questa generazione, ovvero la realtà di chi fa dei lavori precari e che, pur di mantenere un minimo di entrata, accetta una situazione di semi-schiavitù.
Questo aspetto viene denunciato “quasi in sordina”, ma io l’ho sentito con molta forza e credo che sia in grado di creare un legame di empatia tra l’autore e quei lettori che si sono trovati in situazioni lavorative simili. Ci troviamo di fronte alla denuncia sarcastica di una realtà lavorativa quale quella dei precari che fa da sottofondo a tutto il racconto ma che comunque è narrata in tutta la sua tragicità e quindi non risparmia indignazione.

“Lo strano caso dei tre nubiani” è una storia in cui aleggia costantemente un mistero inspiegabile che non sono sicura si risolva alla fine del libro ma è motivo di evoluzione della storia. La nostra protagonista non si tira indietro (in ogni senso e in ogni situazione direi), ma nel momento più difficile riscopriamo che è una persona comunque dolce e tenera che crede nei sentimenti e nell’amicizia, e che anche nel momento più difficile non perde il suo senso dell’umorismo.

L’autore vuole non soltanto parlare di alcune problematiche ma anche invitarci a sorridere ironicamente sui guai che ci capitano tutti i giorni.

Un altro libro del catalogo ‘roundmidnight che non mi delude.

Per notizie sull’autore http://www.roundmidnightedizioni.it/book/lo-strano-caso-dei-tre-nubiani/

Per acquistare il libro Lo strano caso dei tre nubiani

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"Brutto vizio morire" di Nicolò Gianelli

16 venerdì Dic 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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bellezza, Brutto vizio morire, editoria, fantasia, fine, giochi, leggere, libri, malinconia, messaggi, morte, Nicolò Gianelli, raccolta di racconti, racconti, recensione, round midnight edizioni, scrittura, surreale, vangelo yankee, vizio

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Non mi aspettavo nulla di sensato dall’opera prima di Nicolò Gianelli, “Brutto vizio morire“, edito anche in questo caso dalla ‘round midnight edizioni. E speravo non mi smentisse.

Del suo romanzo “Vangelo yankee” (cliccando qui trovate la recensione al libro) ho amato l’atmosfera surreale e la straordinaria capacità dell’autore di raccontarla. Anche in questa raccolta di sei racconti (sua prima fatica letteraria) trovo conferma dello stile e della bravura. La costruzione della vicenda contiene ragionamenti che fanno capriole assurde e che fanno sorridere, ma vi è anche tanto sentimento.

Elemento comune dei sei racconti è la morte vista da prospettive diverse. La morte inaspettata e triste che stronca la vita con ironia; quella cercata, voluta, conquistata per farne dono all’amore della propria vita e che invece viene sciupata. La morte beffarda, la morte assurda troppo spesso inaspettata. La morte ripetuta, la morte bastarda e quella bella. La morte intima e personale, la morte poetica, la morte decisa che mette un punto alla questione. La morte che coglie anche Dio nel sogno, immobilizzandolo nel ricordo più bello della sua esistenza. Insomma, alcune fra le tante sfumature che si possono trovare nel viaggio estremo.

Dietro questi racconti surreali si nascondono favole che strappano sorrisi ma risvegliano anche tanta malinconia e spunti di riflessione sugli aspetti della vita.
Sembra di essere seduti a tavola con la Signora a bere del buon vino e chiacchierare delle assurdità e degli scherzi ironici della vita; a riderne, seppur con amarezza, per non sentirsi vittime di questo meccanismo indomabile o perché il sorriso è l’unico modo in cui si può sopravvivere e andare avanti.

La scrittura è un sortilegio che si fa giocando con le parole, e Niccolò dimostra e conferma di essere un mago in questo: il suo talento, che avevo imparato con “Vangelo yankee”, trova conferma in questi racconti. L’arte è un incantesimo con cui si cerca di contrastare il corso negativo delle cose. Ridare luce calda a tutto e spegnere quel senso di dolore costante che ferisce alcuni animi sensibili.

Il gusto irreale è sempre lo stesso, un tocco inconfondibile che diventa firma.
A volte la nota surreale e data dalle metafore usate per fare riflessioni e proporre pensieri. Le metafore vengono usate per provare a spiegare l’essenza di alcune sensazioni che tradotte in poche parole o cercando di scriverle con frasi lineari sciuperebbero tutta la bellezza e la profondità di quello che si intende trasmettere.

