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.124.

04 mercoledì Mar 2015

Posted by mrosf in duemilaQ

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fine, morte, nascita, stagione, tempo, vita

La stagione quel periodo delimitato da sottili confini che sfociano l’uno nell’altro nelle fasi della vita, e di cui ci rendiamo conto notando i mutamenti del cielo. La stagione che segna lo scorrere del tempo attorno a noi; che fa il suo ingresso con il vento e va via con un raggio prepotente di sole. La stagione che lascia segni sulla pelle, solchi sempre più profondi, come pagine stropicciate per tutto ciò che giorno dopo giorno scriviamo della nostra vita. Le stagioni che sorgono e quelle che conducono verso il tramonto, un po’ come i giorni, un po’ come le canzoni. Ed è sempre il tempo il vero sovrano di una stagione, ne decide la durata, la nascita e la fine. A te spetta scegliere come vivere la stagione che ti è stata donata.

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.97.

01 lunedì Dic 2014

Posted by mrosf in duemilaQ

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camminare, piano, procedere, tempismo, tempo, via

La lentezza, quella di un risveglio soleggiato e tiepido di primavera; quella opprimente di un’attesa senza scopo; quella insopportabile di un verdetto. La lentezza di una melodia romantica unita ad un animo gentile. La lentezza che alimenta rabbia; quella di un silenzio pungente; quella tagliente della solitudine. La lentezza del mare calmo e quella infranta dal sibilo del vento. La lentezza che proprio non si può imparare e quella che è una sfaccettatura naturale del carattere. La lentezza della notte che è soffocante quando solitaria; quella che toglie il fiato nella passione condivisa con il proprio compagno. La lentezza necessaria per godere la bellezza di un’opera d’arte, frutto della natura o dell’uomo. La lentezza che insegna la pazienza.

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Quello serio

28 venerdì Nov 2014

Posted by mrosf in Q-uei4

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fretta, memoria, parola, penna, scritto, scrivere, tempo

C’era una volta un uomo anziano e c’era una volta la sua mano che teneva nei solchi formati dallo scorrere del tempo le tracce d’inchiostro con cui aveva scritto la storia della sua vita. Una storia sudata, vissuta con la giusta lentezza e il ritmo accordato al tempo che scorre.

E poi c’era una volta un giovane uomo, un ragazzo distratto, sbadato, ossessionato dalla fretta di concludere qualunque cosa stesse facendo, accumulare esperienze, senza indugiare qualche istante di più per imprimerle in sé. E c’era la sua mano senza memoria.

La mano dell’uomo giovane accumulava in quantità esperienze, visioni, ricordi finti, tenuti tutti compatti in un piccolo oggetto elettronico che poteva cambiare a seconda dei suoi mutevoli imprevedibili gusti.

L’uomo anziano, invece, aveva le tasche colme di fogli di carta impregnati delle fragranze del tempo che passa…

Il giovane uomo poteva spegnere il suo oggetto, illudendosi che fosse possibile spegnere i ricordi scomodi con un click! Senza dar peso alla ricchezza di ogni segno che giaceva sulla sua pelle. Aveva dimenticato il gusto del momento e perduto il senso della memoria. Così come la sua mano, ritrovando nelle sue tasche una penna, aveva scoperto di aver perduto la memoria della calligrafia. Non sapeva più scrivere e distinguersi anche per la particolarità del suo tratto.

Per uno scrittore, l’inchiostro è come il suono della voce, e la grafia è il suo tono che si distingue in una folla. La parola scritta a mano ruba dall’autore il senso profondo delle sue idee, le voci distinte dei suoi personaggi e le imprime su un foglio rendendolo unico…

L’inchiostro e la penna raccolgono le memorie di uno scrittore nella loro natura pura.

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Delirio mattutino

25 martedì Nov 2014

Posted by mrosf in A certain shade of me

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buongiorno, delirio, giorno, mattino, orologio, risveglio, tempo

Prendi un libro
per cercarvi tra le pagine
il suono del Buongiorno
e ti ritrovi colmo di immagini surreali
visioni che escono da quelle righe
e prendono forma davanti a te.
Iniziano a camminare liberamente per la tua stanza
Invadono la tua casa
e occupano ogni minuto del tuo tempo
Per un po’ le osservi estasiato
Sei in un mondo incantato
oppure è la realtà?
Ma la realtà è sempre stata così?
Te ne stai lì a guardare
fino a che non senti un tonfo
un rumore che si alza sugli altri
Tutte le immagini venute fuori da quel libro
improvvisamente si fermano
All’unisono
si voltano verso di te
e per la prima volta si accorgono della tua presenza
Il tempo resta immobile ancora un po’
mentre loro ti osservano
e iniziano a leggerti dentro
E tu sai che ti leggono dentro, perché senti come un formicolio sotto la pelle
Gli occhi di qualcuna di quelle immagini
ti fanno il solletico
e ti sorridono
Tu ricambi il sorriso
ma il tonfo si ripete
e il tempo
che fino a quel momento aveva trattenuto il fiato, immobile
torna a scorrere
prima con una lenta successione di tic-tac -tic-tac
poi incalzando il ritmo
Il tonfo ha destato anche le immagini
che si accorgono di non essere più nella loro casa
Allora, ad ogni tic allungano la gamba destra verso di te,
ad ogni tac quella sinistra
facendosi sempre più avanti
E tu pensi stiano per raggiungere te
e avvolgerti tra le loro braccia
E invece puntano di nuovo verso il libro che hai tra le mani
E una ad una
ad ogni tic e ad ogni tac
tornano a conquistare la loro posizione naturale
tra le righe di un libro che hai scelto per cercare un Buongiorno!

