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Recensione de "La camminatrice e la resistente" di Maria Zaffira Secchi, terza tappa del blogtour promosso da Le Mezzelane Casa Editrice

18 sabato Nov 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 6 commenti

Tag

Camminatrrice, corrispondenza, donna, emozioni, gente, Le Mezzelane Casa Editrice, libro, love, Maria Zaffisa Secchi, on the road, pazienza, persone, recensione, resistente, romanzo, romanzo epistolare, storia, tramacarteggio, universo, vita

camminatrice

Buongiorno amici lettori, eccoci qui per un nuovo appuntamento del blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, questa volta dedicato all’intenso romanzo di Maria Zaffira Secchi, “La Camminatrice e la Resistente“.

Sinossi: Il libro narra di un carteggio tra due donne nascosto in una grotta. Le loro vite così diverse hanno in comune lo stesso rigoroso senso del rispetto, la fatica del movimento verso la comprensione, la percezione di essere un tutt’uno con l’universo. La natura, le stagioni, ma soprattutto i fiori, di tutte le sfumature del blu, sono il filo conduttore di questo scambio epistolare che è dialogo e monologo, narrazione e riflessione, scoperta ed esposizione profonda dell’alterità delle donne, del loro vero essere interiore, così spesso snaturato e violato.

Dalle prime pagine, ho provato subito una fortissima comunione con questo testo perchè mi ha ricordato alcuni tratti della mia Tessitrice, e alcuni elementi in comune con la mia raccolta di racconti “Lo spazio nel mezzo” (edito da Le Mezzelane Casa Editrice).
L’autrice ci regala una perla corposa per la ricchezza di contenuti, e allo stesso tempo un testo delicato e prezioso come un diamante. Un testo che chiede tanto in cambio, perché chi lo scrive mette se stesso in discussione e chiede tanta riflessione a chi lo legge. La bellezza di questo processo di dare e ricevere creato da scrittura e lettura è che in ogni caso, da questa battaglia con se stessi si esce sempre arricchiti.

Mi piace che sia un testo contagioso: mi ha fatto venir voglia di iniziare una corrispondenza epistolare come si usava fare quando ero piccola, di lettere scritte e spedite e attese con i lentissimi tempi delle poste italiane; una corrispondenza che ti fa sognare nel tempo dell’attesa e ti insegna la pazienza.

Ho la sensazione, leggendo, che queste due donne che si scrivono da una certa incalcolabile e imprecisa stanza, siano in realtà due facce della stessa donna, due anime della stessa persona, due momenti della stessa identità: essa, nei panni della Resistente, vive pazientemente la sua vita e la sua sosta nel luogo che abita e con ciò di cui fa esperienza; scrive a quella parte di sé che anela partire, e fare nuova esperienza della natura che col tempo ha imparato ad ascoltare e conoscere; dall’altro lato vi è la Camminatrice, quella parte di sé che ha trovato il coraggio e colto il tempo della partenza, del viaggio, dell’esperienza sul campo di tutto ciò che aveva incanalato prima. Non a caso, le lettere della Resistente sono lunghe e dettagliate nella descrizione di sensazioni e vicende, mentre quelle della Camminatrice sono brevi, ermetiche, quasi che tutto ciò che c’era da dire ormai è stato detto e questo è il momento della vita.

La Resistente sembra scrivere per accompagnare un viaggio che poi vorrà fare, e ricordare a se stessa le cose che contano davvero, le motivazioni che hanno determinato quella scelta.
La Camminatrice accoglie e vive e ancora impara e fa esperienza di qualcosa di nuovo. Due aspetti, dunque, della stessa donna; due donne di cui prendersi cura, e due voci che ne fanno una e ci ricordano la forza e la profondità dell’ animo femminile; la forza e l’intensità della sensibilità donna. La forza che la donna dimostra anche nella solitudine.

Il viaggio della Camminatrice e della Resistente è ricco e mi ha toccata nel profondo. Vi ho trovato una comunione di intenti che ho espresso nella mia stessa scrittura e per questo mi è stato facile e naturale entrare in empatia con i personaggi, con le loro voci e con la sensibilità dell’autrice.

Un libro che si legge e secondo me va letto e riletto e gustato a fondo in ogni poetica parola e immagine di cui Maria ci fa dono.

Vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel blogtour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( Link) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autrice e l’acquisto del libro http://www.lemezzelane.altervista.org/maria-zaffira-secchi.html

 

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Recensione de "Il cerchio" di Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone terza tappa del blogtour promosso da Le Mezzelane Casa Editrice

08 domenica Ott 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 3 commenti

Tag

blogtour, cerchio, consapevolezza, desiderio, donarsi, dono, emozioni, eros, erotica, erotismo, fantasia, freni, gente, giochi, il cerchio, la stanza segreta, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, lettere, libertà, libri, limiti, morale, paura, pregiudizi, pudore, recensione, romanzo, sacrificio, scrittura, universo, vita

Blog Tour «Il cerchio»

Nuovo blogtour organizzato da  Le Mezzelane Casa Editrice che ci conducono nella loro stanza segreta per incontrare Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone e accogliere le parole che segnano il loro debutto letterario con “Il cerchio“.