Nicolò ha costruito meravigliosi ricami, belli anche nella loro crudezza, perché ci sono tante sfaccettature che raccontano la vita sia nel bene che nel male. Tutto ciò che smuove e provoca una reazione nelle viscere è vita, e questo si evince dalla sua scrittura. Nella creazione dei sei mondi tutto è ammesso per il nostro autore, come per ogni artista con la sua opera, infatti, egli ha giocato e partorito una serie di racconti mai banali.
Nicolò ha saputo modellare la materia che gli è stata data (la fantasia) con un talento raro e prezioso.

Niccolò Gianelli resta una bellissima e piacevole lettura, ricca di significati, un po’ bastarda e talvolta spietata, proprio come la vita che si fa odiare e amare allo stesso tempo con eguale intensità.

Mi piacerebbe scoprire che Nicolò ci ha lasciato altre opere da leggere…

Per info e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/brutto-vizio-morire/

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"Fiori d'asfalto ed altre solitudini" di Allan Corsaro

09 venerdì Dic 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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Allan Corsaro, asfalto, bellezza, condivisione, emozioni, istantanee, libri, malinconia, messaggi, poesia, recensione, round midnight edizioni, scrittura, silloge, universo

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La ‘round midnight edizioni è una casa editrice che si occupa principalmente di poesia dando un contributo notevole per la diffusione di questa forma letteraria, purtroppo trascurata.

Esistono invece tanti gioielli che toccano le corde dell’anima e, senza troppa delicatezza, vi lasciano dentro segni profondi che commuovono e spingono a riflettere.

Questo è il compito della letteratura; questo è il compito della poesia.

Allan Corsaro è un altro poeta della scuderia ‘round midnight edizioni. Un poeta del nostro tempo che qualcuno potrebbe aver “immaginato, da qualche parte”. Ma, ad incontrarlo tra i versi che ci regala, si ha la sensazione tangibile di qualcosa di corposo, ricco e tagliente.

“Fiori d’asfalto ed altre solitudini” è una silloge da leggere ad alta voce. Anche solo sussurrate, le poesie in essa contenute si devono sentire. La voce, infatti, ne svela altri significati, altre sfumature, oltre quelle immediate.

Impressioni al primo impatto: il nostro poeta ama vivere nella notte e te lo immagini, sin dai primi versi, camminare per le strade illuminate dai lampioni a rubare storie di chi come lui vive in quel preciso istante della giornata. Come se nell’oscurità ci si potesse proteggere ed essere davvero se stessi, e nell’oscurità capire davvero.

O forse è il contrario, e lui non riesce a vivere la notte come vorrebbe?

Di sicuro, Allan Corsaro riesce a cogliere tanta umanità (“raccolgo mani / braccia / profili / passi come fossero doni“).

I versi sembrano passi compiuti sull’asfalto di una città di cui non conosciamo né nome né fisionomia, ma è rilevante: sono le vie della vita, quelle strade che si imboccano crescendo o affrontando il quotidiano; le strade che percorriamo con un bagaglio che alimentiamo ogni giorno. Ma cosa sta cercando Corsaro su questi marciapiedi, per questi vicoli che sembrano solitari, silenziosi, riflessivi, e celano invece tanta vita?
A volte sembra una ricerca incompleta, sospesa. Come se si percepisse la frustrazione di qualcosa di inaspettato.
E così è facile rischiare di confondersi tra la folla e l’asfalto.
Nei suoi versi, che esplodono di bellezza, c’è come la volontà di esprimerla e gioirne, e urlare l’incapacità di saperlo fare e saperlo vivere.

Allan Corsaro è innamorato della vita e di ciò che lo circonda. Si evince dalle sue parole la consapevolezza di tutto questo, ma allo stesso tempo sembra mostrare se stesso come piccolo, impotente, incapace di accogliere appieno questo messaggio di splendore.

