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Tinta risponde a bruciapelo!

14 mercoledì Giu 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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Bruciapelo, intervista, Lasciatemi dormire, musa, romanzo, tinta

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Buongiorno cari amici lettori, oggi risponde a bruciapelo la nostra cara amica Tinta, autrice di “Lasciatemi dormire“, di cui trovate la recensione a questo link

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

Per anni la mia musa è stata una persona in particolare:un uomo che ho molto amato. Ora sono le persone, in generale, a ispirarmi con le loro vite e storie

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

Il mio processo creativo non segue una logica: a volte un’idea resta per mesi nella testa e prende forma solo dopo molto, molto tempo. A volte l’urgenza di scriver è forte. Comunque vivo sempre uno stato di stand by, di attesa

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

Un dono, senza dubbio…per fortuna dispensato a pochi

Per informazioni su Tinta https://www.facebook.com/tinta.scrittrice oppure https://tintascrittrice.wordpress.com/2010/10/

Per acquistare il libro clicca Lasciatemi dormire

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"Lasciatemi dormire" di Tinta

03 lunedì Apr 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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amici, amicizia, amore, angoscia, anima, bellezza, emozioni, erotica, essenza, fantasia, La fine dei giochi, Lasciatemi dormire, Les Flaneurs, letteratura, libertà, libri, malinconia, pasisone, poesia, racconti, scrittura, tinta, Tiziana, universo, vita

lasciatemi dormire

A pochi mesi dalla pubblicazione de “La fine dei giochi” (edito da Lettere Animate e di cui potete leggere la recensione qui), Tinta torna a raccontarci una nuova storia. Questa volta però il tono è diverso e la trama ha sfumature lontane da quelle a cui l’autrice ci ha abituati nel tempo.

La sua scrittura, sempre carica di colori audaci ed espressioni calde e appassionate, ci presenta i toni opachi di una donna malinconica per raccontare con “Lasciatemi dormire” (edito da Les Flaneurs edizioni) una storia diversa.

Tinta è una grande artista e nelle sue varie opere riesce a dare toni diversi alla sua voce. L’ho letta in versione sexy e maliziosa, in versione spiritosa e autoironica, è stata spesso una poetessa capace di cantare l’animo sempre soprattutto femminile, e qui tra queste pagine per la prima volta sento tanto dolore, tanta apatia. Lontano dalle lenzuola, dai giochi di seduzione, dall’intrigo dell’eros, qui diventa voce di una donna diversa, di una storia dai toni totalmente nuovi.

L’autrice, questa volta, diventa voce per Tiziana, una donna che ha bisogno di urlare il suo malessere. Il libro, basato su fatti reali, è intriso di una malinconia che mette in comunione con la protagonista della vicenda narrata, una persona che è cresciuta senza ricevere amore, rotta sin dall’adolescenza, quando scopre di non poter avere figli. Una donna comunque fortunata nel ricevere amore nella sua vita, ma incapace di trovare sollievo per questo.

Tinta racconta quel malessere silenzioso ma diabolico che affligge l’animo umano, racconta di quella ferita invisibile agli occhi che, come dice la Fallaci, non guarisce mai e poi ricominciare a sanguinare al minimo pretesto. Quelle ferite che ricordano quanto fragile e prezioso sia l’animo umano. Quanta cura bisogna riservare a quella materia invisibile che è la nostra essenza.

La storia di Tiziana è la storia di tante anime che soffrono il mal di vivere e vengono con superficialità tacciate di follia come fossero esseri disgustosi. Con la penna di Tinta questa storia diventa un urlo che stordisce il lettore, lo ferisce creando in modo più profondo quel legame di empatia che è il contratto di base tra chi scrive e chi legge.

Non è una vita facile quella di Tiziana, non è una storia semplice. Le sue fortune sono minate da qualcosa che da sempre è rimasto in lei e di cui nessuno ha saputo prendersi cura nel modo più adeguato. Il lettore lo sente, percepisce tutto questo sfogliando le pagine, lottando contro la tentazione di fermarsi e prendere fiato, sentendo comunque anche tanta voglia di allargare le braccia e accogliere Tiziana per prendersi cura di lei. Forse perché in qualche misura molti di noi si sono sentiti così inadeguati rispetto alla vita come accade a lei.

Tinta riesce, anche in questo genere nuovo nella sua scrittura, ad essere efficace e credibile, a farci sentire viva la storia e il suo personaggio. Una scrittura e un romanzo che tocca l’animo.