Per entrare in questa stanza però bisogna essere pronti e sapere che quella che andremo a fare non sarà una passeggiata, ma una vera e propria esperienza che ci chiederà qualcosa in cambio. A dire il vero, penso che in genere ogni volta che si intraprende una lettura erotica si debba lasciare qualcosa fuori da quella stanza: lasciare stare i pregiudizi, il pudore e forse anche un po’ della morale a cui il buon costume ci ha abituati.

Sinossi: Melissa è una ragazza semplice che conduce una vita comune, ma l’incontro inaspettato e che si scoprirà non essere del tutto casuale con Roberto, sconvolgerà la sua normalità e la proietterà in una nuova “filosofia”. Roberto, infatti, è un cultore delle pratiche BDSM (Bondage, Dominazione, SadoMaso) e in lei ha subito individuato la donna da plasmare ed educare affinché acquisisca le doti necessarie per diventare la sua schiava. La storia di un Amore a volte incredibile, dove la mente può essere forgiata e resa malleabile, pronta a un percorso complicato, dove la figura femminile viene rivestita della sua libertà e rispettata fino in fondo, dove si fanno scelte che non sono univoche.

Il libro si apre con una presentazione diretta dei nostri protagonisti, dei loro caratteri e del modo di porsi rispetto al mondo. Subito si passa al racconto del loro primo incontro, e, senza perdere tempo, si entra in quel cerchio di cui si assaggeranno l’esistenza e la consistenza quando lo si sarà accolto è vissuto senza freni, limiti o paure.

Non è importante la trama, a dire il vero non c’è. In questo genere di letture quel che vuole l’occhio, quello che cercano i sensi sono le sensazioni che stimolano la mente, l’immaginazione e la fantasia. Quello che quindi conta al di là delle scene di erotismo (molto spesso estremo) sono le implicazioni psicologiche che coinvolgono i personaggi e i concetti su cui si basa tutta la loro relazione.

Non è convenzionale il legame tra Melissa e Roberto. Non è un amore fatto di routine comune, ma è un amore estremo vissuto nella stanza dei giochi con forti implicazioni emotive. Quello che sfocia nell’atto fisico è quindi il risultato di nodi psicologici sciolti e sostituiti da altri legami indelebili.

Appartenenza, sacrificio, il dono, mia, sua sono i concetti di base, da cui scaturisce un senso di benessere e serenità e libertà che nell’evoluzione psicologica del personaggio di Melissa segna la sua crescita e la sua rinascita.
L’appartenenza che si costruisce attraverso il dolore. E le attese sofferte che sono costanti, ritmo che cadenza il rapporto tra Melissa e Roberto.

Una lettura che personalmente trovo impegnativa e sofferente, perché, al di là dell’erotismo, mi spinge a pormi molte domande sui rivolgimenti psicologici dei personaggi coinvolti.
Il controllo del padrone sulla mente della schiava, così forte da scatenare reazioni fisiche impetuose. Non è facile. Non solo chiede una predisposizione alla letteratura erotica, ma anche apertura verso la filosofia del BDSM, un ramo che personalmente mi suscita sempre tante domande.

Il romanzo di Antonella e Pierpaolo, quindi, non è solo la storia di una relazione sessuale ma un vero e proprio lavoro di costruzione e rivelazione psicologica di una mente e di un cuore che si aprono e si donano ad un mondo nuovo, scoprendolo proprio.

Il punto di vista e quello di Melissa, della donna razionale e sempre attenta nell’esporsi sentimentalmente, che si metterà in totale discussione e cambierà sguardo su ogni cosa dopo l’incontro con Roberto, riuscendo così a scoprire nuove parti di se stessa.

Un altro dei concetti che avvolgono questa storia è quello del sacrificio: il donarsi all’altro diventa un vero e proprio sacrificio di sé, della propria libertà fisica e mentale, ma tutto avviene sempre a partire da una scelta consapevole. Il padrone istiga, induce; la schiava accoglie e si dona.

Preparatevi dunque a tenere il fiato sospeso: questo romanzo non è un respiro di fresco sollievo. È una guerra dei sensi, un conflitto interiore, un confronto con una realtà che è una scelta filosofica di vita. Una vera e propria esperienza letteraria che chiede al lettore totale apertura mentale e il compromesso dell’accettazione fino a che non verrà scritta la parola fine.