La parola chiave e asfalto e non solo per via del titolo. È richiamata più volte tra i versi, e questo ci suggerisce un’ambientazione vera e propria, primo elemento di congiunzione e continuità del racconto poetico di questa silloge: la città.
La città con le sue solitudini dettate forse dalla frenesia del quotidiano. La città con le sue routine che a volte ci distaccano dalle cose realmente preziose.
L’asfalto è un pretesto per raccontare le vite degli altri che incrociano gli occhi del poeta e suscitano in lui riflessioni. Un pretesto per un’analisi di se stessi nel confronto.
L’asfalto serve a denunciare la solitudine dell’essere umano tra i suoi simili. Esso rende “i muri più espressivi delle persone che contengono“: in questo verso si vince il sollievo che si prova dal confronto con le architetture della città, più lieve, più apprezzato del confronto con l’essere umano. Come se la distanza tra uomo e architettura fosse meno dolorosa di quella che c’è tra uomo e uomo.

Tra questi versi, c’è la paura del distacco e la tremenda consapevolezza che esso sia un fatto inevitabile.
La poesia è un mezzo per non impazzire, e il pomeriggio è il momento migliore per darle voce e luce.
La poesia è un grido per noi per denunciare il proprio disagio interiore. Quella irrequietezza che contrasta con la sfiducia verso tutto e ti fa comunque lottare ogni giorno con “la stupida tenacia di questa testa contro muri invincibili / che se non si ferisce si spacca /  ed è l’unica fenditura della vita“.

Corsaro lascia intendere la poesia come mezzo per urlare disagio, frustrazione, confusione, ma anche il senso di mancanza e solitudine che ci colpisce a questo mondo e che colpisce soprattutto gli animi più sensibili.
E urlare questa poesia sembra diventare l’unico modo per restare vivi, sani e salvi.

Trovo alcune di queste poesie assolutamente condivisibili. Corsaro, infatti, riesce a dare voce a tormenti e dubbi comuni. Una voce che ci voleva.
E alla fine, la poesia è una serie di istantanee, di pensieri suscitati dalle immagini di cui si fa esperienza nel quotidiano, e che nell’apparenza sembrano dettagli insignificanti su un quadro ma che a guardare meglio, a soffermarsi, si notano le sfumature e anche l’incanto poetico che alberga in ogni cosa.
Nella penna felice di Allan Corsaro si legge questo desiderio di abbandono di sé alla poesia come fossero gli occhi di una persona.

Per informazioni sull’autore e per acquistare il libro
http://www.roundmidnightedizioni.it/book/fiori-dasfalto-ed-solitudini/

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"Telegrammi" di Anna Ruotolo 

25 venerdì Nov 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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abbandono, anna ruotolo, bellezza, condivisione, lettere, messaggi, missive, poesia, poetessa, round midnight edizioni, sollige, telegrammi, universo

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La ‘round midnight edizioni ha scelto per le sue pubblicazioni un formato piccolo, che a mio avviso aiuta a percepire il volume come un oggetto prezioso, uno scrigno che contiene diamanti. E ogni volta trovo conferma di questa sensazione.

La breve silloge di Anna Ruotolo, “Telegrammi“, è uno dei tesori del catalogo ‘roundmidnight.
Si tratta di brevi e intensi messaggi rivolti prima di una partenza, di una separazione, o semplicemente per comunicare tenere confessioni che non celano un impeto enorme. Scritti da chi resta o da chi sta per andare. Ma a chi sono rivolti?

È questa la sensazione, come quella di un messaggio lasciato prima che sia tutto concluso; come a voler dire prima di dimenticare, per non lasciare nulla di non detto o qualcosa in sospeso.
Messaggi che sono come ammonimenti, note, appunti prima di un viaggio, oppure prima di ritrovarsi dopo una separazione.
Messaggi come confessioni tenere, difficili, delicate eppure urlate in modo forte.
E questi messaggi comprendono sensazione di un momento.
“Oggi perderemo qualcosa insieme“, scrive in un verso la poetessa, e in fondo per accogliere la poesia ci si deve perdere un po’, perdere qualche barriera intorno a se stessi, perdere il senno, perdere i limiti. E questo abbandono diventa strada necessaria ad accogliere il senso della bellezza, il senso dell’arte.

La lettura di queste brevi missive sembra riconciliarti teneramente con l’universo, trasportarti ad un livello superiore di pace e comunione.
La penna di Anna è delicata in apparenza, ma solo in apparenza: i suoi versi, infatti, sono colmi di sentimento e potenza. Ed è una sensazione che trapela in modo imponente nella lettura di queste missive.
Lettere che ci raccontano di un legame magico, lettere che ci ricordano noi stessi.