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.Padrona del mio tempo.

14 martedì Ott 2014

Posted by mrosf in A certain shade of me

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coraggio, essenza, fiume, forza, mattino, ossigeno, paura, primavera, ria, sentire, solea, tempo

Perdonami
se non riesco a donarti il primo sorriso del mattino.
Perdonami
perché resto ancora un essere debole e arrendevole
Perdonami
perché non riesco ancora a vedere con gli occhi del mio volto
né lascio sentire quelli del mio cuore.

Quello che cerco è il sollievo
del mio spirito
e un sorriso carico di tutte le gioiose sorprese che custodisce un nuovo giorno
prima di farmene dono.

Vorrei passeggiare nei prati di primavera e raccogliere i colori più belli del mattino
scuoterli dalla rugiada che li avvolge dalla notte appena passata
e annusarne la calda essenza

Vorrei specchiarmi
nelle trasparenti acque del tempo che scorre e scoprire sul mio volto riflessi i segni felici dei ricordi più belli

Alzare lo sguardo verso la sorgente e scoprirmi l’essere meraviglioso che genera tuta questa felicità

Vorrei nuotare senza paura
ma con curiosa eccitazione
verso la foce del fiume e solcare le onde di un nuovo mare,
saperne leggere le immagini e scoprire di non avere paura di ciò che devo ancora affrontare,
scoprire che se giungo a quel momento con un sorriso vivrò un istante di felicità senza fine.

Perdonami
se ho paura di tuffarmi in queste acque buie
Trattengo il fiato da troppo tempo
e vorrei volare in alto tra le nuvole
per riempire il mio corpo si ossigeno e sentirmi leggera
mentre mi sollevo senza peso a fare capriole per solleticare il mio ego
Se potessi respirare senza sentire il peso del tempo sul mio cuore
Mi tufferei dalla cima più alta
e accoglierei il bagno blu di quelle acque
nel modo più degno per loro e per me
E tornerei ad essere padrona del mio tempo

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.Quello serio.

18 giovedì Set 2014

Posted by mrosf in Q-uei4

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coraggio, correre, indugiare, orologio, paesaggio, scorrere del tempo, tempo, via

L’uomo e l’ossessione del tempo che passa, fugge, rallenta, indugia e scatta in avanti.
L’uomo e la necessità di controllarlo e contenerlo entro impossibili confini.

Ossessione o necessità, nel corso della storia dell’umanità si è sempre cercato di calcolare il tempo, osservando la natura, accordando il corso delle proprie giornate ai moti della Terra; racchiudendolo in una clessidra sparso tra i granelli di sabbia; intrecciato alle lancette di un orologio; scandito dal ticchettio degli ingranaggi.

L’uomo ha cercato di batterlo nella corsa colmandolo di cose da fare – un occhio all’orologio e l’altro alle sue faccende! – vestendolo talvolta di ansia che non vuole ammettere né vedere, fino al punto di passare dinnanzi ad un paesaggio dalla bellezza indescrivibile e irripetibile senza accorgersene; fino a non riuscire più ad ascoltare se stesso e i moti del proprio animo; finendo per accontentarsi di riempire i giorni restando sospeso sulla superficie di ogni cosa.

L’uomo ossessionato dal dare al tempo una forma e giungere al traguardo vittorioso… ma traguardo di cosa? nella vita non è più importante il viaggio che la destinazione? non è più importante come si trascorre il proprio tempo che non farlo semplicemente passare su un orologio?

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.Quello mai pensato.

16 martedì Set 2014

Posted by mrosf in Q-uei4

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contro il tempo, coraggio, corsa del tempo, essere in anticipo, essere in ritardo, ora, orologio, scorrere del tempo, strada, tempismo, tempo, via

Il tempo può fermarsi in tanti modi. Talvolta mozza il fiato per impercettibili istanti per una forte emozione, per un improvviso stupore, per una emozione travolgente o per il terrore. A volte rallenta il suo corso nella noia, nell’attesa, diventando anche insopportabile.

Ma a volte si incaglia tra le lancette di un orologio, e – dannazione! – non si sa più se si è in ritardo, in anticipo per un appuntamento; se si deve andare via o si può indugiare ancora un po’….