Potete seguire l’esperienza letteraria di Antonella e Pierpaolo sulla pagina fb: https://www.facebook.com/PierAnto.IlCerchio/?fref=ts

Inoltre vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( Link) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sugli autori: http://www.lemezzelane.altervista.org/cataldo-ardizzone.html

Per acquistare il libro: https://www.ibs.it/cerchio-ebook-pierpaolo-ardizzone-antonella-cataldo/e/9788899964078?inventoryId=49367238
o http://www.lemezzelane.altervista.org/negozio/index.php?id_product=10&controller=product

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Recensione di "Mai e sempre" di Bruno Sebastiani, terza tappa del blog tour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice 

23 sabato Set 2017

Posted by mrosf in Recensioni

≈ 2 commenti

Tag

1980, 1989, 2006, Berlino, blablabook2000, blog tour, blogtour, Bruno Sebastiani, Emil, emozioni, famiglia, gente, Germania, Le Mezzelane Casa Editrice, libri, mistero, muro, personaggi, persone, racconti, romanzo, storia, vita

Blog Tour «Mai e Sempre» di

Consueto appuntamento con il blogtour organizzato da Le Mezzelane Casa Editrice, che questa settimana dedica il suo spazio al romanzo “Mai e sempre” di Bruno Sebastiani.

Sinossi: Il romanzo racconta la storia del giovane Emil Koldau, nato nel 1980 a Moritzburg, un paese non lontano da Dresda, nel tempo in cui la Germania è ancora divisa in due blocchi contrapposti. Per i primi tre anni Emil Koldau cresce con la sensazione di vivere in un regno di cui lui n’è il principe e suo padre n’è il re. Ma suo padre muore e il suo cadavere viene ritrovato con quattro proiettili di  Kalashnikov AK-47 in pieno petto. Il caso viene archiviato lasciando aperto un dilemma: Heinrich Koldau è rimasto ucciso nel momento di compiere un reato, oppure perché testimone di un reato commesso da altri? Il tempo passa, il piccolo Emil Koldau cresce, lascia Moritzburg e va a vivere nel settore est di Berlino. Nel 1989, cade il muro, la città di Berlino si riunifica e la Germania azzera i decenni più disastrosi della sua storia per ricominciare daccapo. Nel fervore della riunificazione tutto sembra possibile, ma per Emil la morte misteriosa di suo padre è come un angolo buio nella sua mente, lui non ci pensa, ma a volte accade qualcosa che lo costringe a pensarci. Difatti una sera, per la suggestione ricavata dalla visione di un film, decide che è venuto il tempo di far luce sulla morte di suo padre.

“Mai e sempre” è un saggio storico nelle vesti di romanzo. Attraverso la storia di Emil e della sua famiglia, Sebastiani ci racconta la storia che dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri ha caratterizzato la Germania e la città di Berlino.

L’incipit è molto intrigante, e fa pensare ad un mistero da svelare. L’attenzione quindi vieni subito catturata. Attraverso vari passaggi temporali che riguardano non soltanto il protagonista Emil ma anche la sua famiglia, l’autore può raccontare gli eventi storici che hanno interessato la Germania e il mondo in quel periodo storico.

Le sue spiegazioni sono tutt’altro che noiose, anzi si tratta di un racconto così attento e sentito che il lettore non può fare a meno di fermarsi un attimo e ricordare che si sta parlando di qualcosa che realmente è accaduto. Quindi, al di là di ciò che vivono i personaggi, protagonista principale del romanzo accanto a Emil è sicuramente la storia.

Quello che ho notato nella lettura è una malinconia costante nella scrittura, nei toni utilizzati per le descrizioni e le spiegazioni. Nulla di inappropriato però visto che si parla di un momento storico che è stato assolutamente difficile per l’umanità, e che ha segnato la storia stessa di una città e della sua popolazione.

Nel descrivere le vicende che accadono ad Emil e alla sua famiglia, supportato da gli eventi storici, Sebastiani costruisce dei personaggi e l’evolversi delle vicende attraverso le decisioni che questi prendono, delle azioni che questi svolgono, tutte assolutamente coerenti con ciò che è storicamente avvenuto. Il lettore quindi può dirsi soddisfatto di questo legame che viene a costruirsi tra lui e l’autore attraverso la scrittura, un rapporto di onestà di fatti citati e vicende verosimili.

La scrittura di Sebastiani ha un modo gentile anche se malinconico di riscrivere i fatti, e quindi di presentarmi una storia che comunque io conosco in un modo empatico. Credo che questo sia un importante pregio di un autore che vuole raccontare dei fatti avvenuti nella storia dell’umanità. E credo che questo libro possa aiutare molti giovani ad avere una certa consapevolezza di alcune vicende che forse vengono attualmente trascurate, come la maggior parte dello studio proprio della storia.

Mentre la prima parte del libro fa diversi salti temporali all’indietro per raccontare il passato della famiglia di Emil e della Germania che lui vive, tutta la seconda parte si concentra sul 2006, anno di ambientazione della vicenda principale, quindi quella che riguarda il giovane. Da questo punto inizia la ricerca che lo porterà a far riaffrontare ancora una volta la questione irrisolta della morte di suo padre e il desiderio di conoscere quest’uomo che lui ricorda vagamente; di farlo attraverso il racconto dei suoi amici e delle persone che lo hanno conosciuto e vissuto per più tempo.