La sua mano è presa in prestito per tradurre le nostre esperienze.
C’è un vuoto creato da una partenza, un distacco: in alcuni versi si legge il desiderio di continuare a mantenere il contatto anche se solo con una parola, con poche righe. E con quelle righe, Anna riesce ad aprire la porta di un mondo intimo eppure sconfinato; universo prezioso nel quale siamo invitati a prendere posto nella condivisione.

Anna usa ogni elemento della natura in questo dialogo; chiama in soccorso animali e astri per superare e colmare i vuoti lasciati aperti dall’abbandono.
E tutto diventa vivo, tutto palpabile. Una poesia delicata eppure impetuosa. Una vera e propria esperienza.

Per seguirla su fb: https://www.facebook.com/anna.ruotolo.ce?fref=ts
Per acquistare il libro: http://www.roundmidnightedizioni.it/book/telegrammi/

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"Vangelo yankee" di Nicolò Gianelli

31 lunedì Ott 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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America, autore, dipartita, far west, Nicolò Gianelli, nuovi autori, on the road, passione, pionieri, romanzo, round midnight edizioni, scrittura, sogno americano, vangelo, vangelo yankee

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248 pagine in un piccolo scrigno formato 10×15, “Vangelo yankee” di Nicolò Gianelli è un gioiello prezioso confezionato dalla ‘round midnight edizione.

Il romanzo racconta un viaggio strampalato on the road di un gruppo strampalato di ragazzi il cui cammino si incrocia a quello di personaggi surreali e insoliti. Le persone diventano tappe così come gli stati della costa occidentale dell’America del Nord. Strade immense e un viaggio che si vuole fare fuori da ogni schema (alla ricerca di Lui).

Il linguaggio, la scrittura hanno la stessa andatura di un giro sulle montagne russe: scalate e discese vertiginose che danno ritmo alla lettura.
Un viaggio a ritroso con i capitoli. Un vagare tra fatti verosimili e situazioni surreali che diventano metafore di un vagare, persi.
Le vicende e la loro narrazione emanano l’odore di una costante sbronza: interminabile, divertente, menefreghista. Accade tutto barcollando, ecco la sensazione: un simpatico e allegro capogiro da sbornia. E come tutte le ubriacature, ha un retrogusto amaro triste malinconico.

Nel tono si percepisce qualcosa che fa male, un tormento. E se il viaggio, questo vagare on the road nel sogno americano, fosse una fuga in cerca di una smentita dalla vita? Vita maledetta che fai tanto male per quanto sei bella!

La voce narrante a tratti sembra quella di un cowboy, quella dei vecchi film ambientati nel lontano west da conquistare. E a noi sembra di essere lettori pionieri; sembra di vivere le avventure di chi ha conti in sospeso da saldare. L’avventura, però, è quella di quattro ragazzi che inseguono, a bordo di una “balena bianca“, il moderno sogno americano con la stessa voce, lo stesso tono dei pionieri che seguivano quello della conquista di nuove terre.
Il loro viaggio ha una colonna sonora: ogni capitolo si conclude con il suggerimento del titolo di una canzone mandata dallo stereo della balena bianca. Canzoni che vi consiglio di cercare e ascoltare alla fine di ogni capitolo, come a sostare per far raffreddare il motore e lasciar decantare le emozioni, le immagini e le vicende lette; avvicinarsi, canzone facendo, al capitolo successivo, leggendo le pagine in corsivo che fanno da intermezzo (se siete troppo pigri, qui trovate la playlist che ho fatto per me https://youtu.be/GoA_zY6tqQw?list=PLgXOY6goL00BT9OC9l0yMAjDI1ZOyCcCj )

Nicolò Gianelli, con tono ironico e stile brillante, ha la notevole capacità narrativa di un poeta beat; diventa voce di una generazione alla ricerca di un sogno, alla ricerca di un riscatto; una generazione che intanto affoga in brevi sprazzi di oblio alcolico per trovare solo un sollievo momentaneo.
Nicolò trasforma ogni cosa in personaggi con le proprie personalità distinte: un cactus, una Cadillac, lo stesso lago diventano vivi e dotati di parole e pensieri. Ogni cosa è avvolta dal fascino cinematografico, come se le strade delle città americane fossero un enorme set. Tutto sembra pervaso da pericolo, tutto sembra losco, tutto può vestirsi di morte e contemporaneamente proseguire in modo normale. Ma mai in modo banale e anonimo. Nicolò trasforma il viaggio in un volo nell’universo.