Per informazioni su Tinta https://www.facebook.com/tinta.scrittrice oppure https://tintascrittrice.wordpress.com/2010/10/

Per acquistare il libro clicca Lasciatemi dormire

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"La fine dei giochi" -Tinta

20 giovedì Ott 2016

Posted by mrosf in Recensioni

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amanti, desiderio, dolore, fine, giochi, impiccato, morra, passionalit, passione, scrittura, solitario, tinta, trottola

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C’è un gioco che coinvolge due persone, le trasforma in amanti, individui che si fondono in uno, mescolando i loro fiati, i loro corpi, i loro umori. È un gioco dove ci si dà senza la pretesa di vincere, ma che a volte è crudele perché lascia sul campo vittime.

È un gioco che, quando è intenso, lascia cicatrici profonde che si riaccendono ad un solo sguardo. Se le parti in campo non sono ad un livello comune, una di esse finirà per perire. C’è chi ama e perde, c’è chi è indifferente e vince. E le ferite si percepiscono tutte nella voce narrante.

Tinta, con questa sua nuova raccolta di racconti erotici, “La fine dei giochi” (edito da Lettere Animate) esplora uno degli aspetti più crudi di una relazione passionale: quello in cui la storia finisce e arriva il momento di affrontare le conseguenze.

Nella raccolta, l’autrice ci presenta diversi racconti raggruppati in quattro categorie di giochi (il gioco della morra, la trottola, l’impiccato, il solitario) che diventano metafora per descrivere i possibili risvolti di un amore finito (troppo spesso male). In queste pagine non sono risparmiati rabbia e rammarico; non si fanno sconti nemmeno sul desiderio che si riscopre caldo e pulsante anche dopo lo scambio fugace di uno sguardo. E il tutto con tangibili emozioni che il lettore percepisce quasi fosse materia tra le mani.

Tinta ci mette di fronte alla cruda realtà della passione che è gioco crudele tra chi vuole troncare ma non sa come farlo e chi non sa accettare l’inevitabile fine di un percorso. Lei ha l’abilità di suscitare le stesse emozioni dei suoi personaggi ai lettori; di raccontare un dramma che nel gioco della passione mieterà almeno una vittima. E l’intensità con cui fa parlare i suoi protagonisti, li rende vivi, verosimili, vicini a noi. Essi ci invitano a seguirli in una stanza d’albergo; a passeggiare tra gli scaffali di un negozio; a piangere per liberarsi da quel tormento.

A volte il gioco è il tentativo di ricreare un passato lontano come fosse una cerimonia di commiato, ma esso, sempre tra gli amanti, non è mai divertimento. Tinta ci ricorda che quando ci si siede a questo tavolo, ogni incontro, ogni gara assume un sapore amaro che il lettore percepisce sulle sue stesse labbra grazie alle sue abilità narrative.
L’autrice mescola la descrizione di sensazioni passionali ed eccitanti al dolore, alla frustrazione propria di una storia d’amore che si conclude e che lascia sempre una vittima sul campo di gioco. Gli amanti che gareggiano tra queste pagine esplodono in un urlo che il lettore sente fino alle ossa. Per questo è un libro intenso, una lettura dei sensi che provoca un dolore che si mescola al piacere (come per molte relazioni passionali, belle perché impossibili). La passione chiede sempre un pegno in cambio, ma questa raccolta è un piacere per gli amanti della letteratura.
La penna di Tinta è sempre un piacere da leggere, perché capace di creare una comunione di emozioni tra noi lettori e lei.

Per seguire Tinta
https://www.facebook.com/tinta.scrittrice oppure https://tintascrittrice.wordpress.com/2010/10/
Per acquistare il libro http://www.lafeltrinelli.it/libri/tinta/fine-giochi/9788868828325

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Tinta e le cattive attitudini…

19 venerdì Dic 2014

Posted by mrosf in Spillaletture

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bad attitude, IPA, romanzo, tinta, white ipa

donnaquasispillata

Altro giro, altra birra. Un’altra serata allo Spillale (Via Mazzocchi, Caserta) e un altro gioco di abbinamenti tra romanzo e bevanda.

Questa volta l’attenzione è rivolta all’ultimo romanzo di Tinta, “Una donna (quasi) scaduta”, edito da David and Matthaus egoEdizioni. Il romanzo racconta le vicende di una donna alle prese con le prime avvisaglie della menopausa e tutti i dubbi e le domande che questa fase di cambiamento dell’età provoca in una donna che non accetta di sentirsi, appunto, scaduta ma continua a mettersi in gioco.

Anche questa volta racconto al mio amico Raffaele (De Lucia) la trama del libro (di cui potete leggere la recensione a questo Link) cercando di dargli quanti più elementi affinché lui possa entrare nello spirito del racconto e scegliere una birra adatta da unire.