Non può immaginare che questo desiderio di dare una vera fisionomia a suo padre, questo desiderio di dare una spiegazione alla sua morte, lo porterà invece ad affrontare delle verità che forse non avrebbe voluto mai sentire.

Quello che con questo romanzo Sebastiani ci vuole raccontare è il coraggio che ci vuole ad affrontare e accettare la verità, che non sempre è piacevole.

Una volta scoperta questa verità, il giovane sentirà di aver perso qualcosa, ma Sebastiani ci fa capire che è solo facendo spazio, solo liberandosi dei tormenti che possiamo accogliere davvero qualcosa di nuovo. Ed è così che infatti il romanzo termina.

Non vi sto svelando il finale, vi sto soltanto dicendo che il viaggio descritto dall’autore non ha un finale né lieto né triste, ma è una lezione che ancora una volta possiamo trovare dallo studio o dall’analisi della storia, da tutto ciò che gli uomini hanno fatto; una lezione da cui possiamo prendere spunto e con cui possiamo sentirci in comunione.

La vita, in effetti, è costituita da molte sfaccettature, e la gioia talvolta non è così chiara, non è così piena o comunque non lo è in modo immediato.

Il romanzo di Sebastiani è evidentemente scritto con trasporto e con passione, con maestria e consapevolezza: si nota uno studio attento del periodo analizzato e descritto; descrizione che non rallentano il ritmo della storia ma si intrecciano perfettamente con le vite dei personaggi.

L’unica pecca di questo romanzo, a mio avviso, è chi si sente molto la voce dello scrittore: una similitudine tra il modo di parlare della voce narrante e di quella dei personaggi, con un cambio di registro troppo lieve e velato. Ma nulla che disturbi, anzi, credo sia elemento distintivo dello stile dell’autore.

Per questo promuovo il libro e sottolineo una considerazione che ho fatto sin dalle prime pagine di lettura: le giovani generazioni dovrebbero leggerlo anche soltanto per ascoltare con un trasporto e un’attenzione diversi una parte del nostro passato, una parte del passato dell’umanità che è stata determinante per tante relazioni per tante questioni che sono ancora in ballo. Il nostro presente si costruisce sulla consapevolezza delle nostre radici, di ciò che accaduto alla storia di ciò che accaduto nel tempo all’uomo, e mi piace pensare che un libro come “Mai e sempre” possa essere una maniera trasversale di avvicinarsi a ciò che fa parte dell’umanità.

Vi invito quindi a leggere questo libro e vi ricordo che tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog impegnati nel tour e sull’evento creato ad hoc dalla casa editrice ( https://www.facebook.com/events/156995798194827/ ) verranno estratte a sorte tre copie in ebook e una cartacea del romanzo edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

Per info sull’autore e acquistare il libro http://www.lemezzelane.altervista.org/bruno-sebastiani.html

oppure https://www.ibs.it/mai-sempre-libro-bruno-sebastiani/e/9788899964283?inventoryId=62912545

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"Palazzamore" di Barbara Villa

14 lunedì Ago 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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anteprima, Barnara Villa, Croudfunding, Palazzamore, personaggi, piani, raccolta, racconti, sogno, vita

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Il libro che vado a recensire questa volta è un anteprima: il sogno di Barbara Villa che prende forma grazie alla campagna di crowdfunding degli editori di Bookabokk

Il libro dal titolo “Palazzamore” è una raccolta di racconti di storie di vita che si intrecciano lungo il percorso. Storie individuali su strade che si incrociano anche solo per un momento.

Le vite narrate da Barbara si trovano ad occupare i piani di un palazzo come fossero però i piani di crescita di una persona, i piani su cui si evolve l’animo umano.

Ho avuto il privilegio di conoscere in anteprima questa opera quando ancora era un sogno in lavorazione, e il modo in cui Barbara crede e ha sempre creduto in esso mi ha colpito allo stesso modo della sua scrittura: una penna molto fotografica, visiva capace di creare immediata empatia tra autore e lettori.

Ecco, una delle cose che ho riscontrato da subito nella scrittura di Barbara sono queste descrizioni, che si presentano come fossero delle istantanee: la descrizione di ricordi o semplicemente di un ambiente fatta come se si facesse un elenco di cose. Barbara ha la capacità di farci intuire la storia di queste persone, la loro evoluzione, il loro modo di essere, dal semplice elenco di poche righe di oggetti che lei mostra per descrivere un appartamento, oppure semplicemente l’elenco dei ricordi e degli affetti di uno dei personaggi.

Barbara dà voce non soltanto a persone in carne ed ossa ma a tutto ciò che vive intorno o dentro a questo palazzo; animali e oggetti, al pari delle persone danno la propria visione, le loro emozioni. È bello leggere il punto di vista di un cane oppure di un dado da gioco. Si ha come l’impressione di trovarci ad ascoltare la voce dell’universo, a capire che facciamo tutti parte di un insieme interconnesso, dove l’incontro anche solo casuale nasconde una ricchezza profonda.