Conclusa la lettura di “Vangelo Yankee” ho l’animo scombussolato, come fossi distesa sotto i morsi di una montagna di parole etiliche, di emozioni alcoliche; una sbornia colossale di sogni, con la vita che mi fa tremare le gambe, spaventate ed eccitate perché non so quale possibilità mi capiterà domani.
Finito di leggere Vangelo – che non è un Vangelo ma il racconto di un sogno non privo di dubbi e paure, reso solo più fantasioso per trovare un modo in grado di smorzare questa fottuta paura di vivere, questa vita che spaventa – ho la testa sognante, innamorata di questa favola. Adoro le favole irreali che non mi nascondono la realtà, anzi cercano di presentarla in modo bizzarro, che poi è il modo per dire alla vita “Guardami, io rido, riesco a trasformare in bellezza anche lo spavento che mi butti addosso. Sì, questa è bellezza. O forse vuoi negare che leggendomi non hai sorriso?”
Io ho sognato, anche se ho sentito tanta malinconia; ho sognato e amato tutti gli assurdi personaggi che prendono vita tra queste pagine.

La lettera dei genitori e le parole della sua editor in chiusura del volume mi fanno comprendere che Nicolò ha deciso di intraprendere un viaggio estremo il 3 luglio 2015. Ed è davvero un peccato pensare che questo ragazzo non ci regalerà altre opere.
Vorrei quasi che questo viaggio non terminasse, e vorrei farti mille domande, Nicolò, per capire da dove nascono queste pagine e cosa le ha suscitate, perché è evidente che dietro vi si nasconde un universo tormentato.
Mi chiedo dove hai imparato a scrivere così, dove hai imparato a dominare con tanta maestria la tua penna che è così felice da alzarsi dal coro e distinguersi.
Mi piacerebbe chiederti a chi ti ispiri, chi ha nutrito la tua cultura. Il tuo stile mi ricorda quello degli autori beat, ma anche quello di Boris Vian che con “La schiuma dei giorni” mi ha fatto provare amore fino alle lacrime e sognare in un mondo di favole irrazionali, illudendomi che tutto fosse possibile.

Salgo di nuovo sulla balena bianca, metto su la compilation che tu mi hai suggerito strada facendo, e mi tuffo ancora un po’ nel tuo viaggio, mentre a te ti immagino a bordo della Dipartita in attesa di lanciarti in un nuovo tramonto.

Per info e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/vangelo-yankee/

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"Gli approdi invisibili" di Argia Maina

23 venerdì Set 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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anna Giordano, approdi invisibili, Argia Maina, copertina, disegno, emozioni, libri, nuovi autori, passione, poesia, recensione, round midnight edizioni, scrittura, silloge

Gli approdi invisibili

Il piccolo volume di poesie edito (anche in questo caso) dalla ‘round midnight edizioni sembra chiedere al lettore di prenderlo e sfogliarlo, dargli l’opportunità di svelare il prezioso tesoro che contiene. La barca di carta disegnata sulla copertina (da una bravissima Anna Giordano) in balia di onde impazzite di un mare che ha il volto di una donna, ci suggerisce la fragilità e allo stesso tempo la semplicità di poesie che sanno farsi ascoltare e farsi spazio dentro di noi.

In questo nuovo lavoro di Argia Maina, le parole si trasformano in onde e dettano il ritmo del vagare in un mare di versi, seguendo i moti dell’animo, e lasciandosi impazzire da una luna che non è mai nominata ma che si manifesta come un approdo al quale giungere, e dal quale ripartire, dopo aver colmato la mano del palmo di un’altra mano, complice del nostro stesso sentire.
“Partenza”. “Attraverso”. “L’approdo”.
Sono le tre parti in cui è divisa la silloge; tre parole che a leggerle insieme ti danno il senso ultimo dell’intero volume: la destinazione non è mai il fine ultimo, ma a volte un approdo è solo la partenza per un nuovo viaggio.
C’è tanta maturità e tanta consapevolezza in questa voce che racconta e spiega e si offre nuda al destinatario di un messaggio intimo.
La poesia di Argia si conferma carezza per lo spirito; portavoce di un sentimento comune.

Per informazioni e acquisto http://www.roundmidnightedizioni.it/book/gli-approdi-invisibili/

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