Si ferma l’orologio e ci si sente disorientati, infastiditi, come se si potesse controllare realmente il tempo dando uno sguardo all’orologio.

Eppure il tempo continua a scorrere e ad essere sempre perfettamente in orario: se fai attenzione ti accorgerai che, almeno due volte al giorno, anche un orologio rotto segna sempre l’ora esatta!

Meraviglioso tempismo!

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.Quello banale.

12 venerdì Set 2014

Posted by mrosf in Q-uei4

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bellezza, cipolla, donna, femminile, giorni, minuti, opportunità, ora, orologio, orologio da polso, passaggio, tempo, vanità, via

Il tempo racchiuso in piccole dimensioni, in un oggetto tascabile prima, da polso poi, comunque sempre a portata di mano, controllato, contenuto in un gioiello legato al braccio e ornato come se ad abbellire l’orologio si potesse rendere più piacevole lo scorrere del tempo; come se ad averlo sotto mano si potesse controllare il passaggio dei minuti, delle ore, dei giorni.

Un vezzo tutto femminile, in principio, l’orologio per gli uomini era una elegante “cipolla” da infilare in un taschino e tirare fuori con stile. Ma la vanità, si sa, è contagiosa: si veste di comodità e poi sfocia in ricerca e dominio di ciò che è bello!

Addio cipolle e benvenuto orologio da polso! Benvenuto in tutte le tue forme e con caratteristiche sempre più aggiornate, più funzionali, senza mai perdere la tua eleganza, senza mai smettere di distinguere il braccio di chi lo sceglie e lo indossa da chi ne possiede di altri modelli.

Benvenuto, orologio, e grazie perché spesso, con la tua eleganza, accechi il mio sguardo e distrai la mia attenzione dal tempo, illudendomi di esserne padrone e di poterne snobbare il passaggio.

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.Sycamore.

02 martedì Set 2014

Posted by mrosf in A certain shade of me

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albero, bambina, canto, canzone, casa, coraggio, donna, musica, nuvole, occhi, opportunità, ragazza, rinascita, scelta, sogno, storie, sycamore, tempo, timore, tramonto, via, voce

Nella brezza che si alza al tramonto, proteggi me sotto la tua ampia chioma.
Chiudo gli occhi se il mio animo abbraccia la tua apprensione per me, e mi abbandono ad un sogno.
Il sogno è fatto di musica, una voce che si alza dal nulla e intona un canto di passione.
Mi sembra di fluttuare, sollevo le braccia e le lascio ondeggiare come serpenti.
Gli occhi si perdono dietro le palpebre, la vista si confonde.
Fuori da qui il tramonto. Dentro di me una danza sensuale. Sopra di me il tuo abbraccio.

Cosa vola nei cieli che ci sovrastano? Quali storie narrano le nuvole che vagano in questo luogo? E quali segreti custodiscono le stelle che sorvegliano gli amanti nella notte?

Il tempo scorrendo dona ritmo alla canzone.
Nel sogno potrei danzare in eterno libera. E tu saresti sempre lì, pronto a vegliare su di me, possente e fiero.
Teneramente, spieresti la mia crescita, ed io mi lascerei guardare – ballerina sensuale – nel gioco che lentamente ha trasformato la bambina ingenua in una ragazza curiosa e timorosa, e che la conduce verso la donna consapevole e decisa.
E tu saresti sempre lì.
La mia casa. Un rifugio. Un luogo nel quale perdersi per ritrovarsi.
Un luogo nel quale perdersi è il desiderio e ritrovarsi la speranza mai tradita.

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.Quello ironico.

08 venerdì Ago 2014

Posted by mrosf in Q-uei4

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attimo fuggente, cipolla, fuggente, ironia, l'attimo fuggente, lamento, opportunità, orologio, scorrere, tempo, umorismo, via

Non ci provate! Smettetela! Da che mondo è mondo io sono sempre – dico sempre – in orario! Quindi smettetela di stare lì ad incolparmi per i vostri ritardi; imprecare contro di me e maledirmi per i vostri imprevisti, per l’attimo mancato…

Quante volte dovrò ripetervi ancora che l’attimo è fuggente, il tempo passa e non sta certo qui ad aspettarvi!?! Qui c’è gente che lavora – scandire lo scorrere del tempo è una cosa mooooolto seria – e non posso certamente starvi dietro con queste sciocchezze che certamente non rallentano l’andamento dei minuti e delle ore, ma complicano solamente la mia funzione.

Ecco, voi ve la prendete comoda e a me tocca sorbirmi i vostri lamenti. No, non potevo aspettare, e non potevo lanciare le lancette più velocemente in avanti!!! Per non parlare di quando la carica mi si esaurisce e perdo qualche minuto… Insomma, accontentatevi del tempo così come vi viene concesso… Io sono solo un ambasciatore, un tramite  – un orologio –  tra voi e lui. E il tempo si sa, è una cosa molto seria… anche se il suo senso dell’umorismo talvolta è tagliente!

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