Il “Palazzamore” di Barbara Villa è un luogo che racchiude in sé tutta la vita in tutte le sue sfaccettature e in tutte le possibili svolte che può avere. Ma soprattutto è un luogo dove non si ha paura di esprimere i propri più profondi desideri, i rimpianti, le aspirazioni, i segreti che affaticano l’animo; ma anche le gioie di un momento che sono così forti da poter durare in eterno. Si va su e giù per le scale di questo palazzo e non si smette mai di stupirsi, mai di trovarsi di fronte a parole banali.

La scrittura di Barbara riesce ad essere molto poetica e crea un legame tra lettore e personaggi, proprio come tra gli stessi personaggi della raccolta. Non sono solo storie a lieto fine, ma sono sfaccettature di vita, istanti, momenti diversi che si intrecciano e si completano nel quadro unico ma di una bellezza incontenibile quale può essere la vita.

Tutto concentrato in un palazzo che allarga i suoi confini fino a Parigi  e oltre, fino alla luna che osserva dove si arriva nonostante le cadute, quando non ci si arrende; dove si arriva quando si è insieme, quando si ama. “Perché le storie nascono, si evolvono, e finiscono, ma l’amore non finisce mai.”

È adesso tocca a voi. Se volete aiutare Barbara a realizzare il suo sogno, non vi resta che preordinato la vostra copia di “Palazzamore” al seguente link https://bookabook.it/libri/palazzamore/

Qui troverete tutte le notizie che riguardano la dolcissima autrice e la sua storia.

Non esitate e passate parole!

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"Radici in aria" di Alessandro Monticelli 

10 lunedì Lug 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Alessandro Monticelli, dualismo, emozioni, Lupieditore, poesia, Radici in aria, silloge, specchio, vita

radici in aria

Edito dalla Lupi Editore, “Radici in aria” di Alessandro Monticelli si presenta come una silloge di profonda bellezza, celata tra i versi che, senza far apparente rumore, entrano nell’animo del lettore e lo contaminano di immagini e sensazioni.

Con calme metafore, il poeta racconta delle profonde verità. Lo stesso tono è molto intenso. Le immagini che utilizza trasformano in poesia la realtà che ci circonda e la vita di un quotidiano, ponendo al centro le emozioni.

Le poesie vengono intervallate dalle immagini di alcuni dipinti dello stesso autore, e si ha l’impressione di trovarsi a passeggio tra le stanze di un museo, non soltanto per i disegni, ma anche per il tono che si legge tra i versi. C’è bisogno di prendersi tempo e calma e lasciarsi trasportare dal ritmo delle liriche, che è lento.

Ecco, Alessandro Monticelli con la sua silloge ci chiede del tempo, ci chiede di fermarci ad assaporare, verso dopo verso, il racconto che lui fa di alcuni momenti, di alcune persone, di alcuni luoghi e di questo viaggio che si chiama vita.

È incredibile e insolito che una poesia così bella, una poesia che mi ha catturata e coinvolta così tanto, non mi lasci trovare le parole adatte per raccontare cosa essa suscita in me.

Da lettrice posso dire che mi sento in comunione con l’autore, come se osservassi, o meglio accogliessi il dono che il poeta vuole farmi raccontandomi degli istanti e dei momenti della sua vita.

Si tratta di una poesia contemporanea, che racconta un tempo vicino al lettore, e nel quale il lettore può immedesimarsi. Non vi troviamo un insegnamento, ma il racconto di accadimenti che possono essere non solo dell’autore ma anche i nostri stessi; possono appartenere perfettamente anche a noi ed è come se il poeta li raccontasse per noi.

È come parlare o ascoltare il racconto di un amico che ci narra di un avvenimento e di ciò che questo e ha suscitato. Poesie che sono come una confidenza intima ma onesta; che non si sforza di avere un vestito elegante, di essere pomposa o articolata. Non ci sono artifici o giochi acrobatici di parole.

Alessandro Monticelli ci presenta una poesia nuda e trasparente,che allo stesso tempo di costringe a guardarci allo specchio e cercare in noi stessi delle verità.

Per info sull’autore http://lupieditore.it/alessandro-monticelli/

Per l’acquisto della silloge Radici in aria

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Marco Mazzanti risponde a bruciapelo

31 mercoledì Mag 2017

Posted by mrosf in A Bruciapelo

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amici, emozioni, gente, intervista, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, libri, Marco Mazzanti, nuovi autori, on the road, TheCreationist, universo, vita

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Buongiorno cari lettori,

oggi per la nostra rubrica A Bruciapelo risponde Marco Mazzanti, autore, tra gli altri, del recente “Ragazzi di Carta” edito da Le Mezzelane Casa Editrice e di cui potete trovare la recensione a questo link

Un luogo, una melodia, un momento della giornata, una persona: chi è la tua musa?

Un luogo? Il luna park di quando ero piccolo.
Una melodia? La colonna sonora del film Code 46, di Michael Winterbottom.
Un momento della giornata? Il tramonto.
Una persona? Non so rispondere.

Cosa provi fisicamente durante il processo creativo, dal momento in cui nasce l’idea, al momento della stesura?