Il libro si distingue per il tono sempre ironico, mai troppo impegnativo che sceglie la scrittrice per sdrammatizzare su quelle che possono essere problematiche anche un po’ malinconiche. Il tempo che passa e la voglia di restare autentiche e ancora attive, nell’amore come in ogni aspetto della vita.

Per questo libro Raffo individua due birre: una da suggerire agli uomini, l’altra alle donne.

La prima è una rossa Barley Wine, una birra molto carica che si distingue, come mi spiega il mio amico in “Due fasi marcate: al primo sorso si assapora la base tipica del malto, così come nel romanzo c’è la base di ciò che si è sempre stati, mentre in un secondo momento subentra il retrogusto più amaro a cui va abituato il palato un po’ come, forse, la protagonista cerca di abituarsi al suo cambiamento”. Ricordo a Raffo di come Tinta scriva di una protagonista tenace, sognatrice determinata a rimanere sempre se stessa, senza cedere alla tentazione di diventare patetica e lottare contro i segni che il tempo lascia in lei senza ricorrere a trucchetti e frequentando ragazzini. “Dovremmo, quindi, scegliere una birra che si affina al palato”, continua Raffo,”e in questo la Barley Wine è perfetta in quanto viene affinata in botti di rovere, e quindi con il passare del tempo ha i suoi cambiamenti che sono migliorie rispetto all’origine”.

Inizialmente però, Raffo aveva pensato ad una birra un po’ più adatta ad una donna, più nello stile dell’Indian Pale Style, lo stile di una bevanda che sembra ancora frivola al primo sorso ma che rilascia tanto gusto amaro che sorprende alla fine. “All’inizio puoi pensare ad una birra chiara, leggera”, spiega, “ma quello che viene dopo è un gusto che stupisce e che va affinato al palato, accettato così come bisogna accettare i cambiamenti  nel tempo e nella vita”, per questo concludiamo che l’unione più adatta è con la svizzera White IPA Bad Attitude, una birra un po’ più “femminile”, fatta con frumento, ma con il tipico un retrogusto da IPA, quindi un po’ più amara.

Mentre chiacchieriamo del romanzo e Raffo mi elenca le caratteristiche delle birre, noto il divertente particolare del nome della birra scelta per questo romanzo: si tratta di una White IPA Bad Attitude. La trovo simpaticamente perfetta per Tinta, un’autrice sempre pronta a non prendersi mai sul serio e audace nei suoi precedenti lavori letterari visto che nasce come scrittrice di racconti erotici. Insomma, una cattiva ragazza sempre pronta a ridere, apparentemente leggera ma ricca di creatività.

Anche questa volta l’accostamento divertente sembra perfetto. Vogliamo provare a sorseggiare la birra leggendo il libro? Noi verifichiamo, e a voi auguriamo buona birra e buona lettura!

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"Una donna (quasi) scaduta" – Tinta

18 giovedì Dic 2014

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

amore, arrendersi, autrice, combattere, coraggio, menopausa, tinta, una donna quasi scaduta

“Una donna (quasi) scaduta” è un libro diverso dalle precedenti esperienze letterarie di Tinta. L’autrice pugliese nasce come scrittrice di testi erotici, ma in questo romanzo sceglie di dare alla storia una piega piuttosto sentimentale e ironica.

Sembra di assistere ad una simpatica commedia romantica leggendo questa storia  che racconta le vicende di una donna che si avvicina alla menopausa e affronta con mille dubbi e domande questo passaggio verso una nuova fase della vita.
La protagonista si chiede per quale ragione, con l’avanzare dell’età, gli uomini diventano più affascinanti nella maturità, mentre le donne tendono a ricorrere a ritocchi o comportamenti a volte tristemente ridicoli. La protagonista di Tinta, invece, non accetta di diventare così patetica, non accetta di sentirsi scaduta o di scadere in certi compromessi. Lei sogna ancora l’amore passionale di Lui che non esce mai completamente dalla sua vita, nemmeno quando lei decide di chiuderlo fuori; lei non si arrende, continua a mettersi in gioco alla ricerca dell’amore e continua a sognare accettando il corso del tempo così come lo sente il suo corpo.

Tinta accompagna il lettore in una storia che racconta dei “drammi” che lo scorrere del tempo provoca nelle persone (e nello specifico, in alcune donne) con una voce leggera e veloce. Il suo romanzo è breve, una lettura molto piacevole, seppure con un velo di malinconia, scorre piacevolmente e cattura l’attenzione. Le avventure della protagonista sono tenere e simpatiche, e il lieto fine è il sorriso rappresentativo di tutta la storia narrata.

Un libro che consiglio di non perdere sia per il piacere della lettura, sia per la simpatica capacità di sdrammatizzare di Tinta, sia per conoscere un’altra sfumatura di questa scrittrice.

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