Ho come la sensazione di essere travolto da milioni di caramelle colorate.

La passione per la scrittura è più un dono o una maledizione?

Né l’uno né l’altra. Direi una perdizione

Per informazioni e acquisto:
Le Mezzelane Casa Editrice sito http://lemezzelane.altervista.org/ pagina fb https://www.facebook.com/lemezzelane/?fref=ts
Ragazzi di carta pagina fb https://www.facebook.com/Ragazzi-di-carta-1256227714422306/?fref=ts
Marco Mazzanti https://www.facebook.com/profile.php?id=100012744602137&fref=ts

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"Ancora tu" di Valeria Leone 

22 lunedì Mag 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Alice, amore, cuori, emozioni, gente, leggere, letteratura, libri, romance, romanzo, Sergio, speranza, Valeria Leone, vita

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Torna Valeria Leone, già autrice del fortunato “Love is… on air” (edito da Butterfly Edizioni e di cui potete trovare la recensione a questo link) con un nuovo romanzo in uscita che promette altrettanta fortuna.

Il prossimo 24 maggio esce per Amazon il nuovo “Ancora tu“, la storia di Sergio e Alice, una storia d’amore destinata ad entrarvi nel cuore.

Sergio vive un presente familiare sofferto, per via dell’ Alzheimer che ha reso sua madre un involucro vuoto di ricordi. Alice invece si è rimboccata le maniche per tirarsi fuori dalla sua famiglia e impedirle di trascinarla verso il fondo. I due personaggi hanno un passato che li accomuna ma anche storie personali molto forti.

Come se avessero inconsapevolmente bisogno di trovarsi, il destino li fa incontrare di nuovo. Ad incatenarli, un colpo di fulmine, un’attrazione fisica che è talmente forte da condizionare azioni e pensiero.

Per quanto possiamo immaginare dove andrà a finire la storia, ci si aspetta diversi colpi di scena che non tradiscono mai le nostre aspettative. Le premesse infatti ne sono ricche.

Le pagine scorrono veloci. La lettura è sempre molto coinvolgente grazie alle descrizioni attente ed efficaci degli stati d’animo dei personaggi. Impossibile restare indifferenti.

Valeria ha la straordinaria capacità di raccontare in modo dolce e attento il momento in cui si passa dal timore di lasciarsi andare al piacere, a quello bello in cui ci si sente sicuri della persona che ci fa battere il cuore. L’autrice riesce a coinvolgere il lettore risvegliando belle sensazioni. E nonostante tutte le premesse, suscita allegria e solarità con la sua scrittura

Bellissimo il personaggio di Olga, la madre di Sergio, di cui si intravedono la dolcezza e l’eleganza seppur sommerse dal peso dell’Alzheimer, e il cui ruolo sembra determinante per l’avvicinamento affettivo dei due protagonisti.

Valeria scrive egregiamente i sui libri. La trama segue le regole proprie della scrittura creativa, e anche se ti aspetti il lieto fine, il colpo di scena, la catastrofe, la crisi, ti scopri sempre colto di sorpresa, perché l’autrice riesce a tenerti incollato alle pagine in totale empatia con ciò che accade ai personaggi.

Questi sono caratterizzati in modo così efficace,  che il lettore si sente coinvolto in ogni loro situazione come se la stesse vivendo in prima persona. In questo modo la lettura è piacevole, leggera anche quando c’è tensione, ed in questo lavoro e anche più bollente del solito.

“Ancora tu ” ha tutte le carte in regola per presentarsi come una bella favola moderna, e se lo dice una lettrice come me che non predilige il genere romance, potete fidarvi. La Leone ha trovato in questo genere letterario la sua dimensione, ed è una penna che reputo ottima nel panorama romance italiano. Per gli amanti del genere è un libro che consiglio, assolutamente imperdibile.

Per info sull’autrice: https://www.facebook.com/valeria.leone2?lst=716678250%3A1371940431%3A1490600108

Per l’acquisto il libro sarà disponibile dal 24 maggio su Amazon

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"Il treno del successo" di Alberto Di Girolamo

08 lunedì Mag 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Alberto Di girolamo, arrivismo, commedia, dramma, emozioni, fantasia, Il treno del successo, illusione, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, libri, mediocrità, messaggi, onestà, scrittura, successo, teatro, universo, verità, vita

Il treno

La Mezzelane Casa Editrice ci presenta per la sua collana Comodia un testo teatrale dalle sfaccettature sorprendenti. “Il treno del successo” di Alberto di Girolamo, si presenta all’apparenza come un testo quasi comico, ma si rivela drammatico.

Il confronto tra tre personaggi che sognano il successo in arte e non si arrendono nonostante l’età, può sembrare agli occhi di chi non conosce la trama, il gioco di tre testardi sognatori che non si danno per vinti.

Tre punti di vista diversi, tre diverse esperienze. C’è chi ha più fiducia perché ha avuto più fortuna; chi invece ha bisogno di essere elogiato per credere ancora nelle proprie capacità; chi vive con sofferenza il proprio talento e invece di impegnarsi per farlo esplodere si distrugge con l’alcool.

Il tono è inizialmente ironico e allegro, veloce proprio per il susseguirsi di scene teatrali. Il tutto nella speranza e nell’attesa che passi il treno del successo.

Ma non tutto è come sembra. Il primo atto, infatti, si conclude rivelando subito un segreto che inizia a mostrarci la vera natura dei personaggi, e nel nostro caso, del personaggio protagonista, di colui che decanta tanto la fiducia verso il futuro arrivo del treno del successo, poiché reduce da una fortuna che scopriamo essere frutto di una situazione costruita. Egli non ha fatto altro che approfittatore di una situazione da cui ricava vantaggio a discapito di qualcun altro.

Una situazione che può avere qualcosa di simpatico, ma che allo stesso tempo può suscitare molte riflessioni sulla natura umana e l’arrivismo.

Il protagonista, inoltre, è talmente accecato dal desiderio di fare successo come scrittore da non far caso agli intrighi di cui è vittima egli stesso, e che accadono sotto il suo naso.

Almeno così sembra all’apparenza.

È tutto un gioco di distrazioni. Ognuno dei personaggi sembra essere totalmente preso dai propri interessi da non preoccuparsi di ciò che accade o combinano i propri familiari, né cosa questi possono nascondere.

Quello che si scopre è che, in un modo o nell’altro, tutti sono arrivisti: chi per la fama, chi per amore, chi per prestigio, chi per denaro. E sono sempre persone che non sentono il peso dei problemi della quotidianità.

Il treno del successo sembra essere uno specchietto per le allodole, un’illusione che distrae dalla cruda realtà, quella di dover ammettere che la propria vita è misera.

Il treno del successo diventa metafora di ossessione di chi si ostina ad inseguire un’illusione pur di non fare i conti con una realtà costruita sulla menzogna.

L’insoddisfazione di una vita vissuta sperando di continuo che cambi per diventare ciò che non potrà mai essere. Ed è inutile illudersi, cercare di essere ciò che non si è, andare contro la propria natura rinnegando se stessi. Il vero successo, allora, è accettare la propria mediocrità e vivere nella semplicità, cambiare con coraggio le cose che fanno marcire il nostro animo invece di imputare ad altri il motivo del nostro dispiacere.

Quanti tra voi lettori si sono trovati vicini o nel pieno di una situazione simile?
E i nostri protagonisti, capiranno davvero questa lezione?

È un’escalation di evoluzioni che porta ad un finale drammatico per raccontare la mediocrità di chi non ha il coraggio di afferrare la propria vita esserne padrone e disegnarla a proprio piacimento.

Pensate di avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e la verità a cui vi sottopone questo libro?
Vi sfido!

Per info su libro e autore: http://www.lemezzelane.altervista.org/alberto-di-girolamo.html

Per l’acquisto

Il treno del successo. Ediz. integrale

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"Confessioni illustrate" di Danilo Penso

02 martedì Mag 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

amici, Danilo Penso, emozioni, fiducia, gente, Le Mezzelane Casa Editrice, letteratura, libri, matrimonio, messaggi, onestà, scrittura, universo, vita

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Tono leggero e lettura veloce, sono le prime caratteristiche che saltano all’occhio del testo di Danilo Penso, che ci offre il suo lavoro letterario, “Confessioni illustrate” per la Le Mezzelane Casa Editrice.

Tematiche attuali delle quali non si parla mai abbastanza e la cui conclusione non è così scontata.

Tematiche attuali, dicevamo, di cui è bene ribadire la forza, l’importanza, ma anche le tante sfaccettature che nascondono e che ci pongono tutti su una stessa barca.

I dubbi del protagonista, sono in effetti gli stessi propri del genere umano, al di là dell’orientamento sessuale, e si tratta di problematiche che danno all’amore la sua valenza universale; quel valore che molti tendono a dimenticare, quando il discorso cade su questioni di principio che rischiano di sfociare nell’omofobia.

Il filo conduttore principale della storia è il matrimonio e la volontà di una celebrazione ufficiale per coronarlo, che non sempre è desiderio di entrambi i partner in una coppia. Le perplessità del protagonista della vicenda e voce narrante rispetto al matrimonio non solo spingono il lettore a fare una riflessione su una problematica di genere, ma anche su una questione che oltrepassa i limiti della tendenza sessuale.

È davvero così importante dare all’amore una definizione ufficiale con il matrimonio? Non dovrebbe essere sempre e solo un sentimento intimo? Perché doverlo celebrare con tanta formalità e con feste sfarzose?

Oppure, rifiutarsi di convolare a nozze non può essere solo paura?

In fondo, il nostro protagonista all’inizio del libro racconta della morte del suo compagno precedente, strappatogli dal cancro. Una perdita che lo tiene lontano da tutto per molto tempo.
La successiva scoperta di un suo prolungato tradimento, poi, lo sconvolge e di certo mina la sua fiducia nel prossimo.
Non è forse, quindi, plausibile la paura di fidarsi pienamente fino a legarsi “finché morte non ci separi” a far nascere in lui tutta questa repulsione verso il matrimonio?

Al di là di una questione di genere, ripeto, il libro di Danilo si presta a delle riflessioni universali che riguardano l’amore e la fiducia verso il proprio compagno.

Danilo spinge il lettore verso queste riflessioni con un linguaggio semplice ed un tono piacevolmente ironico. Il libro così si lascia leggere veloce e leggero. E il finale diventa un compromesso, perché tutto sommato lo è anche l’amore: ci si viene incontro, si fanno delle rinunce per la felicità dell’altro e si fa anche qualcosa per farlo stare bene, perché il benessere del nostro compagno si trasforma nella nostra stessa felicità.

Come tutto il libro, anche il finale non è scontato, e il colpo di scena, perché c’è un colpo di scena inimmaginabile, lo rende frizzante e allegro nella lettura.

Davvero piacevole. Mi fa pensare che Danilo sia proprio una persona simpatica, con un bel senso dell’umorismo, e già ho voglia di leggere qualcos’altro di suo.

Per informazioni su libro e autore: http://www.lemezzelane.altervista.org/eugenio-rossi.html

Per acquistare il libro

Confessioni Illustrate

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"I giardini incantati" di Stefano Labbia

24 lunedì Apr 2017

Posted by mrosf in Recensioni

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Tag

dolore, emozioni, letteratura, libri, metrica, natura, pessimismo, poesia, scrittura, silloge, Stefano Labbia, Talos Edizioni, tormenti, universo, uomo, vita

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Ritorna tra gli scaffali il giovane poeta romano Stefano Labbia con la silloge “I giardini Incantati” edita da Talos Edizioni.

In questa seconda fatica letteraria, il giovane autore va oltre gli schemi consueti della poetica. Le prime liriche dell’opera, infatti, mi danno subito l’impressione di una serie di immagini, lanciate come ingredienti di un incantesimo volto a suscitare una reazione nel lettore. Un lavoro che procede senza regola, senza metrica rigida, senza limiti, ma con la libertà del pensiero di Labbia.

Destinatari delle parole di Stefano sembrano essere tutte le persone che hanno incrociato la sua strada e che hanno segnato parte della sua vita con emozioni che gli si sono impresse nell’animo.
Le poesie, infatti, appaiono un canto di profonda intimità, condivisa con il lettore. Non sempre si tratta di canti romantici o di belle speranze. Al contrario, Labbia usa questi versi come a voler urlare un dolore non superato; il pessimismo rispetto ad una generazione di illusioni e presunzioni, che si risolvono in tanta insopportabile superficialità per il Nostro.

Le liriche sembrano canti di chi non ha speranza di cambiamento dal dolore.

“Universi” è un inno che rimette tutto in gioco. Un inno alla bellezza dell’universo e allo stupore che si dovrebbe provare nel farne esperienza, poiché la ricchezza è dovunque intorno a noi.
Si susseguono poesie concentrate sul tempo e sull’affanno dell’uomo verso il domani, che è una fatica così forte da far dimenticare che esso vive già in quello che si compie nel presente. Il giovane poeta rimprovera tutti per questo, per il loro limitarsi ad osservare la metà dell’insieme.

Questo è probabilmente il senso di una raccolta così eterogenea nei contenuti; il motivo per cui ci si ritrova al cospetto di poesie molto diverse tra loro per tema e metrica: esse dovrebbero permetter di dare una veduta d’insieme e totale della vita in tutte le sue sfaccettature. Unico, vero segreto per apprezzarla nel bene e nel male.

Anche chi soffre in realtà si trova in questa condizione perché non è capace di vivere pienamente il presente ma resta bloccato nel passato che lo ha ferito e non riesce a trovare via d’uscita, come si evince dalla poesia “Smarrimento”.

Temi ricorrenti sono il fiato corto, evidentemente per le fatiche e le sofferenze della vita; la falsità, l’ipocrisia, l’amore, il tempo, il passato, il domani, ma anche e soprattutto il presente.

Senza seguire uno schema metrico rigido, Stefano Labbia canta i tormenti dell’essere umano e si fa portavoce di inquietudini che potrebbero essere universali.
Nei brani che all’apparenza sembrano parole di rassegnazione c’è invece l’ammonimento ad aprire gli occhi, il desiderio di riscatto rispetto al mondo, all’uomo.
Sono quindi poesie che toccano diversi temi come se ci trovassimo, appunto, in un giardino ricco di fiori variegati e fragranze molteplici.
Ci lasciamo inebriare e stordire da ciò che accade, e ci perdiamo nella contemplazione di fiori nuovi e insoliti. Incantanti dalla vita che sempre ci stupisce.

Per informazioni sull’autore: https://www.facebook.com/pages/I-Giardini-Incantati/1917033081859059

Per l’acquisto:

I giardini incantati

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